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Economia e finanza italiana e mondiale, guide ed opinioni sull’andamento della borsa e trading online. Criptovalute in confronto.

Materassi memory foam: la scelta più sensata

Sembra che il materasso in memory foam ad oggi sia l’unico prodotto valido che offre il mercato, in realtà non è proprio così anche se occorre riconoscere che la qualità del prodotto è veramente elevata. Ovvio che poi ci sono memory foam e memory foam, non si può certo fare di tutta l’erba un fascio, ecco che allora entrano in campo tutte quelle aziende che propongono dei prodotti di qualità elevata.

 

Perchè il materasso ha un compito veramente importante, quello di permettere al corpo di riposare nella maniera corretta. È il portatore del comfort notturno.

 

Per poter scegliere il miglior materasso per il proprio riposo, quello che è certo, è che bisogna anche conoscere le caratteristiche del prodotto per evitare di sbagliare.

Materassi memory foam: le caratteristiche

I materassi in memory foam si compongono di poliuretano, un materiale che all’interno dei materassi è molto utilizzato e ha due differenti composizioni. Il poliuretano che compone questa tipologie di prodotto si presenta in diversi tipi e proprio per questo, spiegare come si compone un materasso in memory foam non è proprio semplice.

 

La maggior parte dei modelli che è possibile trovare sul mercato si caratterizzano per avere una resistenza elevata. Ovvio che questo vale per i materassi di alta qualità come quelli che è possibile trovare al sito www.emma-materasso.it.

 

Il nome memory foam lo si deve alle caratteristiche di questo prodotto che gli hanno in qualche modo allungato la durata. Ottimi sono i modelli:

  • antiacaro;
  • antifungini;

 

Modelli che sono consigliati soprattutto per tutti quei soggetti che soffrono di asma, allergia e patologie di vario genere, collegate alla polvere e agli acari.

 

Un buon materasso in memory foam deve essere spesso almeno 18/20 cm e avere una densità di struttura pari a 35/40 kg/m3.

Materassi in memory foam: il materasso con la memoria

Ma per quale motivo si dovrebbe scegliere proprio un materasso in memory foam? Si tratta di un materasso che è in grado di adeguarsi alla fisicità di chi lo utilizza. È dotato di una specie di memoria in grado di ricordare per pochi secondi la conformazione corporea di chi la utilizzi.

 

In questo modo sul piano di appoggio si andrà a creare una sorta di nicchia che, soprattutto a coloro che dormono a pancia in sù, permetterà di mantenere la corretta posizione tutta la notte. Chi invece dorme su un fianco potrà finalmente evitare il mal di schiena al risveglio, un fastidio che potrebbe rendere la giornata veramente molto difficile.

 

Insomma il corpo che si trova in una sorta di nicchia potrà dormire nella corretta posizione, soprattutto nei mesi invernali. In effetti occorre sottolineare come una parte di compratori ha rivelato che in estate questa tipologia di materasso è eccessivamente caldo. Una lamenta che riguarda soprattutto i vecchi modelli. I materassi di ultima generazione vedono l’integrazione di diversi materiali e schiume che sono in grado di far areare maggiormente il materasso.

 

In particolare il poliuretano espanso ha un elevatissimo potere traspirante e permetterà di non sudare e quindi di soffrire il caldo anche nei mesi più caldi. Si consiglia inoltre di scegliere i tessuti naturali, di nuovissima produzione sono i materassi con rivestimento in Aloe Vera.

3 vantaggi

Il materasso in memory foam è un prodotto che è estremamente richiesto nel mercato attuale. Una tipologia di materasso molto apprezzato per via dei vantaggi che si possono avere riposandovi sopra. Il materasso in memory foam è il miglior prodotto sul mercato. Questo avviene anche per la crescente attenzione che si ha nei confronti del benessere del sonno, indispensabile per poter poi gestire le proprie giornate nella maniera migliore.

 

3 sono i maggiori vantaggi di cui si può godere scegliendo un materasso in memory foam. Innanzitutto questo si adatta alle forme del corpo. Quindi sarà in grado di sorreggere in maniera corretta ogni singola parte del corpo indipendentemente dalla conformazione e dal peso. Questo permette di godere della migliore comodità che un materasso possa offrire.

 

Inoltre si tratta di materassi termosensibili quindi in grado di mantenere una temperatura corporea sempre costante.

 

Infine i memory foam sono in grado di favorire la posizione naturale durante il sonno, migliorando quindi la circolazione e quindi evitando i formicolii con cui si sveglia chi soffre di dolori muscolari.

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Come organizzare un evento aziendale di successo

Organizzare un evento aziendale di successo non è una cosa semplice, per questo bisogna fare affidamento su una agenzia seria e in grado di comprendere al meglio le esigenze delle aziende interessate al servizio.

Come prima cosa ci si deve domandare il motivo per cui viene organizzato l’evento e il budget a disposizione. Si tratta di una convention o di un evento per il lancio di un prodotto?

Potrebbero sembrare simili ma, in realtà, l’organizzazione di questi due eventi si differenzia completamente.

