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Proteine in polvere: perché vengono usate dagli sportivi?

Chi effettua attività sportiva con una certa assiduità prende in seria considerazione l’idea di aiutare l’esercizio fisico e il proprio vigore muscolare utilizzando le proteine in polvere. Queste ultime vengono assunte sotto forma di integratori sportivi, quando si fa circuito di potenziamento muscolare (alias body building e sollevatori di peso). Questo perché la proteina è una sostanza di fondamentale importanza quando si intende mettersu massa corporea, o meglio muscolare. Tuttavia da sé non bastano gli alimenti nella nostra dieta quotidiana a dare il giusto apporto proteico di cui i muscoli necessitano. Motivo per cui si sopperisce con l’assunzione degli integratori proteici.

Sono molti i body builder o trainer in genere che si domandano se questi integratori proteici, assunti anche in polvere, siano effettivamente indispensabili per fare sport o se invece nuocciono alla salute. Cerchiamo di capire in cosa consiste realmente l’assunzione della proteina in polvere.

A cosa serve l’assunzione degli integratori proteici

La proteina è una sostanza già contenuta nel nostro corpo, che nutre capelli, pelle ossa e muscoli. Ha un ruolo fondamentale anche per sintetizzare gli ormoni e formare gli enzimi. All’interno delle proteine ci sono gli aminoacidi, al cui interno se ne contano 22. Di questi, 13 vengono prodotti da noi, e 9 andrebbero inseriti nel nostro organismo con l’alimentazione o appunto con gli integratori. Tali nove sono detti aminoacidi essenziali.

Ogni giorno, quindi, dovremo assumere con l’alimentazione queste proteine ma la cosa si fa difficile. L’assunzione di questa dose proteica con il cibo infatti non è benefica per il nostro corpo, in quanto alcuni alimenti mangiati in enorme quantità potrebbero compromettere la nostra salute (come avviene per la carne che fa male al colon). Motivo per cui ci vuole un apporto ulteriore assumendo le proteine in polvere, soprattutto per gli atleti. In tal modo viene seguita un’alimentazione normale, appoggiandosi al supporto extra delle proteine che servono per intensificare la massa muscolare.

I benefici delle proteine in polvere

Le proteine in polvere vengono considerate tra i migliori integratori sportivi in quanto favoriscono la crescita dei muscoli: gli atleti lo sanno bene e ne assumono le dosi quotidiane consentite.

Tra le altre cose, esse valgono come ottimo sostitutivo di quegli alimenti ricchi di proteine ma che non potrebbero essere assunti come assiduità, tipo la carne. Sono comode da prendere e possono essere sciolte in acqua per assumere la bevanda proteica. Per maggiori informazioni visitare il sito matteoianna.com.

Gli integratori sportivi a base di proteina sono facilmente digeribili, e tengono a bada il livello di colesterolo e grassi saturi, che non vengono quindi ad incidere nella dieta. C’è addirittura chi pensa che si tratti di un ottimo sostitutivo per evitare di mangiare alcuni cibi, come del resto abbiamo già anticipato poc’anzi. Questo perché pare che le proteine contenute negli integratori si assorbono con più rapidità.

Gli effetti evidenti degli integratori proteici sul nostro corpo

Da quanto sino ad ora detto, sorge spontaneo l’assunto secondo il quale la proteina è considerata la sostanza atta all’integrazione del nostro regime proteico, per uno sviluppo migliore dei muscoli. Il più importante effetto che si manifesta nel nostro organismo quindi è il vigore della massa muscolare, mentre ad oggi la medicina ancora non sa quale sia l’effettivo ruolo (e se davvero ne abbia uno) nell’aumento della forza.

Gli integratori di proteine riescono comunque ad intervenire palesemente su altri aspetti della nostra salute. Ad esempio abbassano il livello di colesterolo nel sangue dato che non contengono grassi, oltre ad essere ottimi antiossidanti e antinfiammatori.

