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I migliori paesi esteri dove iniziare il proprio piano di investimento

Quella degli investimenti è una materia molto complessa, che deriva da una serie di caratteristiche che porta, anno dopo anno, diversi esperti e addetti ai lavori a confrontarsi, relativamente a frontiere di mercato utili e, soprattutto, fiorenti per la propria attività economica. In genere, esistono alcuni paesi, tra i quali spiccano i paradisi fiscali, che permettono di agevolare la propria attività di investimento, grazie ad un meccanismo di tassazione più agevole e meno stringente, soprattutto in un primo periodo. Ciò non vuol dire che, scegliendo questi paesi, si compirà un’azione illecita o poco etica ma, semplicemente, che si andrà a scegliere un luogo dove il proprio piano di investimento risulta essere migliorato e più semplice da attuarsi: di seguito, sulla base di diverse valutazioni che possono essere chiamate in causa, si indicheranno alcuni di questi paesi esteri.

Le caratteristiche da valutare per la scelta di un paese dove investire

Prima di procedere con una semplice lista di paesi dove iniziare il proprio piano di investimento all’estero, è importante contestualizzare quella serie di dati che verranno offerti. La scelta degli investitori, infatti, dovrà essere finalizzata non soltanto in base ad un discorso di tassazione, che molto spesso attira dei movimenti verso l’estero, ma anche alla valutazione di altre caratteristiche da prendere in esame, per la scelta di un paese dove investire. A nulla importa, infatti, investire in un paese con tassi poco stringenti ma con una prospettiva di capitalizzazione di mercato bassa, dal momento che ciò frenerebbe allo stesso modo il proprio lavoro e il proprio guadagno.

Di conseguenza, tra i fattori che dovranno essere chiamati in causa per la propria valutazione ci sono, innanzitutto, la potenzialità di crescita attraverso la dimensione del mercato di riferimento e la possibilità di espandersi in un determinato settore estero; in secondo luogo, bisogna valutare quante e quali risorse ci sono nel mercato dell’investitore estero, oltre che la clientela alla quale ci si può interfacciare. Parametro da valutare assolutamente riguarda, invece, i costi di produzione e l’utilizzo di tecnologie previste da alcuni paesi: realtà come quella italiana, ad esempio, non consentono l’utilizzo dell’energia nucleare autoprodotta, dunque per alcune frontiere di mercato ciò sarebbe assolutamente svantaggioso rispetto ad altri paesi dove, invece, il nucleare è disponibile. Infine, bisognerà valutare anche la scelta in termini etici e di asset, per comprendere se il proprio brand può avere luogo.

I paesi consigliati per avviare un investimento

Detto questo, si possono indicare quelli che sono i migliori paesi esteri dove iniziare il proprio piano di investimento, sulla base delle caratteristiche precedentemente elencate e seguendo anche la rotta tracciata dalla World Bank. Innanzitutto, si considera una delle realtà più importanti, in termini di mercato, degli ultimi anni: l’Arabia Saudita. Trattasi di un vero e proprio gigante del Medio Oriente, nel quale è concentrata non soltanto la maggior parte della ricchezza della penisola arabica, ma anche una grandissima quantità di persone opportunità dal punto di vista turistico, professionale e societario. In effetti, si tratta di un paese dove il Pil Pro Capite nominale supera i 21mila dollari, a dimostrazione di una frontiera assolutamente importante per ogni investitore. Rientrando in quella stessa zona, non si può non prendere in considerazione anche la zona degli Emirati Arabi Uniti e, soprattutto, della loro zona centrale: investire a dubai sembra quasi un cliché al giorno d’oggi, ma c’è un motivo per il quale il paese attira così tanti investitori esteri. Trattasi di un luogo che presenta una tassazione molto blanda e, soprattutto, un meccanismo di agevolazione degli investitori esteri, tale da giustificare qualsiasi movimento di mercato.

Spostandosi dall’altra parte del mondo, la Costa Rica rappresenta uno dei paesi più economicamente e politicamente stabili per avviare un investimento estero, come considerato anche dalla crescita di mercato del Sud America in generale, negli ultimi anni, ed alcuni paesi come la Costa Rica e il Brasile, che al giorno d’oggi fa parte di quelle realtà più in risalita secondo dati internazionali. Si conclude, naturalmente, con il Lussemburgo, uno dei paesi più piccoli al mondo ma, allo stesso tempo, anche uno dei più ricchi, come considerato sia dei dati del Pil nominale, sia di quello Pro Capite che supera i 114.000 $ stando ai dati del 2018.