La chiave per un evento di successo, mettere al centro le persone

In ogni evento aziendale che si rispetti, sono le persone che devono essere messe al centro dello stesso. L’organizzazione deve per questo essere dettagliata e sposarsi perfettamente con il target di riferimento.

Non tutti gli eventi sono concepiti per rivolgersi all’azienda nel suo complesso, sono infatti specifici e coinvolgono reparti definiti, come i partner commerciali o il reparto delle risorse umane.

Altro elemento che caratterizza il successo o meno di un evento in azienda, è la sua programmazione. Prima di definire la data e inoltrare gli inviti, è bene verificare la disponibilità dei partecipanti ed eventuali date alternative.

Bisogna prestare attenzione anche alle tempistiche, calcolando in anticipo tutti gli adempimenti e i dettagli da organizzare oltre a evitare periodi di festività o di vacanze come i mesi di luglio e agosto. Potreste trovare difficoltà nell’ottenere un riscontro positivo, questo metterebbe a rischio il successo stesso dell’evento.

La definizione della location e il catering

Un aspetto fondamentale nell’organizzazione degli eventi è la scelta della location. Bisogna infatti comprendere se l’azienda ha a disposizione sale interne che riescano ad accogliere tutti gli ospiti o se è necessario prenotare una location alternativa.

Una volta definito il luogo per l’evento, è ora di pensare al catering e alla ricerca del rinfresco o del buffet che si abbina meglio. Cercate sempre di proporre una ricca varietà di piatti, in grado di accontentare le esigenze di tutti e con una scelta adatta anche a chi è vegetariano o ha particolari intolleranze (al glutine per esempio).

Nessuno dei partecipanti si deve sentire escluso e le esigenze di tutti devono essere valorizzate adeguatamente, intolleranze comprese.

L’intrattenimento è da prevedere?

Coinvolgere i partecipanti durante l’evento è essenziale, chi se ne ricorderebbe altrimenti? Proprio per questo bisogna pensare al tipo d’intrattenimento da prevedere. Molto spesso vengono organizzati eventi con Dj o Karaoke, l’atmosfera in questo caso diventa inevitabilmente rilassante e conviviale.

L’intrattenimento deve essere deciso a seconda del target di persone a cui ci si rivolge, se l’evento è concepito per essere formale e prevede un incontro tra azienda e partner commerciali, il Karaoke non è sicuramente la scelta giusta.

L’attenzione ai dettagli è di primaria importanza, così come una corretta ottimizzazione del tempo a disposizione e la creazione di un servizio unico e pensato per il target, che si sposi con l’obiettivo dell’azienda.

Tutti questi aspetti sono necessari per riuscire a organizzare un evento aziendale di successo. Aziende come Nosilence, saranno gli alleati perfetti per rendere il vostro evento memorabile e per non deludere le aspettative.

Organizzazione e creatività sono per noi essenziali nel servizio che mettiamo a disposizione delle aziende, oltre a una gestione degli imprevisti impeccabile per evitare brutte sorprese.

Gli eventi devono essere pensati per essere in linea con le esigenze e gli obiettivi aziendali, scegliere il professionista giusto fa la differenza.

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È ancora possibile fare trading con le opzioni binarie?

Il trading online ha cambiato, letteralmente, il mondo del risparmio, come testimoniano i milioni di cittadini, sparsi in tutto il mondo, che privilegiano questa opzione al classico canale dello sportello bancario, ormai vetusto e, purtroppo, gravato da commissioni di negoziazione piuttosto elevate. Quest’ultima soluzione, oltretutto, risulta decisamente meno al passo coi tempi.

 

La grande rete telematica, infatti, ha consentito agli utenti di poter diversificare compiutamente i propri investimenti, approcciando ad altri asset finanziari rispetto ai classici mercati azionari ed obbligazionari. Basti pensare alla grande popolarità acquisita da Forex, Criptovalute e opzioni binarie. Ed è proprio su queste ultime che concentreremo la nostra attenzione nel prosieguo dell’articolo, spiegando, brevemente, come sono strutturate.

 

Opzioni binarie: per quali tipologie di investitore sono adatte?

 

Partiamo, innanzitutto, da un primo aspetto: le opzioni binarie, al pari di tutti gli altri asset presenti nel mondo finanziario, non garantiscono la certezza del capitale investito e implicano che il risparmiatore sia conscio che il prezzo del titolo possa essere volatile. L’approccio alle opzioni binarie, quindi, dev’essere attuato in modo consapevole, evitando esposizione totalitarie od eccessive sulle medesime.

 

Le opzioni binarie devono essere intese come un ingrediente aggiuntivo in un portafoglio ben diversificato, che preveda al suo interno, nonostante i rendimi certamente non elevati di questi ultimi anni, anche asset finanziari meno esposti alla volatilità. Esse fanno parte degli strumenti finanziari derivati e prevedono solo due possibilità: effettuare una previsione corretta o meno su un determinato indice azionario, valutario, delle materie prime ed altri comparti presenti nel mondo finanziario.

