• Fare la spesa al discount: risparmiare con i prodotti sottomarca senza rinunciare alla qualità

    Fare spesa al discount è molto spesso una buona idea per ridurre gli sprechi e soprattutto evitare di incidere in maniera eccessiva sul bilancio familiare. In origine, i discount venivano impiegati per fare la spesa all’ingrosso, ma al giorno d’oggi sono sempre di più le persone che vi si rivolgono quotidianamente per risparmiare sulla spesa. Occorre semplicemente saper scegliere con grande cura i vari prodotti alimentari sottomarca presenti per acquistare alimenti di qualità a prezzi non eccessivi.

    I vantaggi di fare la spesa al discount

    Il principale vantaggio di fare la spesa in questi supermercati a basso costo è indubbiamente quello economico, visto che si riesce a risparmiare sull’importo finale della spesa. Si potrebbe dare, ad esempio, un’occhiata alle promozioni e alle offerte presenti sul volantino Lidl prima di recarsi a fare la spesa in quello che è uno dei discount più noti. Inoltre, nonostante ci siano tante sottomarche, si possono trovare e acquistare tanti prodotti di qualità.

    Come risparmiare sulla spesa, quindi? Prima di tutto, è bene sottolineare come esistano sostanzialmente due tipi di supermercati discount, ovvero quelli soft e quelli hard. Nel primo caso hanno dimensioni notevoli e, spesso, è prevista anche la vendita di prodotti di marca, mentre nel secondo caso ci sono solo sottomarche e le dimensioni del locale sono molto più limitate. Interessante notare come si stia diffondendo sempre di più il fenomeno del private label alimentare, ovvero la pratica in cui i prodotti vengono venduti con il medesimo nome del distributore e che hanno, in breve tempo, conquistato un grande fetta di consumatori, che si sentono rassicurati sulla qualità del prodotto e che spesso è preferito rispetto al prodotto di un brand più noto.

    Gli aspetti a cui prestare attenzione nella scelta

    Nella scelta dei prodotti, con qualche accorgimento, si potrà uscire dal discount soddisfatti e con il carrello pieno di articoli di qualità. Il primo suggerimento è quello di leggere sempre con cura l’etichetta presente sul prodotto. Capita spesso di notare come tanti prodotti sono made in Italy e che il nome dello stabilimento di produzione è il medesimo del prodotto di marca più conosciuto. Insomma, cambia solo il packaging, ma non la qualità.

    La data di scadenza è uno degli aspetti principali a cui prestare attenzione. Verificare ogni confezione è fondamentale: una regola che vale ovviamente sia per i prodotti freschi che per quelli a lunga conservazione.

    Quali prodotti conviene comprare

    Spesso e volentieri l’occhio, quando si va a fare la spesa al discount, cade sui prodotti più economici, ovvero le birre e le bibite. Nello specifico, sono le birre tedesche quelle che presentano prezzi estremamente convenienti e un’ottima qualità di base, con un’ampia varietà.

    Per quanto concerne i latticini e formaggi, la linea proposta dal marchio Land, che è in vendita da Eurospin, può contare su prodotti che vengono realizzati da parte di brand particolarmente famosi, come ad esempio il latte da Parmalat, il Parmigiano Reggiano da Parmareggio e così via. In riferimento a pasta e riso, spesso si trovare marche di produttori legati al Sud Italia: ottimo il marchio “Riso Carosio”, prodotto dal medesimo stabilimento del ben più famoso Riso Scotti. Il discorso è identico anche per biscotti e dolciumi, di cui esistono tantissime sottomarche di produttori ben noti sul mercato.

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  • Timbri autoinchiostranti, caratteristiche principali e come funzionano

    Nell’ambito della cancelleria da ufficio, uno degli strumenti maggiormente diffusi sono sicuramente i timbri. Si tratta di accessori che vengono sfruttati da un gran numero di professionisti durante lo svolgimento delle attività di lavoro quotidiane. Si possono considerare un’ottima soluzione per apporre ufficialità o la propria certificazione, ad esempio, su vari documenti.