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Quanto costa affittare una casa a Milano: prezzi e quartieri

Chi cerca una casa da prendere in affitto a Milano dovrebbe considerare un budget abbastanza alto. Il capoluogo della Lombardia, infatti, è molto noto per i prezzi dell’affitto alti. In media, per trovare in affitto un monolocale o un mini bilocale, bisognerebbe prevedere un budget di circa 900 euro, perché a meno di questi prezzi è davvero difficile trovare un’occasione conveniente. Ma se andiamo più nei dettagli, quanto veramente si può spendere per trovare un alloggio in affitto a Milano, corrispondente alle proprie esigenze e necessità? Quanto può cambiare il canone da zona a zona?

Quanto costa un affitto a Milano

Parliamo di prezzi medi per quanto riguarda gli affitti in questa città. Qui puoi farti un’idea sul costo degli affitti a Milano. Si tratta del portale Immobili Ovunque, che, oltre a proporre annunci immobiliari per quanto riguarda le case in vendita, si occupa anche delle possibilità per la locazione. Dal punto di vista tecnico, il portale è molto performante e il sito si propone di raccogliere soltanto gli annunci dei veri esperti del mercato, ovvero le agenzie immobiliari.

Il costo medio di un affitto a Milano ad agosto 2023 si attestava a 22,23 euro al metro quadrato. In ogni caso, considerando anche l’evoluzione nel corso del tempo, si va da un range compreso tra 15,65 euro al metro quadrato (considerato come il prezzo più basso) e 30,43 euro al metro quadrato (come prezzo più alto). Naturalmente tutto varia a seconda della metratura della casa.

Per esempio, per un alloggio di 30 metri quadri si possono spendere di affitto circa 669 euro. A questa cifra si aggiungono poi le spese di condominio, che a Milano sono le più alte d’Italia, intorno ai 162 euro. Quindi il costo finale per un monolocale da 30 metri quadri è di 831 euro.

Per una casa da 60 metri quadri, si possono spendere 1.495 euro di affitto al mese. Se poi si hanno esigenze di una casa ancora più ampia, come per esempio un immobile da 90 metri quadri, che corrispondono ad un trilocale grande o ad un quadrilocale, sempre considerando l’aggiunta delle spese condominiali, si arriva a 2.169 euro di affitto.

Quali sono le zone più economiche per affittare a Milano

Per scendere con i prezzi, bisogna spostarsi nelle zone periferiche. Anche qui comunque ci sono molte variabili che influenzano i costi. Per esempio, la presenza di una cantina o di un solaio, il piano più o meno alto dell’appartamento, la classe energetica e la presenza di mobili nuovi, se si cerca una casa arredata.

Gli stessi parametri influiscono anche nel determinare l’affitto per una casa nelle immediate vicinanze del centro. Infatti per risparmiare ci si dovrebbe orientare verso appartamenti al piano terra oppure verso immobili situati in condomini senza ascensore.

Le stanze in affitto per studenti a Milano

Milano richiama anche molti studenti fuori sede, che si iscrivono alle università molto note in tutta Italia. Ma anche i prezzi per quanto riguarda le stanze da affittare agli studenti non sono molto bassi. Infatti una stanza singola costa 620 euro e una doppia 321 euro.

Anche i lavoratori che si trasferiscono nel capoluogo lombardo per questioni professionali incontrano delle difficoltà per quanto riguarda i prezzi. Si calcola che prendere in affitto un appartamento per un lavoratore incida per non oltre il 30% del reddito mensile. Questa regola però vale in generale, ma a Milano questa pratica viene spesso molto disattesa.

Nel contempo, comunque, sono stati avviati nella città degli incentivi e delle agevolazioni per venire incontro alle difficoltà degli affitti per i lavoratori precari, per coloro che sono dotati di partita IVA e per gli studenti.

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Come arredare uno studio medico

L’apertura di uno studio medico rappresenta il sogno di una vita che si realizza per tantissimi professionisti. Nel momento in cui ci si trova ad arredarlo, può capitare che l’emozione lasci il posto alla confusione e al pensiero di non riuscire a destreggiarsi tra le numerose mansioni da gestire.

Nulla di preoccupante! Con l’attenzione a pochi ma importantissimi espedienti, è possibile ottenere risultati straordinari.

L’importanza della pavimentazione

Se c’è un luogo dove è necessario trasmettere un’idea di comfort, eleganza e rigore fin dai primi momenti, questo è lo studio medico. Alla luce di ciò, è importantissimo curare la pavimentazione dell’ingresso e della sala d’attesa, evitando, per esempio, soluzioni come le moquette e le passatoie, che rischiano, a lungo andare, di essere poco igieniche.

Un’opzione che permette di non sbagliare praticamente mai è il parquet. Nell’ambito delle numerose essenze che si possono chiamare in causa, il noce americano spicca per robustezza e, per quanto riguarda la resa estetica, per la restituzione di un senso di classicità che non può che infondere tranquillità in chi fruisce di un determinato ambiente.