 

In altre parole, le opzioni binarie non si basano sul valore intrinseco di un determinato titolo, ma mirano ad individuare se il medesimo aumenterà o diminuirà in un determinato lasso temporale. Ed è proprio questo l’aspetto maggiormente intrigante, che offre la potenziale opportunità di ottenere una preziosa plusvalenza anche nel caso in cui il titolo prescelto perdesse terreno (ovviamente se si è effettuata la scelta di puntare al ribasso).

 

Quanto fin qui descritto fa comprendere la complessità di questo asset, complici anche le dinamiche camaleontiche dei mercati, in grado di cambiare repentinamente la propria direzione in base a fattori assai diversi tra loro. È sempre meglio affidarsi alla consulenza di qualificati esperti in materia presenti in rete, che possono offrire soluzioni realmente adatte al profilo dell’investitore, oltre ad educarlo su quale sia il giusto approccio alle opzioni binarie.

 

Restrizioni ESMA: sono valide in tutto il mondo?

 

Un passo, quest’ultimo, diventato indispensabile nel corso degli ultimi anni a causa di alcune restrizioni imposte dall’ESMA (autorità europea che regola l’attività dei broker nel Vecchio Continente), che consente l’operatività solo a quei soggetti che soddisfano due dei seguenti requisiti:  possedere liquidità superiore o pari ad €.500.00,00; aver effettuato almeno dieci operazioni nei mercati finanziari in ogni singolo trimestre degli ultimi quattro; aver svolto la professione di broker o consulente finanziario per almeno un anno alle dipendenze di un intermediario abilitato.

 

Se guardiamo al panorama italiano, quindi, i soggetti che possono operare direttamente in opzioni binarie sono decisamente pochi. L’obiettivo dell’ESMA, d’altro canto, era chiaro fin da quando è stata applicata questa normativa: tutelare gli investitori alle prime armi, che talvolta approcciano al mondo delle opzioni binarie senza l’adeguata consapevolezza che la tipologia di investimento richiede.

 

Esiste, però, un rovescio della medaglia, in quanto non erano pochi quei trader che ottenevano guadagni applicando strategie adeguate, consapevoli della volatilità, certamente non contenuta, presente nelle opzioni binarie. Questi soggetti, tuttavia, possono ancora investire in questo comparto sfruttando i broker legalmente riconosciuti in altre parti del mondo

 

La zona Euro, ad oggi, è l’unica ad aver applicato questa restrizione. E sui siti specializzati che spiegano come guadagnare con le opzioni binarie non sia affatto semplice, ma può regalare dei buoni risultati se si segue una strategia appropriata ed una metodologia costante, è possibile scegliere un broker internazionale legalmente riconosciuto.

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Le 3 fasi per organizzare un evento indimenticabile

Organizzare un evento, di qualsiasi tipo esso sia, richiede tempo, passione, impegno e una buona e dettagliata organizzazione, al fine di poterlo rendere unico e indimenticabile. Ci sono degli step ideali da seguire per poter organizzare un evento in maniera impeccabile, tenendo conto di ogni aspetto senza tralasciare i piccoli dettagli, che sono quelli che fanno la differenza. Di seguito, i consigli per pianificare la tua festa e le migliori proposte per il tuo evento a Roma.

1)  Definire gli obiettivi dell’evento

Prima di partire con l’organizzazione concreta dell’evento, è necessario stabilire i tuoi obiettivi sulla base del risultato finale che intendi ottenere. È fondamentale capire che tipo di evento intendi organizzare e le sue finalità, prima di iniziare a strutturarlo. Ma cosa bisogna stabilire?

  • La data: oltre a scegliere una data che vada bene a te, considera anche un giorno e un orario che possano andare bene alla maggior parte degli invitati, così da potere accontentare tutti, o quasi, e avere una buona partecipazione durante la giornata stabilita. Sarebbe bene informare tutti gli invitati almeno due settimane prima dell’evento, così che non prendano altri impegni e abbiano il tempo di organizzarsi al fine di potere partecipare senza problemi.
  • Il luogo: in base al tipo di evento che vuoi organizzare, puoi scegliere una location adeguata in relazione alla capienza, alla zona in cui si trova, alle sue caratteristiche, ai vantaggi che offre. A Roma sono numerose le opzioni di scelta della location dell’evento: si può optare per una grande villa con eventuale piscina e spazi esterni, prevalentemente per la bella stagione, oppure per un casale di campagna per una festa più rustica, o ancora per un locale di lusso o uno più intimo e familiare.