    Sul web, nel corso degli ultimi anni, ci sono sempre più piattaforme che si occupano della vendita di timbri personalizzati, ma in pochi sono in grado di pareggiare l’esperienza e la qualità offerta da Mistertimbri.it. Su questa piattaforma c’è la possibilità di trovare anche dei timbri autoinchiostranti di alta qualità, come i modelli Colop e Trodat, che provengono direttamente dall’Austria. Si tratta di timbri autoinchiostranti che hanno la capacità di garantire un’elevata resistenza rispetto all’uso, un design minimale e pratico, alta qualità dei materiali, ma anche un timbro chiaro e, al tempo stesso, molto facile da leggere.

    Alla scoperta dei timbri autoinchiostranti

    Si tratta di timbri che presentano differenze importanti in confronto a quelli classici. Prima di tutto sono notevolmente comodi da usare e decisamente funzionali, soprattutto per via del fatto che si possono sfruttare senza impregnarli direttamente all’interno dell’inchiostro.

    La principale caratteristica dei timbri autoinchiostranti è sicuramente quella di poter contar su una struttura che integra dei cuscinetti che si inchiostrano in via del tutto automatica a ciascun impiego. In questo modo, si può scongiurare il pericolo che si creino delle macchie che possono rovinare gravemente i vestiti.

    Non è l’unico vantaggio, però, dal momento che questa caratteristica permette che la timbratura sia davvero uniforme sotto ogni aspetto. Un punto di forza che si deve anche al corretto dosaggio automatico dell’inchiostro.

    Tra gli altri aspetti vantaggiosi di usare i timbri autoinchiostranti troviamo sicuramente il fatto di essere notevolmente semplici da utilizzare. Merito, spesso e volentieri, di un design decisamente ergonomico, che viene creato appositamente per poter essere mantenuto con una sola mano. Dato che non c’è più la necessità di intingerli all’interno dell’inchiostro si può ottenere un bel po’ di risparmio di tempo, andando a provvedere all’operazione della timbratura con una sola mano.

    La soluzione più pratica per timbrare oggigiorno

    Interessante anche mettere in evidenza come la presenza dei cuscinetti autoinchiostranti offrono la possibilità di evitare di incappare in problematiche piuttosto fastidiose. Un esempio è rappresentato dalle sbavature sui fogli, ma nei casi peggiori si possono realizzare anche delle macchie sui vestiti. L’inchiostro che si trova all’interno di questi timbri è oggetto di un dosaggio automatico nel momento in cui avviene la pressione sul foglio e non c’è alcun pericolo che l’inchiostro stesso possa diffondersi quando viene alzato dalla scatolina.

    Al giorno d’oggi, i timbri autoinchiostranti si possono considerare come la soluzione più adatta per tantissime attività e lavori. Non è un caso, dal momento che è il modello che riesce a soddisfare nel migliore dei modi le necessità di efficienza e di praticità d’uso di cui tanti professionisti vanno alla ricerca. La timbratura è un’operazione all’apparenza molto semplice, ma che viene resa tale solo ed esclusivamente se vengono utilizzati gli strumenti e gli accessori di più alta qualità possibile.

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  • Come scegliere una sega a nastro

    La sega a nastro potrebbe essere considerata un attrezzo indispensabile per coloro che si occupano di lavorare il metallo o il legno o per gli appassionati di bricolage. Troviamo questo attrezzo spesso tra gli artigiani, perché sono degli strumenti fondamentali per tagliare il legno e il metallo. La sega a nastro comunque si può utilizzare anche per altri tipi di materiali ed è molto utile perché consente di realizzare dei tagli di forma irregolare. Esistono due tipi di seghe elettriche. Ci sono quelle da tavolo e quelle manuali. Quelle da tavolo hanno una potenza maggiore, ma generalmente non si possono spostare. Quindi, prima di scegliere quella che ritieni faccia al caso tuo, considera sempre l’uso che ne devi fare.

    Come funziona una sega a nastro

    Scopriamo il funzionamento delle seghe a nastro, come quelle che puoi trovare su fbingros.com. Questi strumenti dispongono di una lama di metallo che è dentata e molto affilata. La lama è montata su alcuni volani, in genere due o tre. Questi sono in grado di girare a grande velocità sotto la spinta del motore.

