Da diversi anni a questa parte stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione quando si parla di lavoro. Sempre più persone scelgono di portare avanti un impiego da casa e di seguire, oltre alla gratificazione economica, anche obiettivi come il miglioramento della qualità della vita di coloro con cui interagiscono.
L’arte della cartomanzia, un sapere millenario che può essere considerato come un valido punto di partenza per conoscersi meglio – sono diversi gli studiosi che, nel corso dei secoli, hanno indagato questa implicazione – è spesso al centro dell’attenzione e delle scelte di chi decide di lavorare da casa.
La professione del cartomante è legale in Italia? Quali sono gli accorgimenti da adottare nel momento in cui si decide di esercitarla? Ne parliamo meglio nelle prossime righe!
Fare il cartomante in Italia: le basi normative da conoscere
Lavorare come cartomante in Italia è legale. La professione in questione, però, va esercitata tenendo conto di specifici limiti e consigli.
Il principale prevede il fatto, nel momento in cui si decide di operare online, di iscriversi a un sito serio e in grado di garantire il massimo della compliance per quanto riguarda la trasparenza nelle tariffe e nei metodi di pagamento.
Attenzione: non è obbligatorio! Si tratta di un accorgimento pratico semplice ma importante sia per dare un boost alla visibilità, sia per rompere alcuni luoghi comuni che portano ad approcciarsi con diffidenza al mondo della cartomanzia sul web.
Dimostrare di collaborare con una realtà che non lascia nulla al caso quando si parla di chiarezza nella comunicazione con l’utente finale dà certamente punti in più (se ti interessa vedere come funziona un sito di questo tipo, vai su Giupiter.com per saperne di più).
Quando si lavora come cartomante è altresì essenziale specificare che non si propongono consulenze o trattamenti psicologici o psicoterapici e fare presente fin da subito al cliente che il risultato della sessione non va preso alla lettera.
Come iniziare a lavorare come cartomante?
Non esiste un percorso ufficiale per diventare cartomante in Italia. Si può fare riferimento alle proposte di accademie dedicate, ma anche ai corsi online proposti da privati che portano già avanti questa professione, per non parlare di associazioni molto attive sul territorio come le università popolari.
Fra i criteri per scegliere la soluzione giusta rientra senza dubbio l’analisi delle recensioni, così come il focus sulla carriera del docente. Se si tratta di un cartomante sul mercato da anni, con magari all’attivo pubblicazioni divulgative di successo, sceglierlo per iniziare un iter formativo potenzialmente di svolta per la soddisfazione professionale può essere una buona idea.
Per lavorare come cartomante serve la Partita IVA?
La risposta è affermativa: per lavorare come cartomante, nel momento in cui si ha a che fare con un fatturato superiore ai 5000 euro e continuativo, è necessario essere in possesso di Partita IVA.
Per amor di precisione, ricordiamo che un punto di riferimento utile da conoscere per la regolamentazione della professione è l’articolo 121 del TULPS, Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, in cui si parla in maniera esplicita del divieto della “mestiere del ciarlatano”.
Questo termine, spesso utilizzato nelle conversazioni comuni, ha uno specifico significato giuridico e indica coloro i quali esercitano pratiche di guarigione approfittandosi, attraverso promesse irrealizzabili, della buona fede delle persone, con lo scopo di ottenere vantaggi di natura economica.
Come già accennato, per esercitare in maniera legale la professione di cartomante è essenziale limitarsi alla lettura, fornendo consigli senza vaneggiare di cambiamenti miracolosi e senza sfociare nel terapeutico.
Concludiamo ricordando che, per quanto riguarda il Codice ATECO, le principali opzioni sono il 74.90.99, contrassegnato come “altre attività professionali”, o il 96.09.09, a cui è associata la dicitura “altri servizi alla persona”.