Con l’aumento della massa muscolare cresce anche il peso, ma questo non vuol dire ingrassare e aumentare la massa grassa, quanto piuttosto quella magra.

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Cessione del quinto: cos’è e come richiederla

A tutti è capitato, almeno una volta, di sentir parlare di cessione del quinto, soprattutto se si è pensato che potesse essere la soluzione ai nostri problemi. Come si può intuire si tratta di un prestito personale al consumo, a breve e medio termine, non legato necessariamente a un acquisto. Le rate vengono rimborsate con la cessione massimo di un quinto dello stipendio o della pensione ed è proprio da questo dettaglio che deriva il suo nome.

Spesso intorno a questo argomento c’è un po’ di confusione, in particolare legata alla sua funzione e alla sua utilità per chi lo richiede. È bene sapere che per attivarlo si deve stipulare un prestito con un istituto di credito la cui cifra deve essere restituita in un preciso numero di rate. Niente di così diverso rispetto a un normale prestito bancario. La differenza è che queste rate vengono trattenute direttamente dal datore di lavoro e versate alla banca e che la rata mensile non può superare un quinto dello stipendio (o della pensione).

La cessione del quinto può essere richiesta presentando determinati requisiti. Dipendenti pubblici e statali, dipendenti privati e pensionati possono richiedere la cessione del quinto, così come i dipendenti a tempo determinato purché, in quest’ultimo caso, il piano di rientro del prestito non superi il termine del contratto di lavoro.

Cosa c’è da sapere

Tra le cose importanti da sapere, occorre sottolineare che la cessione del quinto può essere richiesta da chi ha in corso altri prestiti o da chi ha avuto precedenti problemi di solvibilità bancaria. Questo evidenzia il fatto che si tratta di una soluzione particolarmente flessibile.

È chiaro che questo prestito al consumo offre numerosi vantaggi a chi lo richiede. È bene sapere però che nonostante sia vantaggiosa per molti aspetti, la cessione del quinto non è senza spese, seppur minime. Per essere certi che si tratti della soluzione migliore, basta controllare ogni singola voce di spesa riportata sul contratto.

Utile per conoscere informazioni e dettagli precisi sull’argomento, potete leggere l’infografica realizzata da IBL banca.
Vuoi condividere l’infografica anche sul tuo sito? Copia il seguente codice ed inseriscilo nelle tue pagine:

<a href="https://magazine.iblbanca.it/come-richiedere-cessione-quinto/" title="Infografica: Cessione del quinto dello stipendio" target="_blank">
<img src="https://magazine.iblbanca.it/wp-content/uploads/2019/02/IBLBANCA_infografica_cessione-del-quinto.jpg">
</a>
Infografica "Come richiedere la cessione del quinto" realizzata da <a href="https://www.iblbanca.it/" title="Cessione del quinto dello stipendio" target="_blank">IBL Banca</a>




Infografica “Come richiedere la cessione del quinto” realizzata da IBL Banca

E senza un contratto?

Il requisito per accedere al prestito è quello di avere un reddito fisso e dimostrabile, ma c’è anche una possibilità per altre categorie. Se non si ha un contratto in essere è possibile nominare un garante che possa versare la rata mensile al posto del richiedente qualora questi non potesse.

Si tratta però di un’opzione non sempre perseguibile, perché deve essere realizzata analizzando precisi aspetti della richiesta e requisiti di chi richiede di poterne usufruire.

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Comprare e vendere oro: come fare

Comprare e vendere l’oro può essere davvero un’ottima opportunità per guadagnare oppure per trasformare in soldi contanti alcuni oggetti che abbiamo in casa da anni e che non utilizziamo più. Ci sono proprio molti negozi dedicati alle operazioni di compravendita dell’oro, che in genere si occupano delle stesse operazioni che riguardano l’argento e gli altri metalli preziosi. Forse però non tutti sanno come funzionano in maniera specifica i compro oro. Ecco una piccola guida che potrà essere utile a tutti coloro che vogliono sfruttare questa possibilità.