    Questi attrezzi vengono utilizzati soprattutto nel settore delle produzioni industriali e della falegnameria, per realizzare dei tagli di grande precisione.

    Le caratteristiche di una sega a nastro

    In commercio possiamo trovare anche altri tipi di seghe, oltre a quelle a nastro. Ci sono per esempio anche le seghe circolari o quelle a disco. Tuttavia molti professionisti utilizzano proprio le seghe a nastro per tagliare i materiali. Questo accade perché la sega a nastro ha molte caratteristiche principali che la rende indubbiamente un attrezzo prediletto.

    Scopriamo quali sono le caratteristiche su cui questo attrezzo consente di puntare. Innanzitutto uno degli aspetti che più risaltano all’occhio è costituito dalla potenza del taglio. Le seghe a nastro infatti riescono a tagliare materiali di uno spessore superiore rispetto alle altre seghe.

    Inoltre questi attrezzi sono dotati di una più grande versatilità, che consente di tagliare facilmente anche elementi curvi. Occupano meno spazio, perché sono più compatte, e alcuni modelli si possono anche spostare da un luogo all’altro.

    Sono più sicure, perché la lama ha un’impugnatura caratteristica verso il basso, che determina un rischio minore che il pezzo da tagliare colpisca chi sta usando l’attrezzo. Rispetto alle altre seghe normali, quelle a nastro sono relativamente più silenziose. Hanno un costo minore e riducono lo spreco di legno, perché con le lame strette di cui sono dotate il taglio viene riprodotto con più precisione e si genera meno segatura.

    Quali sono i criteri di acquisto

    Se hai intenzione di acquistare una sega elettrica, devi tenere conto di alcuni elementi fondamentali prima di procedere all’acquisto. Innanzitutto tieni conto del rapporto qualità-prezzo, che può essere considerato un criterio indispensabile per fare la tua scelta.

    Ma quali sono, dal punto di vista tecnico, gli altri fattori che devi tenere in conto per acquistare la sega a nastro che più possa fare al caso tuo? Ti vogliamo dare alcuni suggerimenti in proposito.

    Considera i volani, la velocità di taglio, l’altezza e la larghezza del taglio, la guida della lama, la presenza di interruttori e freno. Inoltre valuta attentamente le dimensioni dei denti della sega e la sua capacità di taglio.

    Considera che in base ai modelli di sega a nastro si possono tagliare i materiali fino a 15 centimetri di spessore. Ci sono anche dei modelli industriali che possono arrivare a tagliare pezzi fino a 30 centimetri. La larghezza del taglio corrisponde di solito alla distanza che c’è tra la lama e l’elemento verticale, che sono definiti come protettori.

    La velocità, invece, si riferisce ai metri che la lama percorre in un minuto. Può variare da un modello all’altro. I modelli base hanno una velocità compresa tra i 200 metri al minuto ai 1.500 metri al minuto.

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  • Boiler a gas oppure elettrico: ecco quale modello conviene comprare

    Quando si parla di boiler o scaldabagno, si fa riferimento ad un macchinario che è in grado di riscaldare l’acqua all’interno delle case. In base al modello che si sceglie c’è la possibilità di sfruttare determinati vantaggi e, spesso, si può anche risparmiare in bolletta.

    La scelta dei boiler a gas online potrebbe essere un’ottima soluzione, dal momento che, nel corso degli ultimi anni, sempre più piattaforme permettono di acquistare tale apparecchio direttamente sul web. Uno dei vantaggi di affidarsi, però, a Comfortorino, è sicuramente quello di poter scegliere tra un’ampia gamma di boiler a gas, che riescono davvero ad adattarsi ad ogni tipo di esigenza, ma soprattutto vengono proposti ad un prezzo che comprende sia l’Iva che l’intervento di installazione. In questo modo, chi ha bisogno di un nuovo boiler a gas, può capire fin da subito quale possa essere la spesa da mettere in conto.