Come si può constatare sul portale Parquet Naturale, autorevole punto di riferimento per chi vuole sia informarsi sulle caratteristiche e i pregi delle varie essenze, sia entrare in contatto con professionisti qualificati per la realizzazione del pavimento e la posa, si può scegliere tra la soluzione oliata-cerata e la prefinitura all’acqua.

La prima opzione è l’ideale nei casi in cui si ha intenzione di orientare la hall del proprio studio verso un arredamento classico.

Il potere dell’illuminazione

Proprio in virtù della già citata ricerca del massimo del comfort, quando si arreda uno studio medico è importantissimo, in tutti gli ambienti, curare la qualità dell’illuminazione.

Spazio alle soluzioni a muro, che in un contesto caratterizzato da un forte passaggio di persone sono indubbiamente molto più pratiche rispetto alle piantane, e attenzione anche alle fonti di illuminazione principali.

A meno che non si abbia a che fare con uno studio che ha alle spalle centinaia d’anni di storia, è meglio evitare il classico lampadario con le candele in vetro.

Si tratta, infatti, di una soluzione decisamente vetusta, soprattutto quando si deve raccontare, attraverso l’arredamento, un brand moderno e proiettato al futuro.

Ottime a tal proposito sono le plafoniere, che possono essere scelte di diverse forme, anche con linee morbide e con motivi estetici che richiamano altri dettagli dell’arredamento, per esempio i cuscini.

Non solo pergamene

Lo studio medico è un biglietto da visita che valorizza l’unicità dei professionsiti che vi lavorano. La tentazione più grande, quando lo si arreda, è non a caso quella di appendere le pergamene della laurea e degli altri traguardi formativi conseguiti nel corso degli anni.

La sua presenza è fondamentale, ma non basta. Essenziale, infatti, è trasmettere anche i valori che distinguono dalla concorrenza, che possono essere “raccontati” attraverso vere e proprie opere d’arte.

In questo caso, una buona idea può essere quella di prendere contatto con un creativo, raccontargli cosa si ha intenzione di trasmettere al proprio target e aspettare che, con tecniche che possono andare dalla pittura alla stampa, venga realizzata la magia.

Area relax? Sì, grazie!

In uno studio medico non deve assolutamente mancare l’area relax, da allestire in una zona caratterizzata da un livello sufficiente di privacy e avendo cura di scegliere sedute sufficientemente ampie e comode (almeno un divanetto a due posti deve essere presente).

Quali colori per le pareti?

A prescindere dalle peculiarità del brand da cui nasce lo studio, nel momento in cui si arreda e si sceglie il colore delle pareti è il caso, se possibile, di mantenersi su poche cromie neutre.

Se proprio si ha intenzione, comprensibilmente, di evitare il bianco con il suo effetto ospedale, si può puntare su un bel beige o, in caso di studi in cui i pazienti sono i bambini, verso un originale Peach Fuzz, il colore Pantone del 2024.

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I migliori veicoli commerciali in base alla tipologia di azienda

Una delle maggiori difficoltà delle aziende è quella di optare per i migliori veicoli commerciali. Essi, vanno decisi secondo dei criteri specifici e soprattutto in base alle priorità di un’impresa e della sua pianificazione operativa.

La scelta di un mezzo commerciale non è sempre semplice e scontata come si potrebbe pensare. La selezione può essere influenzata da una serie di fattori determinanti, che però non sempre si conoscono in modo minuzioso.

Come si sceglie un veicolo/flotta commerciale?

Nel vasto panorama dei furgoni aziendali disponibili sul mercato, è fondamentale porre attenzione a diverse considerazioni prima di prendere una decisione specifica (indistintamente che si tratti di leasing, acquisto o noleggio a lungo termine).

Per poter prendere scelta che sia giusta e consapevole, occorre porsi qualche domanda: quale sarà l’obiettivo principale del veicolo che vorrò acquisire? Quali dimensioni dovrò valutare attentamente? E quale tipo di alimentazione sarà più idoneo alle mie esigenze?

Queste perplessità – seppur talvolta trascurate – possono svelarsi come determinanti per evitare future complicazioni. La consapevolezza di tali aspetti diventa cruciale, poiché affrontare queste domande iniziali può prevenire problemi che potrebbero emergere successivamente, quando è ormai troppo tardi.

Affidarsi a un’azienda specializzata nel noleggio a lungo termine può essere una soluzione vantaggiosa. Accedendo al sito ufficiale delle ditte del settore è possibile trovare un’ampia gamma di furgoni in offerta, consentendoti di selezionare il modello più adatto alle tue esigenze.

Questo approccio facilita la scelta, permettendoti di valutare le opzioni direttamente online e garantendo una decisione informata basata sulle tue specifiche necessità aziendali.

I consumi contano

Il consumo di carburante riveste un ruolo indispensabile al fine di valutarne la convenienza economica per un’impresa, così come lo sarebbe per un agente di commercio impegnato in lunghe percorrenze giornaliere e annuali.