La procedura da seguire per vendere oro

Se ci rechiamo in un compro oro Roma o in qualsiasi altra città italiana, per voler vendere alcuni oggetti d’oro, dobbiamo assicurarci di avere con noi un documento d’identità in corso di validità. Dobbiamo portare anche il nostro codice fiscale.

È davvero molto importante possedere questi documenti e poterli mostrare. Essi servono ad attestare di essere maggiorenni. Inoltre da questi documenti vengono presi dei dati che vanno poi inseriti in un apposito registro. Quest’ultimo si configura come uno strumento molto importante, il cui utilizzo è stato stabilito dalle normative vigenti, per evitare che vengano commesse azioni illecite. Sul registro vengono annotati anche i dati di tutti gli oggetti venduti.

Non dimentichiamo che la procedura relativa alle operazioni di compravendita dell’oro segue delle regole precise anche per stabilire cosa accade dopo aver venduto i nostri gioielli ai negozi. Infatti gli oggetti che il negozio acquista devono rimanere fermi almeno per 10 giorni.

Si tratta di una particolarità molto importante. In questa maniera infatti le autorità hanno il tempo di effettuare eventuali controlli. Si tratta comunque anche di un’opportunità rilevante per i clienti, visto che loro possono anche avere un ripensamento e quindi fanno sempre in tempo a cambiare idea e a rientrare in possesso degli oggetti che hanno venduto.

La valutazione dei beni in oro

Un altro aspetto molto importante che dobbiamo chiarire riguardo alla compravendita dell’oro è quello che concerne la valutazione dei metalli preziosi. Tutti i beni preziosi, infatti, sono soggetti ad una valutazione che risente della quotazione del mercato. La quotazione può variare anche di giorno in giorno.

I compro oro hanno l’obbligo di offrire una valutazione gratuita e senza impegno. Alla fine, dopo che si conclude il processo di vendita, dobbiamo sempre considerare che non possiamo ricevere molti soldi in contanti. Per cifre che vanno da 1.000 euro in su, bisogna accordarsi per un bonifico o per ricevere un assegno bancario o circolare.

Gli oggetti d’oro che vengono acquistati dai compro oro di solito vengono inviati a delle ditte che sono specializzate nella raffinazione. Poi tutto il materiale d’oro viene utilizzato per creare dei lingotti, i quali vengono immessi di nuovo sul mercato.

Generalmente si pensa che si tratti di un percorso molto complesso. In realtà non è esattamente così, perché nel settore la burocrazia non è molto complicata e di solito i vari step procedono in maniera automatica, senza creare grosse difficoltà. Anche la raffinazione avviene in maniera molto facile dal punto di vista burocratico, consentendo di realizzare il tutto in poche mosse.

Con i lingotti si può nuovamente immettere l’oro anche su un mercato di carattere internazionale, creando così un’operazione ricca di opportunità, che fa in modo che non si perda nulla del valore dell’oro stesso. L’operazione di vendita che avviene in negozio può essere considerata esente dall’Iva, perché è una vendita che avviene tra privati.

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Come la Digital Transformation ha cambiato l’apprendimento

Negli ultimi anni la Digital Transformation ha cambiato in modo radicale le imprese, il metodo di lavoro e le nostre stesse vite. Oggi si parla di argomenti come intelligenza artificiale, apprendimento automatico e internet of things (IoT). Queste innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato il mercato, oltre ad aver cambiato le competenze richieste dai datori di lavoro. Le aziende in tutti i settori sono alla ricerca di candidati da assumere che siano in possesso di competenze digitali e con la voglia di aggiornarsi continuamente.

Il panorama formativo che si prospetta in questo 2019 sarà quindi caratterizzato dalla necessità di acquisire una gamma di competenze digitali e di business in chiave innovativa. Le persone dovranno possedere la caratteristica oggi indispensabile di adattabilità continua per poter stare al passo con le evoluzioni delle tecnologie.