2)  Stabilire il budget

Per organizzare un evento è necessario come prima cosa stabilire un budget realistico, e capire a cosa destinarlo. Sono tanti gli aspetti di cui tenere conto per la realizzazione di una festa ed è necessario connettersi ad una rete, a un team di persone che possano aiutarti nella realizzazione del tuo evento. Il budget serve a coprire le diverse spese in termini di:

  • Location
  • Attrezzature
  • Staff
  • Inviti
  • Cibi e bevande
  • Allestimenti
  • Fotografo
  • Intrattenimento
  • Varie spese aggiuntive

3)  Spedisci gli inviti

L’invito può essere considerato un vero e proprio biglietto da visita, e grazie ad esso potrai iniziare a conquistare l’interesse dei partecipanti all’evento. Al fine di creare un invito accattivante e che possa attirare l’attenzione, puoi utilizzare diverse formule e scegliere tra svariati formati, utilizzando dei programmi di grafica oppure affidandoti ad un esperto che possa farlo al tuo posto. Le informazioni da includere obbligatoriamente nel biglietto, per spiegare in maniera dettagliata come si svolgerà l’evento, sono:

  • Data e ora: devono essere esplicitate la data e l’orario di inizio dell’evento;
  • Location: è necessario indicare l’indirizzo della località scelta, eventuali informazioni aggiuntive su come raggiungerla, stabilire se si trova all’aperto oppure al chiuso, e se è presente un parcheggio nei dintorni;
  • Programma della serata: è bene indicare come si svolgerà l’evento, eventuali ospiti speciali e la durata approssimativa della serata;
  • Tema dell’evento: se c’è un tema prestabilito è bene specificarlo, così come il tono dell’evento, se formale oppure informale, per consentire agli ospiti di presentarsi con un adeguato abbigliamento in base al dress code della serata.

Gli inviti potranno essere spediti o consegnati a mano in maniera tradizionale cartacea, oppure inviati in digitale tramite indirizzo e-mail.

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Cosa comprare quando nasce un bambino

Molti neo genitori sono in dubbio su cosa comprare quando nasce un bambino, in quanto le esigenze del piccolo risultano sempre maggiori di quelle previste. Un consiglio per riuscire a stilare una lista di acquisti valida, è quello di pensare a “settori”. Ovvero creare alcune categorie in cui riporre mentalmente tutti gli oggetti, accessori necessari per il neonato:

  1. abbigliamento – da casa, da esterni, notturno;
  2. accessori abbigliamento – come ad esempio guanti anti-graffio o per la stagione invernale, sciarpe, cappellini;
  3. cura personale – oggetti per il bagnetto, come una spazzola o un asciugamano morbido con cappuccio, un prodotto detergente delicato per il corpo. Oppure pannolini, crema o pasta lenitiva e salviettine umide;
  4. nutrizione – latte in polvere, tiralatte elettrico, biberon, sterilizzatore;
  5. indumenti per l’allattamento – reggiseno per allattamento, coppette;
  6. accessori per conciliare il sonno – come ad esempio carillon;
  7. giochini adatti ai più piccoli;
  8. elementi per il trasporto – ovetto, navetta, passeggino, carrozzina o culla.

Su www.idealbimbo.it è possibile trovare un’offerta molto vasta, che tiene conto di tutte le esigenze da soddisfare e delle diverse possibilità economiche.

Cosa comprare per quando nasce un bambino: unguento o crema lenitiva

Sapere cosa comprare quando nasce un bambino è essenziale per creare un ambiente adatto ad accogliere ogni sua necessità. Per quanto riguarda la cura personale del piccolo, sono molti gli elementi che devono essere acquistati. Uno dei più importanti è l’unguento o crema lenitiva per le parti intime. La sua qualità deve rispettare la sensibilità della pelle e il PH, mantenendola pulita, asciutta e protetta. Inoltre avere sempre a portata di mano uno smacchiatore efficace per indumenti, è ottimo, in quanto permette di proteggere gli indumenti dalle feci. Sporcare una tutina, un asciugamano è molto frequente soprattutto quando il bambino viene cambiato sul fasciatoio. Infatti non importa quanto siano assorbenti i pannolini acquistati o quanto spesso vengono cambiati. La probabilità che il piccolo si sporchi è sempre alta.

Infine per quanto riguarda la pulizia delle parti intime, si consiglia di acquistare un detergente molto delicato. Acqua tiepida e un goccio di sapone sono perfetti per lavare il piccolo. Se si tratta solo di urina, al momento del cambio del pannolino, basta usare delle salviette umide. Queste devono rispettare il ph della pelle e non risultare troppo acide. Scegliere anche qui un prodotto di qualità è estremamente importante per non incorrere in irritazioni o dermatiti.

Che cosa comprare quando nasce un bambino: biberon e sterilizzatore

Quando ci si domanda cosa comprare quando nasce un bambino, è importante focalizzarsi bene su ogni categoria in cui collocare elementi necessari e oggetti. Ad esempio per quanto riguarda la nutrizione, sono diversi gli elementi che devono necessariamente essere acquistati prima che il piccolo nasca, ovvero:

  • biberon- ne esistono molti in commercio e possono essere anche impiegati durante la fase dell’allattamento, quando la mamma è a lavoro o comunque non si trova in casa;
  • tiralatte – manuale ed elettronico, è uno strumento necessario per tenere da parte il latte materno;
  • bustine o contenitori per latte – consentono di conservare in frigo e nel modo corretto il latte della mamma;
  • biscotti plasmon per neonati – mescolati al latte, solitamente quello in polvere, permettono di conferire un sapore più gradevole e un apporto di carboidrati.