Scegliere un veicolo sportivo dalle prestazioni elevate ma con un consumo elevato di carburante, risulterebbe controproducente per qualsiasi attività aziendale.

Pertanto, la valutazione sulle spese legate al carburante dev’essere posta come priorità. Questo calcolo dettagliato consente una pianificazione precisa delle spese, evitando spiacevoli sorprese finanziarie che potrebbero compromettere la liquidità aziendale.

Un’altra differenza importante riguarda la guida in autostrada e quella in contesti urbani, dato che il consumo può variare notevolmente a seconda del modello di veicolo scelto.

Un’analisi scrupolosa del consumo di carburante si rivela fondamentale per ottimizzare i costi operativi e guidare un furgone commerciale che sia economico ed efficiente, perfettamente adattato alle specifiche esigenze di un agente di commercio o di qualsiasi altra attività aziendale.

Questo approccio garantisce una gestione oculata delle risorse finanziarie, permettendo all’imprenditore di concentrarsi maggiormente sulle attività commerciali senza eccessive preoccupazioni legate ai costi di esercizio del mezzo.

Endotermico o elettrico?

La scelta dell’alimentazione del furgone o del mezzo commerciale non può passare inosservata, soprattutto se l’impresa gestisce veicoli i cui spostamenti sono sempre più frequenti nelle grandi città. In tal caso, l’adozione di veicoli ibridi ed elettrici può rappresentare una soluzione vantaggiosa.

Questa decisione consente di evitare le limitazioni di traffico nelle Zone a Traffico Limitato (ZTL), beneficiare delle agevolazioni per il parcheggio riservate ai veicoli ecologici e risparmiare sulle spese di carburante sfruttando le colonnine di ricarica durante gli spostamenti.

Tuttavia, per gli spostamenti extraurbani, un’alternativa più conveniente potrebbe essere rappresentata da un furgone dotato di motore diesel. Questa scelta comporterebbe risparmi significativi in termini di consumo e gestione, particolarmente quando le distanze da percorrere sono considerevoli.

La propulsione diesel tende inoltre a garantire maggiore efficienza e resistenza nel lungo periodo rispetto a un modello a benzina.

In conclusione possiamo affermare che mentre i veicoli ecologici si rivelano eccellenti per la guida urbana, per i lunghi viaggi potrebbero presentarsi delle difficoltà oggettive a causa dell’autonomia limitata delle batterie di queste automobili.

In conclusione, la scelta dell’alimentazione del veicolo deve essere guidata dalle specifiche esigenze dell’impresa, bilanciando con attenzione le necessità di guida urbana ed extraurbana per garantire un’efficienza ottimale e una gestione dei costi sostenibile.

Comfort e innovazione un’anima sola

L’ultimo aspetto per scegliere il miglior veicolo commerciale è quello relativamente alla sicurezza e al comfort.

Braccioli, portacenere, supporti per smartphone e tavolini per i sedili posteriori, sono soltanto alcuni dei componenti importanti che potrebbero migliorare il comfort durante la guida.

Per quanto concerne la sicurezza, l’adozione di sistemi avanzati come l’ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) rappresenta una scelta intelligente e preventiva. Inoltre, sistemi all’avanguardia come la frenata automatica d’emergenza, il controllo degli angoli ciechi e l’assistenza al parcheggio sono elementi essenziali per prevenire incidenti e ridurre le distrazioni durante la guida.

Nei viaggi extraurbani, caratteristiche come il Cruise Control adattivo, il mantenimento della corsia e i sensori per rilevare la stanchezza del conducente dimostrano la loro utilità e soprattutto sicurezza stradale. Questi sistemi contribuiscono a mitigare l’affaticamento e a garantire una guida sicura, soprattutto durante spostamenti prolungati.

Un aspetto spesso trascurato ma cruciale per il comfort di chi guida è il livello sonoro prodotto dal motore del veicolo. Un ambiente tranquillo e privo di rumori fastidiosi favorisce l’attenzione e la concentrazione del conducente, aumentando ulteriormente la sicurezza e il comfort durante gli spostamenti, che siano di breve o lunga durata.

In conclusione, la scelta di un furgone richiede una valutazione concreta e minuziosa, senza commettere errori che potrebbero compromettere il successo dell’attività imprenditoriale in futuro. La considerazione attenta di dettagli come comfort, sicurezza e caratteristiche avanzate può fare la differenza nel garantire un ambiente di lavoro ottimale e ridurre i rischi legati agli spostamenti aziendali.

Se la tua attività richiede una soluzione di noleggio affidabile e conveniente, potrai trovare e scoprire offerte esclusive dedicate ai possessori di partita IVA sul web.