    Boiler elettrico, il funzionamento

    Per poter conservare l’acqua ad una temperatura ottimale, che va da 35 fino a 60 gradi centigradi, lo scaldabagno elettrico deve per forza di cose restare acceso per gran parte della giornata. Ed è abbastanza chiaro come i costi in bolletta alla fine del mese ne soffriranno e non poco.

    La resistenza interna al boiler, infatti, riesce a scaldarsi sfruttando proprio l’energia elettrica, alzando di conseguenza la temperatura dell’acqua. I consumi, di conseguenza, sono molto alti, ma c’è da sottolineare anche un altro aspetto: una volta scollegato il boiler rispetto alla rete elettrica, ecco che l’acqua avrà la tendenza a diventare fredda molto più rapidamente e prima di riottenere l’acqua calda corrente servirà pazientare qualche ora.

    Lo scaldabagno elettrico istantaneo

    C’è anche un altro modello di boiler elettrico che si caratterizza per diminuire notevolmente i tempi di riscaldamento dell’acqua, intervenendo in modo istantaneo sullo scorrere dell’acqua, ma anche in questo caso è bene mettere in evidenza come i consumi di energia siano notevoli. Ad ogni modo, si tratta di un modello più avanzato ed evoluto in confronto ai tradizionali scaldini elettrici: il problema principale, come detto, sono i consumi. Per il suo funzionamento, lo scaldabagno elettrico istantaneo necessita di tutta la potenza disponibile in casa e, di conseguenza, durante la doccia è impossibile utilizzare qualsiasi altro elettrodomestico all’interno delle mura domestiche.

    Scaldabagno a gas: scopriamo come funziona

    Nel corso degli ultimi anni, lo scaldabagno a corrente ha lasciato sempre più spazio al boiler a gas, che è diventato molto più diffuso. In questo secondo modello, un certo numero di ugelli provvede alla diffusione nella giusta direzione del metano piuttosto che del GPL che viene incendiato e permette di riscaldare immediatamente l’acqua.

    Ci sono diversi vantaggi nell’optare per un boiler a gas: il primo è sicuramente quello economico, dal momento che il risparmio sui consumi alla fine del mese è sotto gli occhi di tutto. Al tempo stesso, però, è bene mettere in evidenza come si tratta di una soluzione più sostenibile, visto che l’impatto sull’ambiente è più basso in confronto ai modelli elettrici. Inoltre, le caldaie di nuova generazione proposte sul mercato attualmente possono contare sulla presenza di un bruciatore che si accende solamente quando viene aperto uno dei rubinetti relativi all’acqua calda che ci sono in casa. Nel momento in cui il rubinetto viene chiuso, invece, il bruciatore e la caldaia si spengono, in maniera tale da azzerare gli sprechi.

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  • Stop loss: cos’è e come funziona

    Fare trading online comporta anche dei rischi di perdite. Bisogna tenere a mente questa regola fondamentale, perché il tutto non si riduca ad un semplice gioco. Ecco perché gli investitori sono sempre alla ricerca di strumenti che possano minimizzare o comunque tenere sotto controllo i rischi. Esistono degli strumenti molto utili di questo genere, come per esempio gli stop loss, che ti danno la possibilità di impostare il livello massimo di perdita che sei disposto ad affrontare per ogni singola operazione che compi nel mondo del trading. Di solito gli stop loss vengono utilizzati dai trader professionisti, perché spesso i principianti non sanno della loro esistenza.

    Il significato di stop loss

    Sicuramente ti starai chiedendo come funziona lo stop loss. Per capirne più nello specifico i meccanismi, dobbiamo partire nello spiegarti che cosa si intende con questo termine. Letteralmente in italiano stop loss significa stop alle perdite.

    Consiste in una strategia che ha come scopo principale la protezione del capitale nel corso di un investimento sui mercati finanziari. Si tratta di una strategia che può essere molto utile nel caso in cui l’andamento del mercato segua una direzione contraria rispetto a ciò che avevamo previsto.

    Con lo stop loss si può chiudere automaticamente una posizione perdente arrivando ad un certo livello. Infatti non ha assolutamente nessuna utilità portare avanti una posizione perdente ad oltranza.