Cosa serve comprare quando nasce un bambino: lettino mobile, culla e passeggino

Uno dei regali più apprezzati prima di una nascita è senza dubbio il passeggino oppure la culla. Molti neo genitori preferiscono acquistare un passeggino trio, in quanto non solo risulta più accessibile economicamente, ma è decisamente pratico e funzionale. Si tratta di un passeggino 3 in 1, che include al suo interno un ovetto ( per viaggiare in automobile), una culla e un passeggino tradizionale. Si sgancia con semplicità all’occorrenza e può essere inoltre trasportato facilmente. Un prodotto di questo tipo è ottimo per versatilità, praticità e resistenza dei materiali.

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Come conservare la verdura in frigo

Come conservare la verdura in frigo in modo da farla durare il più lungo tempo possibile ed evitare inutili sprechi? È sufficiente seguire e rispettare alcune accortezze che permettono di non guastare la verdura prima del dovuto.

In questo modo si ha la certezza di non buttare via e di avere verdura sempre ben conservata e pronta all’uso.

 

Le accortezze da seguire per non alterare il ciclo di vita della verdura aumentano nel caso in cui si comprano grandi quantità alla volta.

Un numero sempre maggiore di persone, infatti, acquistano grandi quantità di frutta verdura online su siti come www.limonechesimangia.it, approfittando di sconti e promozioni.

 

Conservare la verdura in frigo è semplice. Grazie all’osservazione di alcune piccole regole è possibile evitare la proliferazione di batteri all’interno del proprio frigorifero.

Batteri che rovinano lo stato di conservazione della verdura che deve essere gettata dopo pochi giorni dopo l’acquisto, con una notevole perdita di soldi e tempo.

Come si conserva la verdura in frigo: i consigli

Quali sono i consigli su come conservare la verdura in frigo in modo di evitare sprechi?

La verdura come va conservata in frigo? Seguendo queste poche e semplici regole è possibile limitare gli inconvenienti e avere una verdura sempre fresca e pronta a essere consumata in qualsiasi momento.

 

Come conservare la verdura fresca in frigo?

Ecco le prime due accortezze da seguire per migliorare l’organizzazione del proprio frigorifero:

 

  • scelta dei giusti contenitori. Ogni tipologia di verdura ha bisogno di un contenitore adatto alle proprie caratteristiche. Alcune, ad esempio, necessitano di carta assorbente o sacchetti di carta come nel caso delle verdure a foglia larga o delle insalate. Altre invece sono da avvolgere in un panno umido (broccoli e cavoli). Erbe aromatiche e asparagi meglio metterli con il gambo nell’acqua.

 

  • scelta degli scomparti giusti. Il frigorifero non ha una temperatura omogenea, ma presenta diverse zone con temperature che variano. Come conservare la verdura in frigo quindi? Basta destinare ogni verdura allo scomparto con la temperatura più adatta alla sua conservazione. Le zone più basse sono quelle più umide (ideali per ortaggi come cavolfiori, sedano e verdure a foglia), mentre i ripiani superiori sono da destinare a zucchine, cetrioli e peperoni.

Come si conserva la verdura in frigo: la preparazione delle verdure

Sono tante le persone che si chiedono come conservare la verdura in frigo.
Una domanda che nasce dalla volontà sempre maggiore di evitare rischi e anche alcuni inconvenienti legati al proliferare di eventuali batteri.

Oltre alle regole da rispettare per quanto riguarda l’organizzazione del frigorifero, ce ne sono altre da osservare prima di mettere la verdura al fresco.

 

Ecco alcune raccomandazioni ulteriori su come conservare meglio la frutta e verdura in frigo

 

  • tagliare e buttare le parti marce o che sono sul punto di guastarsi, meglio con un taglio netto e deciso;
  • non lavare mai la verdura prima di essere riposta all’interno del frigorifero, ma solo prima di essere consumata;
  • evitare di mettere diverse tipologie di verdure all’interno dello stesso contenitore visto che quello più maturo rischia di far andare a male gli altri.

Come conservare meglio la frutta e verdura in frigo: la temperatura ideale

Un altro aspetto fondamentale su come conservare la verdura in frigo riguarda ovviamente proprio il giusto funzionamento del frigorifero e la sua temperatura.

Questa è indicativamente impostata tra 4 e i 6°C, ma va modificata a seconda del volume di alimenti che sono presenti al suo interno.

 

Maggiore è il numero di alimenti, minore deve essere la temperatura e viceversa. Il consiglio, in questo caso, è di non riempire mai troppo il frigorifero per permettere la giusta distanza tra gli alimenti e la circolazione dell’aria.

Da evitare anche il posizionamento della verdura troppo all’interno visto che, stando a contatto con la parete, è più esposta al congelamento e all’umidità.

 

È giusto sottolineare e specificare, inoltre, che no tutti i tipi di verdura sono da conservare in frigorifero.

Alcuni, come ad esempio i pomodori, sono da mettere in frigorifero solo se particolarmente maturi sennò possono essere lasciati tranquillamente all’esterno.