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Cultura Pop e Media: Come le Serie TV Influenzano la Moda

Nell’era dello streaming on-demand, le serie TV non sono soltanto una forma di intrattenimento ma si sono affermate come veri e propri vettori di tendenze culturali e di moda. Questi show, seguiti da milioni di spettatori in tutto il mondo, non si limitano a raccontare storie avvincenti; diventano piattaforme attraverso cui vengono lanciate nuove mode, influenzando non solo il modo in cui ci vestiamo ma anche il nostro stile di vita. Da “Euphoria”, che ha reso mainstream il trucco audace e colorato, a “Stranger Things”, che ha fatto riscoprire il fascino retrò degli anni ’80, le serie TV moderne stanno ridefinendo le passerelle globali. Questo articolo esplora come e perché le serie TV hanno guadagnato un ruolo così rilevante nel mondo della moda, delineando il percorso che porta un elemento dallo schermo al guardaroba.

L’ascendenza delle serie TV nella moda

Le serie TV di oggi vanno ben oltre la mera narrazione, diventando catalizzatori di stili e preferenze nel vasto universo della moda. Mentre un tempo la moda poteva sembrare un dominio esclusivo delle passerelle e delle riviste specializzate, ora troviamo ispirazione diretta nelle nostre maratone serali davanti alla TV. Serie come “The Crown” hanno introdotto un ritorno agli abiti di classe, ispirati agli anni del dopoguerra, con una precisione storica che ha affascinato il pubblico e gli stilisti allo stesso modo. Al contempo, produzioni come “Bridgerton” hanno influenzato il ritorno del fascino dell’epoca della Reggenza, con i suoi lussureggianti abiti e accessori, dimostrando che l’impatto delle serie TV sulla moda è tanto variegato quanto il loro pubblico. Attraverso queste finestre virtuali su mondi passati, presenti e futuristici, gli spettatori trovano non solo intrattenimento ma anche una fonte inesauribile di ispirazione moda, che spesso si traduce in tendenze globali.

Dalla finzione alla realtà: Accessori e tendenze

Tra gli accessori che hanno visto un’impennata di popolarità grazie alle serie TV, le sigarette elettroniche usa e getta occupano un posto di rilievo. Apparse come dettagli quasi trascurabili in scene di vita quotidiana o momenti di relax dei personaggi, questi accessori hanno guadagnato uno status di oggetto cult, simbolo di una certa estetica “cool” e spensierata. Il loro utilizzo in contesti televisivi ha contribuito a normalizzare l’idea del vaping, rendendolo un accessorio di stile tanto quanto un capo di abbigliamento o un tipo di pettinatura, e influenzando la percezione e il comportamento dei consumatori reali.

Impatto sul comportamento del consumatore

L’influenza delle serie TV si estende ben oltre la scelta di un singolo accessorio, incidendo profondamente sul comportamento d’acquisto dei consumatori. Gli spettatori, ispirati dai loro personaggi preferiti, cercano di emularne lo stile attraverso abbigliamento, accessori e lifestyle choices. I brand di moda, ben consci di questo fenomeno, spesso lanciano collezioni tematiche o collaborano con le produzioni televisive per capitalizzare su questa tendenza. Questo ciclo di influenza reciproca tra serie TV e moda alimenta un mercato dinamico, dove la finzione e la realtà si intrecciano costantemente. 

“The Crown” e il suo impatto sulla moda

Un esempio lampante di come una serie TV possa influenzare la moda è “The Crown“. La rappresentazione elegante e dettagliata degli outfit della famiglia reale britannica ha riacceso l’interesse per la moda degli anni ’50 e ’60, portando a una rinascita di stili classici con un tocco moderno. Questo ha spinto designer e case di moda a reintegrare elementi di quell’epoca nei loro lavori, dimostrando come la moda possa essere ciclica e come le serie TV possano giocare un ruolo cruciale nel riportare in auge tendenze del passato.

Conclusione

Le serie TV hanno una presenza ineguagliabile nella cultura pop e nel mondo della moda. Attraverso la rappresentazione di stili di vita, abbigliamento e accessori, queste narrazioni visive non solo intrattengono ma definiscono ciò che è trendy, desiderabile e alla moda. Gli accessori come le sigarette elettroniche usa e getta sono solo un esempio di come elementi specifici possano trasformarsi da comparse a protagonisti nella scena della moda, sottolineando l’importanza di osservare le serie TV non solo come fonti di intrattenimento ma anche come barometri delle tendenze contemporanee.

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Via da Milano: come prepararsi al meglio per partire in aereo

Milano è, per antonomasia, la capitale economica del nostro Paese. Tra strade affollate e un flusso costante di attività e proposte di svago della natura particolarmente disparata, il capoluogo lombardo si presenta come un crocevia di opportunità e dinamismo assoluti. In ogni caso, proprio come conseguenza diretta della frenesia incessante che la caratterizza, gli abitanti di Milano si trovano spesso a desiderare un allontanamento temporaneo, non soltanto dalle sue strade sempre affollate, ma anche dalle pressioni che caratterizzano la routine metropolitana di luoghi come Milano. Proprio in questo frangente, si palese il desiderio di viaggiare, esplorare nuovi orizzonti che vanno oltre i confini della città.