Le abilità e le conoscenze digitali sono essenziali per il successo delle aziende e per la loro crescita.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le tendenze di quest’anno, portate dalla digital transformation anche nel campo dell’apprendimento e della formazione.

Video e audio per facilitare l’apprendimento

Attualmente i video stanno spopolando sui social e nel mondo del web, sono diventati uno dei canali di informazione più diffusi. La ragione è data da diversi fattori, uno di questi è perché il cervello umano elabora i video 60.000 volte più velocemente rispetto al testo scritto. Con la trasformazione digitale possiamo sfruttare maggiormente la potenza della vista e del suono con cui si riesce ad apprendere di più rispetto a qualsiasi altro metodo di formazione. I programmi basati su contenuti video migliorano l’auto apprendimento e consentono alle persone di aggiornare le competenze in modo efficace.

Anche gli audiolibri incrementano l’attenzione e la memorizzazione dei contenuti. Hanno più impatto rispetto al testo perché sono composti da programmi narrati in modo regolare che stimolano l’apprendimento e l’impegno. Possono essere ascoltati quando si preferisce, in viaggio, in palestra o mentre si svolgono mestieri.

I video e gli audio continueranno indubbiamente a guadagnare terreno tra i mezzi di apprendimento e formazione all’interno di questa epoca di digital transformation data la grande preferenza rispetto ai metodi di apprendimento tradizionale.

Micro-learning: la forza dei piccoli momenti

Il micro-learning è un metodo di acquisizione di abilità e competenze suddiviso in brevi momenti. Le informazioni vengono assimilate a intervalli regolari nel tempo. Sempre più organizzazioni adottano il micro-learning perché semplice ed efficace. Può essere svolto in diverse forme: gamification (giochi formativi), info-grafiche, video e audiolibri. Naturalmente la scelta migliore dei mezzi di micro-learning dipende dall’affinità che ognuno ha con i diversi strumenti.

Invece di offrire delle lunghe e noiose sessioni di studio, il micro-learning riduce il tempo necessario per imparare mentre si aumenta l’efficacia della formazione.

Grazie alla ripetizione e alle dimensioni ridotte delle informazioni si ottengono grandi risultati in termini di memorizzazione e coinvolgimento. Con le nuove tecnologie è possibile seguire i corsi di formazione comodamente da qualunque dispositivo e quando si desidera.

Il micro-learning ha tutte le carte in regola per diventare un elemento fondamentale e strategico nel campo dell’e-learning.

AI, Machine Learning e Robotica

All’inizio l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e la robotica erano visti come dei sostituti al lavoro dell’uomo ed erano, dunque, considerati una minaccia. Ora è esattamente il caso contrario, secondo il rapporto del World Economic Forum, queste tecnologie creeranno 60 milioni di posti di lavoro entro il 2020. I progressi in ambito tecnologico e digitale, quindi, non sostituiranno il fattore umano ma semplicemente trasformeranno il lavoro, richiedendo nuove competenze.

Il lavoro di domani, creato dalla rivoluzione tecnologica in corso, richiederà ai dipendenti di possedere competenze specifiche per soddisfare le esigenze delle aziende in continua evoluzione. I robot probabilmente subentreranno nella maggior parte dei lavori nei magazzini ma l’intervento umano acquisterà ancora più importanza per la programmazione e la manutenzione delle macchine e dei sistemi artificiali.

Dunque, per rimanere competitivi ed essere inseriti nel mondo del lavoro è necessario acquisire nuove competenze e conoscenze in questi ambiti, tenendosi costantemente aggiornati.