    Potremmo subire in questo senso dei danni economici e tutto si riverserebbe anche a livello psicologico sulla motivazione e sulla capacità di concentrazione.

    Lo stop loss a percentuale: come funziona

    Ci sono vari metodi per settare lo stop. Uno di questi consiste nel mettere lo stop loss a percentuale. In questo modo si può decidere già dall’inizio quanto rischiare del proprio conto con una determinata operazione.

    Per esempio se mettiamo lo stop loss allo 0,5% significa che, quando arriveremo a toccare questa soglia, le operazioni si fermeranno e avremo perso soltanto lo 0,5% dell’account.

    Gli esperti comunque consigliano di non applicare sempre lo stop loss a percentuale, perché il limite non dovrebbe essere mai troppo stretto. Infatti se è troppo stretto si può rischiare di creare un circolo vizioso di meccanismi che potrebbero anche creare confusione.

    Come funziona lo stop loss sui supporti e le resistenze

    I supporti e le resistenze, sia che siano dinamici o statici, rappresentano sempre una buona possibilità per impostare lo stop loss. Molti analisti consigliano di utilizzare questo metodo, mettendo lo stop sotto un supporto, nel caso delle acquisizioni, o sopra una resistenza, se invece desideri vendere.

    Secondo gli esperti già dopo qualche tempo di applicazione di questo metodo si cominciano a vedere i primi risultati positivi.

    Inoltre i migliori esperti del settore consigliano anche di decidere lo stop loss in base alla volatilità, che è un altro fattore essenziale da non sottovalutare.

    Che cos’è il trailing stop loss

    Alcune piattaforme di trading mettono a disposizione delle modalità molto più precise che riguardano lo stop loss. Per esempio uno di questi metodi si chiama trailing stop. Facciamo un esempio pratico per comprendere di che cosa si tratta.

    Ad esempio decidiamo di acquistare un titolo che ha un prezzo di 100. Poi decidiamo di venderlo quando il prezzo scende al di sotto del livello di 95. Se il prezzo del titolo però sale fino a 120 e poi scende, il valore dello stop loss impostato con questa metodologia ha la possibilità di salire con il prezzo e quindi si attesta a 114.

    Quindi il massimo diventa il punto di riferimento per lo stop, che, conseguentemente al salire del prezzo, viene innalzato. Anche questa è un’opportunità molto importante da non perdere assolutamente, se vogliamo orientarci al meglio nel mondo del trading online.

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  • Criptovalute: futuro o solo un fenomeno passeggero?

    A livello finanziario, un asset è diventato tema di dibattito ad ogni latitudine, sia nel l’establishment economico che nella grande fetta dei piccoli risparmiatori: le criptovalute. E a fare da traino all’intero comparto è stato il Bitcoin, la prima valuta digitale, nata undici anni fa, che ha riscontrato grande successo presso gli utenti finanziari di ogni angolo del mondo. D’altro canto, i primi risultati di questa criptovaluta sono stati eccellenti ed hanno attirato l’attenzione di una vasta platea di risparmiatori.

    L’e-commerce potrebbe fungere da traino ad una maggiore circolazione delle criptovalute

    Quanto la tecnologia sia stata fondamentale nel mutamento del comportamento dei cittadini è un dato ormai assodato, con buona pace anche di quella fetta di persone che ancora non accetta di sfruttare gli enormi vantaggi fornita dalla stessa. Una preclusione mentale che, alle soglie dell’inizio del terzo decennio del nuovo millennio, è assai pericolosa e risulta limitante per chi ne è afflitto. Complice la prepotente ascesa di Internet, che è diventata la prima fonte di informazione per buona parte delle persone, si è assistito a delle modifiche sostanziali nelle abitudini dei cittadini, in primis nell’acquisto di beni e servizi. L’e-commerce, in tal senso, ne è il più fulgido esempio: la maggior parte delle persone, attratte da due aspetti fondamentali come comodità (nella ricezione della merce al proprio domicilio) e risparmio economico, acquistano direttamente online.