Vista la sua natura cosmopolita, però, Milano è anche una città ottimamente collegata e aperta al mondo grazie alla sua rete di trasporti tanto efficiente quanto diversificata. Di sicuro, nella stragrande maggioranza dei casi quando le persone viaggiano partendo da Milano scelgono l’aereo e, in particolare, lo scalo di Malpensa, rappresentando la prima linea per poter viaggiare alla volta di destinazioni sia nazionali che estere. Grazie a questa vasta rete di connessioni aeree, le porte per destinazioni internazionali e nazionali si aprono dinanzi ai viaggiatori che partono da Milano desiderando di scoprire nuovi luoghi.

Al di là del fine ultimo per il quale si parte, comunque, metropoli globalizzate come Milano rendono la partenza molto più del semplice acquisto del biglietto o del raggiungimento dell’aeroporto. Vista la complessità della metropoli, infatti, si rivela fondamentale pianificare in modo accurato ogni aspetto del viaggio, compreso il raggiungimento stesso dell’aeroporto. Un itinerario ben definito diventa, dunque, una base importantissima per poter partire senza intoppi. Nel corso di questo approfondimento, dunque, andremo a concentrarci su tutti gli aspetti da prendere in considerazione quando si parte dall’aeroporto di Malpensa, al di là della destinazione finale e dello scopo stesso del viaggio.

Tabella di marcia

Prima di predisporsi nei confronti della partenza, è importantissimo definire una tabella di marcia. Valutare i tempi di ogni aspetto dello spostamento e, in particolare, del raggiungimento dell’aeroporto è fondamentale in metropoli come Milano per evitare circostanze avverse in grado di causare stress e conseguenze anche in modo estensivo. Per definire con cura una buona tabella di marcia è consigliato tener conto della distanza tra il punto di partenza e quello di arrivo e, inoltre, anche l’accessibilità della zona in termini di trasporti.

Scelta del mezzo per spostarsi

Muoversi a Milano può essere più complicato di quanto si pensi, vista l’affluenza che caratterizza la metropoli meneghina soprattutto negli orari di punta. Ciò nonostante, la città offre numerose soluzioni per spostarsi con il trasporto pubblico e raggiungere l’aeroporto di Malpensa. Se treni e autobus sono soggetti a ritardi e rallentamenti di sorta, però, le opzioni offerte dalle aziende private si rivelano molto più vantaggiose. Per questo motivo, sono sempre di più le persone che scelgono servizi di noleggio con conducente allo scopo di raggiungere l’aeroporto in tutta calma e rispettando a pieno il proprio itinerario e le esigenze. Prenota qui un taxi Malpensa.

Costi complessivi

È importante, infine, tenere conto dei vari aspetti da prendere in considerazione sul fronte delle spese da dover affrontare per partire. Soprattutto chi viaggia per scopi vacanzieri, infatti, deve considerare il budget disponibile partendo proprio dai primi spostamenti. Questo non significa soltanto tenere conto del prezzo dei biglietti aerei, ma anche di quelli relativi al raggiungimento dell’aeroporto. Partire in ritardo e non riuscire ad usare i mezzi pubblici configura una situazione in cui si è forzati ad utilizzare il taxi, affrontando delle spese esose, evitabili utilizzando un servizio di noleggio con conducente specializzato con cui concordare l’itinerario in via preventiva.

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Ciotola per cani, consigli da seguire in fase di acquisto

State pensando di comprare una nuova ciotola per il vostro amico a quattro zampe? Allora è chiaro che serve orientarsi tra i vari modelli che sono presenti sul mercato.

Tra gli aspetti che fanno la differenza troviamo senza dubbio i materiali, ma non sono certo l’unico elemento che permette di diversificarli.

La ciotola è uno degli elementi principali nell’alimentazione di un cane e, di conseguenza, è una scelta da non sbagliare e da non trattare in maniera superficiale.

Prima di tutto, è fondamentale affidarsi solo ed esclusivamente a dei portali specializzati e di qualità, come ad esempio nello shop online de Il Verde Mondo.

Quali sono le dimensioni corrette

Prima di tutto serve farsi un’idea di quelle che devono essere le dimensioni migliori per la ciotola. Come scegliere?

È necessario chiaramente fare un calcolo circa il volume degli alimenti che di solito vengono consumati dal proprio animale domestico a ciascun pasto. È importante mettere in evidenza come la ciotola corretta dovrebbe essere pari a ben quattro volte tale volume.