La realtà aumentata e quella virtuale

Le piattaforme che incorporano la realtà aumentata o quella virtuale in normali programmi di apprendimento possono migliorare in maniera significativa il raggiungimento delle competenze e coinvolgere gli utenti. Con questo metodo di insegnamento la memorizzazione e la conservazione delle informazioni aumentano grazie alla natura interattiva e immersiva che aiuta il cervello ad assorbire le informazioni molto più velocemente.

Queste tecnologie creano ambienti di lavoro simulati in cui è possibile vivere l’apprendimento in modo esperienziale e unico.

Concludendo, dal 2019 in poi, l’apprendimento si inserirà nella società diventando la norma grazie ai rapidi miglioramenti tecnologici. Tutte le piattaforme digitali saranno integrate con le interfacce di apprendimento che si ottimizzeranno in modo intelligente grazie alle interazioni degli utenti. Questi sistemi identificheranno automaticamente quali necessità ha l’utente e risponderanno a queste in modo appropriato nell’interfaccia. Ciò migliorerà significativamente l’esperienza utente sulle piattaforme digitali e promuoverà l’apprendimento nella vita quotidiana delle persone.

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Si può tradare con le monete virtuali?

Le monete virtuali, cioè le cosiddette criptovalute, sono entrate da qualche anno nei pensieri degli investitori e, più in generale, degli economisti di tutto il mondo. Il settore del trading online non poteva privarsi di tale occasione, come dimostra la piattaforma eToro, che mette a disposizione un’offerta decisamente variegata di criptomonete tra cui scegliere. EToro si basa sui CFD, vale a dire i contratti per differenza, e accoglie ben 14 asset: tra questi ci sono Ethereum, Ripple e Bitcoin, che sono criptomonete ormai note a molti, mentre una novità più recente è rappresentata da ZCash, indicata anche con la sigla ZEC. Per chi è già abituato a fare trading su eToro non cambia nulla, nel senso che le procedure da seguire sono sempre le stesse: basta effettuare le consuete operazioni di apertura posizione.

Che cosa è ZCash

Ma che cosa è la moneta virtuale ZCash? Gli esperti di criptovalute per lungo tempo l’hanno eletta antagonista dei Bitcoin. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, si parla di una rete decentralizzata di pagamenti concepita per mettere a disposizione degli utenti uno spettro di possibilità più ampio dal punto di vista della privacy. Alle spalle ZCash ha una storia decisamente breve, visto che è stata sviluppata solo nel 2016, anche per opera di Matthew D. Green, crittografo della John Hopking University.

L’importanza della trasparenza

EToro, tramite il comunicato stampa con il quale ha reso noto l’ingresso di ZCash nella piattaforma, ha voluto porre l’eccento sulla funzione della trasparenza. Il motivo è presto detto: le transazioni eseguite in questa valuta sono tanto schermate quanto trasparenti. Non c’è alcuna contraddizione in questo senso: le transazioni sono schermate perché i dati come il valore del pagamento e i destinatari non vengono pubblicati su una blockchain pubblica, ma sono trasparenti perché il funzionamento della rete è lo stesso che contraddistingue la rete del Bitcoin. Anche per questo motivo, nell’immaginario comune degli addetti ai lavori ZEC e Bitcoin sono ritenute due facce della stessa medaglia.

Le caratteristiche di ZCash

La specifica struttura che caratterizza ZCash fa sì che sia possibile eseguire in un momento successivo un’attività di audit per un certo flusso di pagamenti. Le idee che sono state alla base dello sviluppo dei Bitcoin, in sostanza, vengono sfruttate e migliorate. Il principale punto di forza di ZCash sta proprio nelle funzionalità aggiuntive sul piano della privacy. Ecco, quindi, che gli investitori che hanno intenzione di diversificare le proprie partecipazioni in monete virtuali trovano in eToro un prezioso alleato, con la possibilità di tradare con ZEC. Sul lato pratico, comunque, cambia ben poco, nel senso che è solo la sezione dei mercati disponibili che si arricchisce: come si è accennato, oggi è possibile tradare CFD su ben 14 tipi di monete virtuali differenti.