 

Altre tipologie di verdure, come patate, aglio e cipolla, è consigliato conservarle in un sacchetto di carta da tenere in un luogo asciutto.

Niente frigorifero anche per le erbe aromatiche che sarebbe meglio conservare in un barattolo con un po’ di acqua.

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Cattivi pagatori: tutto quello che devi sapere per uscirne

Cosa significa essere un cattivo pagatore? Cosa fare nel caso in cui venga fatta una segnalazione in Crif? Sono solo alcune delle domande che spesso si pongono gli utenti, spesso confusi dalle miriadi di normative vigenti complesse e non facili da comprendere. Cerchiamo di chiarire i principali interrogativi sull’argomento e fornire una panoramica esaustiva su cosa significa oggi essere dei cattivi pagatori, come uscire da questa condizione e ottenere la riabilitazione del cattivo pagatore.

Chi è un cattivo pagatore?

Divenire un cattivo pagatore non è particolarmente difficile: basta non pagare in tempo anche soltanto due rate di un mutuo, di un finanziamento o di un prestito. È definito cattivo pagatore un soggetto che, avendo stipulato un contratto con una banca, non adempie ai suoi obblighi di pagamento o li adempie con ritardo. In questi casi l’utente viene iscritto nei principali sistemi di informazione creditizia, ovvero in grandi archivi contenenti i nominativi di tutti gli utenti che, nel corso del tempo, hanno trattenuto rapporti finanziari con gli utenti: non solo i cattivi pagatori ma anche coloro che vantano posizioni creditizie virtuose, ovvero di coloro che sono in regola con i pagamenti.

Le conseguenze negative derivano naturalmente solo per coloro che non hanno adempiuto ai loro obblighi creditizi o lo hanno fatto in ritardo: la registrazione dei loro nominativi come “cattivi pagatori” crea una sorta di pregiudizio sulla loro posizione personale, a fronte dei loro inadempimenti quale istituto di credito si fiderebbe a concedere prestiti e finanziamenti? Da questa situazione ben si può comprendere che, il cattivo pagatore, per ripristinare la sua buona “reputazione finanziaria” necessità di un intervento riabilitativo, che permetta di ottenerne la cancellazione e avere la possibilità di ottenere ulteriori prestiti e finanziamenti. La segnalazione delle sue informazioni debitorie viene effettuata a sistemi come il Crif, in particolar modo quando il ritardo nei pagamenti si verifica per più di due rate. Vediamo ulteriori dettagli.

Chi vede le segnalazioni come cattivo pagatore?

Le informazioni relative alla situazione debitoria, economica e finanziaria dell’utente è conoscibile attraverso una serie di canali: gli istituti finanziari, in particolare, possono accedere ai dati inerenti alla situazione economica del debitori accedendo ai SIC (c.d sistemi di informazioni creditizie). Va tenuto conto infatti che in Italia esistono importanti sistemi di accertamento centralizzati, di natura essenzialmente privata, che svolgono la loro attività nel rispetto del codice deontologico imposto dal Garante della privacy al fine di tutelare la riservatezza dei dati delle famiglie e dei consumatori. I SIC si occupano soprattutto di elaborare le informazioni fondamentali per la concessione del credito agli utenti, limitatamente agli intermediari aderenti al sistema.

Le banche dati dei SIC raccolgono tutte le informazioni inerenti a mancati pagamenti di un mutuo o mancato rimborso dei prestiti, ritardi e, viceversa, le informazioni positive riguardanti gli utenti: pagamenti e rimborsi puntuali, nonché relazioni creditizie per i quali non si sono registrati inadempimenti. I SIC non sono dunque altro che banche private, capaci di svolgere il compito di raccolta e scambio delle informazioni con gli operatori creditizi, fornendo importanti dati sui rapporti di credito che soggetti privati e imprese detengono con gli operatori stessi, con lo scopo di dare una valutazione generale sullo stato di affidabilità creditizia di chi richiede un prestito. Non a caso i SIC vengono comunemente definiti, seppur impropriamente, “centrali rischi”. Grazie ai SIC le realtà finanziaria possono avere accesso alla situazione economica del debitore.

Tramite l’accesso al registro cattivi pagatori CRIF (centrale rischi finanziaria) in particolare, gli istituti possono conoscere i dati relativi alle richieste di credito e al rimborso dei finanziamenti attivi, con lo stato di avanzamento dei pagamenti. Oltre al CRIF esistono comunque altre società private, non gestite da enti pubblici, che svolgono la loro attività come SIC. Chi comunica questi dati e le informazioni inerenti ai rapporti di credito degli utenti? A farlo sono le stesse banche e le finanziarie, con lo scopo di individuare i clienti “virtuosi”, ovvero i buoni pagatori, e quelli poco affidabili, sempre nel rispetto del codice della privacy.

Cattivo pagatore: quali conseguenze ne derivano?