Come si può facilmente intuire, in fase di scelta della ciotola, serve inevitabilmente anche considerare sia la razza, ma anche la taglia del proprio amico a quattro zampe. Proviamo a fare qualche esempio per chiarire meglio le idee su questo aspetto. Una ciotola con delle dimensioni XS, ad esempio, è una soluzione adatta per cani come Shih Tsu, Bassotti, ma anche Papillon e Chihuahua.

La taglia S si adatta meglio alle caratteristiche fisiche di Maltesi, Jack Russell Terrire, ma anche Tibetan Spaniel.

Una taglia M è più adatta per razze come Carlini, Beagle, Bulldog francese e inglese, ma anche Barboncino.

Una taglia L va bene per le esigenze e caratteristiche di Border Collie, Levrieri e Barboni, ma anche per Siberian Husky.

La taglia XL si adatta alla perfezione a cani come i Labrador, Dalmata, ma anche Bovaro del Bernese e Golden Retriever.

Infine, la taglia XXL, che di solito supera i 56 cm di altezza spalla, si adegua a cani come Alano, Terranova, Setter Irlandese Rosso e Leonberger.

Occhio all’altezza

Uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione è sicuramente l’altezza alla spalla. Si tratta di un aspetto che fa inevitabilmente la differenza. Nel momento in cui il vostro amico a quattro zampe abbassa la testa per consumare il cibo, la misurazione avviene sempre a partire dalla zona del corpo che sembra più alta fino ad arrivare al terreno.

Ci sono tante tipologie di ciotole che sono presenti sul mercato. Si va da quelle un po’ più rialzate fino ad arrivare a quelle che devono essere necessariamente contenute in uno specifico supporto. In tanti si chiedono se sia meglio un modello rialzato oppure se potrebbe essere una soluzione più adatta quella da poggiare per terra.  Un primo aspetto che può orientare un po’ la scelta va subito evidenziato.

Ovvero che i cani sono sicuramente avvantaggiati dai modelli più rialzati, in quanto sono in grado di ingerire gli alimenti con maggiore facilità.

Tra l’altro, alcune correnti di pensiero sostengono anche come i supporti per le ciotole permettono al cane di mangiare in maniera molto più serena e rilassata.

In effetti, va detto che utilizzare un supporto per la ciotola, sollevandola da terra, permette senz’altro di diminuire notevoli varie tipologie di dolori a livello muscolare e articolare. Al contempo, altri sostengono come serva a poco sfruttare tali supporti, visto che i cani, per via dell’evoluzione della specie, si sono ormai adeguati a consumare il cibo in una posizione più ribassata. Insomma, non c’è una soluzione e una risposta che va bene per tutti i cani.

La cosa migliore da fare è sempre quella di valutare caso per caso il modello più adatto alle esigenze e caratteristiche del proprio cane.

 

 

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Coltivare cannabis: tecniche, consigli e suggerimenti

Come coltivare canapa: guida per principianti

Ai giorni nostri coltivare cannabis di qualità è molto facile ed economico. Per ottenere i migliori risultati bisogna studiare in modo corretto le tipologie di piante e stabilire che tipo di coltivazione fare. Coltivare canapa in vaso è diventato legale in moltissimi paesi e le giuste metodologie permettono di ottenere piante fruttuose con poco sforzo, sia di tempo che di soldi. In questa guida scopriremo i metodi più diffusi, le tecniche antiche e quelle più moderne, come l’utilizzo dell’erba idroponica.

Coltivare canapa: scelta delle piante

La coltivazione della Cannabis è un’abilità che si perfeziona col tempo: facile da imparare nei rudimenti, richiede una vita intera di perfezionamento. Coltivare da soli è possibile e alla portata di tutti, soprattutto se si sceglie bene la pianta.
La scelta sul tipo di coltivazione, interna o all’aperto, è del tutto personale a seconda dei gusti, dello spazio a disposizione, della presenza o meno di vicini guardoni ecc. Le piante di marijuana sono robuste e porteranno ottimi frutti con entrambi i tipi di coltivazione.
Scegliere i semi giusti è il primo passo che ci porta già a metà del lavoro. Il commercio mette a disposizione un mondo infinito di ibridi, lasciarsi guidare dall’istinto e dal gusto in questo caso può essere un’idea. Varietà come Indica, Ruderalis, Sativa sono molto diffuse e apprezzate. La scelta va effettuata anche in base a dove coltivare: se avete un piccolo armadio, piante che non sviluppano troppo, quelle auto-fiorenti o le Indica saranno ottime. Se volete coltivare in giardino, le varietà di canapa gigante sono sicuramente molto affascinanti. L’erba idroponica è frutto delle più recenti tecniche di coltivazione e non richiede l’impiego di terriccio. La coltivazione, infatti, avviene fuori dal suolo, senza vaso. Il substrato che sostituisce il terreno apporta tutti i nutrienti necessari. Quello più diffuso è la fibra di cocco, ma possiamo trovare substrati in lana di roccia, sabbia o ghiaia. Nella coltivazione idroponica di cannabis le piante saranno irrigate con una soluzione di acqua e nutrienti, a differenza della coltura tradizionale si eviterà la trasmissione di batteri o malattie, per una pianta più sana e vigorosa. Con l’irrigazione migliorata, si controllerà anche il livello di PH, creando un ecosistema ideale per far crescere la canapa. Grazie alla coltivazione di erba idroponica, la crescita è fino al 50% più rapida, in un ecosistema più controllato rispetto alla canapa in vaso. Vediamo alcune regole fondamentali per un risultato perfetto.