Come fare trading su ZEC

Bando ai facili entusiasmi, però: prima di cominciare a fare trading su ZCash vale sempre la buona norma di aprire un conto demo, in modo da esercitarsi senza mettere a repentaglio il proprio capitale. Con l’aiuto del sito investingoal.com si può scoprire come sfruttare al massimo le potenzialità degli account demo, per sperimentare strategie inedite e acquisire familiarità con gli asset e le varie operazioni. Tra le monete virtuali che vengono proposte oggi da eToro, oltre a ZCash e Bitcoin, ci sono anche Stellar, Dash, Litecoin e BNB, ma non vanno dimenticati IOTA e Bitcoin Cash. Ma non è tutto, perché l’elenco include anche EOS, NEO, Ethereum, Ethereum Classic, Bitcoin Cash, Cardano e XRP.

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L’importanza della parcellazione negli studi professionali

Quelle degli ingegneri, degli avvocati, degli architetti e dei commercialisti sono professioni intellettuali che presuppongono organizzazione e competenza, non solo per l’esecuzione degli incarichi che provengono dalla clientela, ma anche e soprattutto per la gestione degli studi o delle società di servizi di cui si fa parte e in cui si lavora. La fase della parcellazione svolge, in tale contesto, una funzione di primaria importanza soprattutto per ciò che concerne il controllo di gestione, dal momento che i guadagni di un professionista sono correlati alla remunerazione dei suoi incarichi. Non è concepibile che un professionista emetta le fatture in ritardo, per esempio, così come non è ammissibile che ci si dimentichi di fornire le parcelle per i servizi che si svolgono o per le prestazioni che vengono fornite.

Come vengono emesse le parcelle

In genere la parcellazione avviene proforma per acconto una volta al mese o una volta ogni tre mesi per gli incarichi che si caratterizzano per la loro continuità nel tempo. I professionisti sono tenuti a gestire in modo impeccabile le scadenze della clientela, e le cadenze regolari sono un valido aiuto che permette di prevenire inconvenienti o ripercussioni negative sugli affari. Un fattore di rilievo ai fini di un controllo gestionale appropriato è la conoscenza della composizione del fatturato. Essa si rivela indispensabile quando si tratta di produrre la parcella destinata al cliente. Tanto più questa risulta dettagliata per quel che riguarda la descrizione dei servizi offerti, quanto più è semplice procedere all’analisi del parcellato in modo tale che possano essere identificate le macroclassi e le classi di fatturato. Anche per questo motivo, sarebbe opportuno segnalare nelle parcelle i servizi prestati nella maniera più particolareggiata e precisa possibile, ricorrendo a causali specifiche e accantonando le causali generiche.

Qualche consiglio per la parcellazione

Sempre in tema di parcellazione, altre riflessioni interessanti per uno studio professionale possono essere relative alla localizzazione dei clienti e alla distinzione del parcellato in base alla tipologia di incasso, all’addetto, al singolo servizio, alla categoria o al mese. Quando si è operativi all’interno di uno studio associato, non ci si deve dimenticare di specificare la sigla o il nome del professionista che ha fattivamente fornito la prestazione in tutte le parcelle o in ogni proforma. Tale pratica rende più semplice il lavoro e la gestione quando alla fine dell’anno ci si ritrova alla composizione del parcellato per addetto.

Le causali

In uno studio di commercialisti, il codice CT potrebbe essere usato per un contenzioso tributario, il codice CONT per la contabilità, il codice LIQU per un’attività di liquidazione, il codice DIRED per le dichiarazioni dei redditi, il codice AMM per gli amministratori di aziende e società, il codice SND per le attività di revisori in società o sindaci e il codice DRPF per le dichiarazioni dei redditi modello Unico per le persone fisiche. Nel caso di uno studio di ingegneri, invece, si potrebbe fare riferimento al codice AC per un’assistenza collaudo, al codice PL per la planimetria di un progetto, al codice DL per una direzione dei lavori, al codice RELPREL per una relazione preliminare, e così via.

