6 cose da sapere prima di rivolgersi a uno psicologo

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Quando si chiama in causa lo psicologo, molto spesso ci si trova davanti a persone che sanno poco o nulla di questa professione e che, di riflesso, hanno timore al pensiero di rivolgersi a chi la esercita. C’è invece chi ha già in mente di farlo, ma ha comunque tante domande in testa. Nelle prossime righe, proprio per fornire dei consigli utili a chi si trova in questa situazione, abbiamo selezionato 6 cose che bisogna assolutamente sapere prima di rivolgersi a uno psicologo.

Lo psicologo è tenuto a mantenere il segreto professionale

Di frequente, chi ha dubbi in merito al lavoro dello psicologo ha paura che il suddetto professionista riveli qualcosa relativamente ai contenuti della seduta. Ecco: questo non può succedere. Lo psicologo, infatti, è tenuto per legge a rispettare il segreto professionale.

Lo psicologo deve essere iscritto all’Ordine

Per esercitare la professione di psicologo, bisogna aver conseguito una laurea e, successivamente, aver fatto tirocinio ed esame di Stato. Questo permette di iscriversi all’apposito Ordine. Gli elenchi ad esso relativi, divisi per distaccamenti regionali, sono presenti sul web. Consultarli è fondamentale in quanto, oggi come oggi, esistono tantissime discipline che poco hanno di scientifico e che si propongono per il trattamento di problematiche che dovrebbero invece essere gestite da psicologi.

Lo psicologo non può prescrivere farmaci

Lo psicologo, non essendo un medico, non può prescrivere farmaci. I medicinali utili al contrasto di eventuali patologie psichiatriche possono essere indicati solo da un medico specialista.

Tutti gli psicoterapeuti sono psicologi ma non tutti gli psicologi sono psicoterapeuti

Chiarire questo aspetto è molto importante. Di sovente, i termini ‘psicologo’ e ‘psicoterapeuta’ vengono utilizzati come sinonimi. Bene, non lo sono. Lo psicologo, come già detto, è un professionista – da 2017 riconosciuto come sanitario – che, dopo la laurea magistrale in scienze e tecniche psicologiche, ha fatto un tirocinio e ha superato un esame di Stato.

Una volta raggiunto questo traguardo, che permette di esercitare, si può approfondire il proprio percorso formativo con ulteriori 4 anni, frequentando una delle tante scuole di psicoterapia presenti sul territorio italiano. A seguito del suddetto percorso, si consegue il titolo di psicoterapeuta. A differenza dello psicologo, si hanno maggior strumenti per trattare, come già detto senza ricorrere ai farmaci, patologie come la depressione. Inoltre, si possono usare tecniche come la relazione terapeutica e il dialogo interno.

Come si può leggere sul sito Studiolevele.net, la psicoterapia può avere diversi orientamenti. Tra questi è possibile citare quello cognitivo-comportamentale, molto apprezzato per la rapidità con cui permette di raggiungere risultati. Oltre a questo orientamento, è possibile citare quello analitico, maggiormente focalizzato sul passato del paziente. L’approccio cognitivo-comportamentale, invece, si concentra in particolare sul presente.

Lo psicologo non darà mai consigli

Un altro aspetto da considerare quando ci si prepara a contattare uno psicologo, riguarda il fatto di essere consapevoli che questo professionista non dà consigli. L’equazione “psicologo – persona che dà consigli geniali e mirati” deve essere eliminata dalla testa. Lo psicologo non può e non deve dare consigli. Il suo compito è infatti di aiutare il paziente a ‘leggere’ meglio il proprio io e il suo rapporto con il mondo.

Lo psicologo non è un manipolatore

Una paura molto diffusa tra chi pensa di rivolgersi a uno psicologo ma non trova il coraggio di fare la fatidica telefonata riguarda il pensiero che questo professionista possa manipolarlo. Ecco, questa è un’altra idea che bisogna togliersi dalla testa. Nel corso delle sedute di psicologia o psicoterapia, il paziente è infatti parte attiva e, soprattutto nel caso dell’orientamento cognitivo-comportamentale, viene coinvolto con dei compiti specifici relativi al cambiamento del proprio approccio al presente.