Coltivazione canapa: tecniche di coltivazione

La coltivazione della Marijuana è un’arte. Le tecniche coltivazione canapa in vaso o all’aperto richiedono poche conoscenze di base, ma imprescindibili:
– la luce, come per tutte le piante, è fondamentale per la crescita sana di canapa in vaso. La pianta necessita ogni giorno di dodici ore di luce. In caso di coltivazione al chiuso, adottare un timer per accensione e spegnimento delle luci è la scelta vincente. Nella fase di germinazione i semi coltivati all’aperto devono poter usufruire di otto ore di luce solare diretta e dodici ore di luce durante il giorno;
– il terreno di coltivazione varia a seconda del tipo di pianta: il terreno per auto-fiorenti deve essere leggero e areato, e non troppo ricco di nutrienti, per esempio 50% fibra di cocco e 50% terriccio a base di torba. Un mix di terreno per tutte le altre varietà può essere composto da tre parti di torba, tre parti di compost, una parte di vermiculite e due parti di perlite;
– l’aria fresca e il suo costante ricircolo permettono alla pianta di cannabis di respirare al meglio. In caso di coltivazione al chiuso bisogna installare un tubo di ricambio dell’aria con ventola per favorire il ricircolo.
– l’acqua è la base della vita e permette a ogni organismo di vivere e proliferare. Le piante di cannabis richiedono acqua abbondante e giornaliera. In caso di sistemi idroponici, come abbiamo visto, e in generale in caso di coltivazioni all’aperto, arricchire l’acqua con fertilizzanti è una buona scelta, senza esagerare. Il ph dell’acqua deve essere sempre neutro, e un buon coltivatore possiede sempre un tester del ph.
– la temperatura controllata permette la crescita di una pianta sana. Nonostante la marijuana, specialmente se ibridata, sia una pianta molto resistente agli sbalzi termici e cresca bene sia d’estate che d’inverno, mantenere una temperatura mite senza eccessivi sbalzi, le permetterà di crescere con meno difficoltà. Ventisette grandi è la temperatura ottimale. Se coltivate all’aperto, iniziate durante la primavera. così la pianta sarà già forte e sana per affrontare l’inverno.
– l’umidità è un altro aspetto importante da monitorare nella coltivazione canapa in vaso al chiuso. La coltivazione erba idroponica risolve molti di questi problemi, ma può essere più difficile da padroneggiare. Vediamo qualche consiglio per evitare di commettere errori.

Errori da evitare quando si coltiva erba idroponica

Quando si vuole avviare una coltivazione idroponica di marijuana bisogna armarsi di pazienza e studiare bene, soprattutto per i novizi. Innanzitutto, come in tutte le coltivazioni, l’illuminazione è fondamentale: in mancanza di luce la pianta assorbirà male i nutrienti, rallentando la fotosintesi e producendo molte meno infiorescenze. L’umidità deve essere compresa tra il 40 e il 50% durante la fioritura e tra il 50 e il 60% durante la crescita. Sbagliare questo passaggio può provocare la comparsa di infezioni fungine. Non bisogna mai eccedere con l’irrigazione, infatti la soluzione di acqua fortificata va dosata bene per permettere il corretto assorbimento dei nutrienti: non troppi né troppo pochi.
Se non si è esperti, impianti idroponici piccoli dal facile utilizzo sono perfetti per cominciare. È altrettanto importante selezionare piante geneticamente più portate per la coltivazione idroponica, per esempio quelle dalle dimensioni contenute permetteranno di gestire meglio lo spazio.

Coltivare canapa: focus sulla germinazione

La germinazione è la fase più cruciale di tutta la coltivazione, in quanto le piante già cresciute, con i piccoli accorgimenti visti in questa guida faranno tutto il lavoro da sole. Far schiudere il seme in modo corretto sarà semplice se verranno create tutte le giuste condizioni ambientali. La germinazione può avvenire direttamente nel terreno: tecnica molto semplice e proteggerà il seme dagli agenti esterni, ed eviterà lo shock da trapianto. Una volta germinato, il seme potrà essere spostato nel giardino o in vasi più grandi. Altri tipi di germinazione sono sul tovagliolo di carta, in starter di lana di roccia, in acqua o in serre di germinazione.

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