La precisione della composizione del fatturato

Per capire quanto sia importante la composizione del fatturato e la sua conoscenza si prenda il caso di uno studio legale: sapendo che il 15% del fatturato è costituito da prestazioni per assistenza civile e che il rimanente 85% è legato a prestazioni relative al diritto societario (giusto per ipotizzare un esempio), si può capire il modus operandi dello studio ed eventualmente individuare i correttivi da apportare per trovare più clienti.

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Giochi di matematica per aiutare l’apprendimento

Alcuni giochi matematici sono davvero molto utili per stimolare l’apprendimento. Forse troppo spesso ci lasciamo andare ad una concezione della matematica troppo restrittiva. Di solito a scuola viene vista come una materia piuttosto pesante da studiare e non se ne vedono i risvolti pratici. Eppure la matematica è fondamentale per favorire il ragionamento della mente e per attivare quelle capacità logiche essenziali nell’apprendimento anche di altri concetti che rientrano nei più differenti campi. Ma quali giochi matematici sono più utili per l’apprendimento? Vediamo di scoprirne alcuni.

I giochi matematici più utili

Anche nella sezione Matematica di Matemania.it possiamo trovare tante risorse per stimolare l’apprendimento attraverso la matematica. In generale i giochi matematici stimolano l’intuizione e rafforzano la memoria, dando la possibilità di realizzare un apprendimento più efficace sia ai più piccoli che ai più grandi.

Tutti per esempio conoscono il sudoku, questo passatempo che in fin dei conti non può essere considerato soltanto un gioco. Nel sudoku alcune caselle hanno già un numero, mentre le altre devono essere riempite con numeri da 1 a 9. L’importante però è che ogni riga e ogni quadrante non contengano ripetizioni di cifre.

Davvero stimolante per la mente, come d’altronde lo sono anche i crucintarsi e i crucipuzzle. I primi possono essere dei cruciverba tematici sulla matematica, che si dimostrano fondamentali per imparare i termini tecnici relativi alla materia.

Anche i crucipuzzle possono essere realizzati con parole che hanno a che fare con la matematica, la fisica, l’informatica e le scienze, sempre per familiarizzare con termini tecnici relativi alla disciplina e allo stesso tempo per aiutare la mente a rafforzare la memoria.

E poi, parlando di giochi matematici, non possiamo non ricordare uno dei più famosi. Si tratta del cubo di Rubik. Il cubo presenta 9 quadrati su ogni faccia, complessivamente 54 quadrati, ciascuno con un colore differente. L’obiettivo è quello di riuscire a risolvere il gioco, componendo le varie facce con quadrati dello stesso colore.

Perché i giochi aiutano la memoria

La nostra memoria è un sistema molto complesso, che si basa sulla possibilità di gestire moltissime sfaccettature dello stesso problema. Infatti connessi alla matematica ci sono alcuni problemi di carattere logico che soltanto con i concetti tipici di questa disciplina possono essere risolti.

I giochi matematici sono fondamentali per la memoria, perché ne rappresentano l’essenza. La nostra memoria agisce proprio come un sistema di calcoli e di interconnessioni varie deputate al problem solving.

Proprio per questo motivo è sempre fondamentale tenere in allenamento le nostre capacità mnemoniche anche attraverso il divertimento. In questo modo si può stimolare quella che gli esperti chiamano l’intelligenza cognitiva, che è fondamentale per avere sempre una mente pronta e scattante.

Varie dimostrazioni scientifiche hanno messo in evidenza, attraverso specifiche ricerche sull’argomento, che proprio l’allenamento mentale è capace di agire anche contro le patologie neurodegenerative, prevenendone la comparsa.