Essere ritenuto un cattivo pagatore può avere per l’utente delle conseguenze molto importanti: una persona il cui nominativo è indicato all’interno dei registri dei cattivi pagatori tenuti e gestiti dai “Sistemi di informazioni creditizie” con elevata probabilità troverà molte difficoltà a ottenere prestiti e finanziamenti futuri, in considerazione del fatto che, istituti di credito e finanziari, prima di accettare un’eventuale richiesta di prestiti e finanziamenti consulteranno questi registri. Una volta individuata la posizione di “cattivo pagatore” dell’utente saranno pertanto molto restii a intrattenere relazioni economiche con loro.

Ciò significa che essere registrato come cattivo pagatore equivale a perdere la fiducia delle banche: la storia creditizia poco virtuosa di una persona, caratterizzata da ritardi o mancati rimborsi, si traduce nell’impossibilità del soggetto di ottenere nuovi prestiti, mutui o fidi da parte degli istituti creditizi e finanziari. In alcuni casi un istituto di credito potrebbe persino negare l’apertura di un conto corrente a un “cattivo pagatore”, e ciò si può dunque tradurre nell’impossibilità di disporre persino di un semplice libretto di assegni (nella stragrande maggioranza dei casi sarà comunque consentito il mantenimento di un conto corrente, ma la sua apertura è fortemente legata alla discrezione della banca).

Cattivo pagatore: è possibile ottenere la riabilitazione?

Ma una volta “registrato” e dunque ritenuto “cattivo pagatore”, è possibile per l’utente porre rimedio alla sua “cattiva reputazione finanziaria? La risposta a questa domanda risiede nella “riabilitazione del cattivo pagatore, ottenibile soltanto con il decorso del tempo. Quando trascorre un certo periodo temporale infatti, l’istituto finanziario provvede alla cancellazione del nome dell’utente dai registri dei “cattivi pagatori”. I tempi di iscrizione delle informazioni finanziarie degli utenti sono infatti vari, e dipendono dalla tipologia dei dati: se la richiesta di finanziamento è stata rifiutata dall’istituto, o semplicemente abbandonata dal soggetto richiedente, il periodo di registrazione del suo nominativo è soltanto di un mese.

Un’eventuale richiesta di finanziamento in attesa di esito rimane invece iscritta per un massimo di sei mesi, le morosità di due rate o di due mesi poi sanate dagli utenti vengono iscritte per un massimo di dodici mesi a partire dal giorno di regolarizzazione, mentre le morosità superiori a due rate o a due mesi vengono iscritte per 24 mesi. Per le morosità, o altri inadempimenti importanti, il termine di iscrizione è di 36 mesi, se non sono stati sanati. I rapporti crediti regolari infine, vengono iscritti per 36 mesi, nel caso specifico in cui il soggetto abbia uno storico caratterizzato da altri rapporti finanziari registrati come negativi, ovvero non regolarizzati. In seguito alla scadenza di questi termini, i sistemi di informazione creditizie sono tenuti a provvedere alla loro cancellazione.

Ma attendere la scadenza dei termini suddetti è l’unico modo per ottenere la riabilitazione di “cattivo pagatore”? Naturalmente no, esiste comunque la possibilità di adire l’autorità giudiziaria e, per questa via, chiedere un provvedimento che imponga a un istituto di credito la cancellazione del nominativo dalla black list. Per ottenere la riabilitazione tramite il ricorso al giudice è comunque necessario che sia presente un requisito imprescindibile: l’iscrizione nell’elenco deve essere avvenuta senza che ne ricorressero i requisiti. In questo caso è infatti possibile ricorrere al giudice per chiedere un provvedimento di “riabilitazione” urgente, con in aggiunta la possibilità di ottenere il risarcimento dei danni nel caso in cui dall’iscrizione indebita sia derivato un danno per l’utente.

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Assicurazione vita: una garanzia anche dal punto di vista fiscale

La salute è la prima cosa nella vita. Un bene che non si può comprare né comparare con nessun altro. Quel qualcosa che non si percepisce quando si sta bene ma che torna prepotentemente alla ribalta al minimo acciacco. Questo è naturale ci sia, dal momento che malattia e salute coesistono e si affiancano dalla notte dei tempi. Fanno entrambe parte dell’esistenza, per questo è importante essere preparati e organizzati quando c’è bisogno di avvalersi di prestazioni sanitarie, dove è la tempestività a fare la differenza, non solo per attenuare i disagi che vengono dal malessere, ma anche per prevenire le possibili complicazioni.

Insomma, avere dei punti di riferimento in materia di tutela della salute è fondamentale e sempre più nell’epoca attuale si sta sviluppando, accanto alla sanità pubblica, un sistema privato all’avanguardia, da chiamare in causa non solo per accelerare i tempi, ma anche per trarre il meglio da quanto garantito dallo Stato. In questo contesto si inserisce l’assicurazione vita a proposito della quale non tutti sanno che i costi sostenuti possono essere detratti fiscalmente, con dei vantaggi (e tutele) di non poco conto, che a fine anno riescono a consentire un risparmio di denaro non indifferente. Vediamo di che cosa si tratta!