Proprio per questo imparare divertendosi anche attraverso i giochi può essere un rimedio fondamentale per avere sempre una mente giovane. Imparare ragionando, questo potrebbe essere il motto che ogni persona dovrebbe tenere presente per coltivare le proprie capacità mnemoniche.

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Comprare casa, chi confronta mutui vince sempre

Accendere un mutuo è una delle decisioni più importanti che potresti prendere nel corso della tua vita: avrai a che fare con molte spese, che non sono unicamente quelle correlate alle rate che dovrai pagare ogni mese o agli interessi. Dovrai tenere conto anche di altre uscite: se temi di non riuscire a individuare una forma di finanziamento in linea con le tue esigenze, confronta mutui online per avere la certezza di vedere esauditi i tuoi desideri. Tieni presente che un mutuo può essere richiesto non solo per comprare casa, ma anche – per esempio – per avviare un’attività imprenditoriale o per ristrutturare un locale commerciale.

Le spese correlate ai mutui

Chi confronta mutui con attenzione ha la sicurezza di approfittare delle condizioni più vantaggiose e di risparmiare sui costi. Tra questi, ci sono quelli che riguardano le spese di istruttoria, e che consistono semplicemente nei costi che devono essere affrontati per aprire una pratica. A volte le spese di istruttoria sono fisse, mentre in altri casi possono essere calcolate in percentuale, in funzione dell’importo richiesto: in genere si va da un minimo dello 0,1% a un massimo dello 0,5%. Le spese di istruttoria devono essere pagate una volta sola, quando la pratica di mutuo viene aperta, mentre non sono previste né nel caso in cui il mutuo venga rinegoziato, né nel caso in cui si proceda a una surroga.

Gli altri costi

Al di là delle spese di istruttoria, ci sono diversi altri costi a cui si deve far fronte per un mutuo: quando il finanziamento viene richiesto per l’acquisto di un immobile, per esempio, c’è bisogno di una perizia sulle garanzie. Il perito, che quasi sempre viene scelto dalla banca, ha il compito di verificare il valore del bene che viene scelto a garanzia del finanziamento: nella maggior parte dei casi si tratta di una casa, e il servizio ha un costo che oscilla tra i 200 e i 400 euro.

Le spese notarili

Non possono essere dimenticate, poi, le spese notarili, che corrispondono agli oneri che devono essere corrisposti al notaio che si occupa delle varie pratiche; in più ci sono le imposte da versare allo Stato affinché i documenti vengano validati (come avviene quando occorre iscrivere un’ipoteca). Il tariffario, naturalmente, cambia in base al professionista a cui ci si rivolge, ma è difficile che si possa scendere al di sotto dei 2.000 euro. Il tariffario professionale per le pratiche di mutuo non dipende dall’importo che viene richiesto in prestito, ma prende a riferimento la cifra relativa all’iscrizione ipotecaria, che di solito è pari a due volte il mutuo.

Rinnovare l’ipoteca

Appare evidente che il ricorso a un portale confronta mutui può essere fondamentale per individuare le soluzioni di prestito più convenienti. Anche per il rinnovo dell’ipoteca sono previste delle spese a cui far fronte. Per le garanzie sull’immobile, infatti, c’è una scadenza pari a 20 anni: ciò vuol dire che quando il finanziamento dura di più è indispensabile rinnovare l’iscrizione all’ipoteca, il che comporta ulteriori spese notarili. In molte situazioni sono gli istituti di credito che, per assicurare la continuità burocratica e facilitare le attività, gestiscono le pratiche di rinnovo: i contraenti vengono avvisati alcuni mesi in anticipo rispetto alla scadenza, così che siano consapevoli della spesa a cui faranno fronte.

Infine, non si può dimenticare l’imposta sostitutiva, che è obbligatoria per tutti i mutui che durano più di 18 mesi. In base alle finalità del mutuo, l’aliquota è dello 0,25% o del 2% della somma erogata: il primo caso è quello per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di una prima casa; il secondo è quello per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di una seconda casa.

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