Assicurazione sulla vita: di cosa parliamo?

L’assicurazione vita è uno strumento che può servire a tutelare non solo la propria condizione ma anche a fornire garanzie su terzi, come ad esempio i membri della propria famiglia, permettendo allo stesso tempo il mantenimento del reddito anche quando le condizioni di salute vengono meno.

Infatti la polizza vita è un contratto stipulato tra il contraente e la compagnia assicurativa che garantisce al beneficiario un capitale o un rimborso in denaro qualora sopraggiungano al soggetto assicurato difficoltà di tipo economico, malattia, invalidità o scomparsa prematura. Una tutela che si dimostra importante per garantire serenità e sicurezza da tutti i punti di vista, un fattore degno di considerazione per chi ha una famiglia a cui pensare.

Alcune cose da sapere:

  • La polizza può essere stipulata a proprio nome come per conto di terzi.
  • Il pagamento può essere fatto sia tramite canone mensile sia secondo scadenza semestrale o annuale.
  • Il costo è diverso a seconda di molteplici fattori: copertura scelta e clausole sottoscritte, tariffario della compagnia, rischio che l’evento assicurato si verifichi.

La polizza vita può essere altamente personalizzata e ogni situazione è davvero un mondo a sé.

Polizze particolarmente interessanti sono quelle miste, che comprendono la compresenza di clausole di tipo differente. Esiste anche una polizza mutuo casa che è in grado di tutelare la dimora abitativa in caso di scomparsa prematura. Questo a conferma delle molteplici soluzioni che possono offrire le compagnie assicurative.

Vantaggi della polizza vita

La polizza vita è consigliata per persone che presentano problemi di salute cronici, per categorie quali casalinghe e lavoratori dipendenti (che hanno solitamente condizioni economiche più delicate) e quanti sono la fonte primaria di reddito per la famiglia.

I benefici risiedono nella versatilità che questo tipo di assicurazione presenta, essendo in grado di rispondere a tanti tipi di bisogni. È allo stesso tempo una forma di risparmio e una di protezione rispetto ai rischi di una malattia, alla morte prematura o alla perdita di autosufficienza. Infine, l’assicurazione vita può anche essere un’ottima forma di investimento.

Quali clausole si possono detrarre con il 730?

L’assicurazione vita presenta un beneficio di non poco conto che merita, rispetto agli altri, un discorso a parte: quello di essere detraibile dal punto di vista fiscale. Ad avere agevolazioni fiscali sono i seguenti premi assicurativi:

  • Polizze aventi come fine la tutela di disabilità grave.
  • Polizze assicurative dove il soggetto è a rischio di non autosufficienza.
  • Assicurazione vita e contro gli infortuni.
  • Polizze che garantiscono il rischio di morte o invalidità permanente. La percentuale di infermità deve essere superiore al 5% e la stipula essere avvenuta a partire dal 2001.
  • Se stipulate nella sezione di assicurazione vita sono detraibili anche gli infortuni al conducente in caso di sinistro automobilistico.
  • Polizze casa.

Importante. È indispensabile che vengano conservati dei documenti per fare in modo che la pratica vada a buon fine, ovvero le ricevute dei pagamenti degli importi concordati con la compagnia e la copia del contratto con tanto di decorrenza stabilita. Per quei casi dove si hanno polizze di tipo misto è necessario evidenziare l’importo del premio relativo a ciascun rischio.

Una domanda che sorge spontaneo farsi è: quanto posso detrarre con le polizze vita e infortuni? La percentuale è del 19% con un limite massimo dell’ammontare del premio da dichiarare nel 730 di 530 euro. Un dato piuttosto interessante che può arrivare fino a 1291,14 euro nel caso del rischio di autosufficienza.

Come ottenere la detrazione fiscale

Vediamo quali sono gli elementi da considerare a proposito di assicurazione vita, ma anche per le altre polizze, per ottenere la detrazione fiscale:

  • Coincidenza tra contraente e assicurato.
  • Non influisce la figura del beneficiario: può essere chiunque.
  • Il contribuente ha diritto se è lui il soggetto contraente o il beneficiario.
  • Il contribuente è il contraente mentre il familiare a carico è il soggetto assicurato.
  • Il familiare è sia il contraente che il soggetto assicurato.
  • Il contraente è un familiare a carico mentre il soggetto assicurato è un altro familiare.

È indispensabile poter dimostrare la tracciabilità del pagamento che può essere fatto sia tramite moneta elettronica, ovvero carte di credito/bancomat, sia bonifico bancario/postale; è anche ammesso il pagamento tramite assegno bancario o circolare. La scelta è stata fatta con l’intento di combattere la lotta all’evasione fiscale e si inserisce in un quadro più ampio attuato dallo Stato negli ultimi anni.

Per ottenere la detrazione fiscale è infine necessario compilare correttamente il modello 730 alle righe che vanno da E8 a E12 del quadro, inserendo la cifra del premio versata nella polizza. Il codice utilizzato per la polizza vita è il 36 mentre per la polizza rischio morte e invalidità permanente è il 37.

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