    Non è utopistico ipotizzare, quindi, che in futuro il mondo non disponga di banconote, ma di valute digitali finalizzate al pagamento di beni e servizi. Ed è proprio questo lo scenario in cui, potenzialmente, le criptovalute potrebbero trovare grande vigore e forza, dimostrando la loro reale utilità ed il ruolo, non solo finanziario, che potrebbero svolgere nella vita delle persone.

    Ad oggi, questo asset si può considerare prevalentemente finanziario, finanche, in certi casi, di natura speculativa, basti vedere la forte volatilità che ha contraddistinto l’andamento dei prezzi delle criptovalute negli ultimi dieci anni. Tuttavia, alcuni siti di grandi aziende, come – a titolo esemplificativo – Microsoft, nei loro store online accettano il pagamento in Bitcoin per alcune tipologie di prodotto. Un primo passo, non indifferente, per favorire la crescita ed una maggiore circolazione di queste valute digitali.

    Facebook sfida le banche centrali: Libra cambierà il mondo?

    Il vero banco di prova, però, avverrà nei prossimi mesi. Nel secondo semestre del 2019, un colosso come Facebook, grazie al supporto di alcuni dei più importanti player mondiali del commercio e dell’industria, ha annunciato che lancerà sul mercato Libra”, una sorta di “moneta virtuale” che consentirà il pagamento di beni e servizi senza dover ricorrere alla valuta fisica del proprio territorio: l’acquisto di un oggetto online, non verrà regolato in Euro o Dollaro, ma, per l’appunto, in Libra.

    Una rivoluzione copernicana alla quale, quasi immediatamente, hanno fatto scudo le più grandi banche centrali del pianeta, che hanno individuato non solo rischi per sé stesse, come quella di veder depotenziata la loro influenza in ambito di politica monetaria, ma anche per i cittadini.

    Il più significativo è insito nell’impossibilità, da parte di qualsiasi criptovaluta, di fungere da regolatore delle politiche monetarie ed economiche di una determinata area geografica, che oggi avviene, tramite le banche centrali, agendo sui tassi d’interesse, in grado di generare politiche monetarie espansive o restrittive. Inoltre, i banchieri mettono in guardia sulla poca stabilità mostrata, fin qui, da queste valute, caratterizzate da una forte volatilità, e sui rischi di potenziali frodi, o presunte tali, come avvenute recentemente nel caso bitcoin trader.

    Ma qualcosa, anche nella stanza dei bottoni, sta cambiando. Un colosso come la Cina, infatti, ha annunciato che, nell’arco di qualche anno, lancerà la propria “criptovaluta di stato”, una sorta di renminbi virtuale che potrebbe cambiare, letteralmente, le strategie monetarie delle banche centrali, ed equiparare il ruolo delle criptovalute a quello fin qui svolto da quelle fisiche.

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  • Imparare l’inglese su Skype: tutto quello che devi sapere

    Oggi come oggi, quando si parla di competenze lavorative imprescindibili è impossibile non chiamare in causa l’inglese. Parlato e scritto, rappresenta un caposaldo per chi vuole proporsi sul mercato del lavoro, a prescindere dal settore e dalla posizione ricercata. Per impararlo esistono numerose alternative. Tra queste rientrano le lezioni di inglese su Skype.

    Sono tantissime le persone che si informano in merito. La cosa non deve sorprendere dato che, presi come siamo da tantissimi impegni sia familiari sia professionali, abbiamo un grande bisogno di flessibilità quando si parla di formazione.

    Cosa bisogna sapere quando ci si approccia alle lezioni di inglese su Skype, disponibili su siti come Speakingathome.it? Nelle prossime righe, abbiamo cercato di rispondere a questa domanda.

    Quanto costano le lezioni?

    Quello del costo è uno dei primi fattori che si prendono in considerazione quando ci si informa in merito alle lezioni di inglese su Skype. Non essendoci un tariffario univoco, sono diversi i prezzi con cui si può avere a che fare.

    Nonostante questo, si può comunque parlare di riferimenti. In media, i prezzi di mercato sono attorno ai 25 euro per una lezione di 60 minuti. Di solito, per quanto riguarda l’acquisto, ci si muove a pacchetti. Man mano che aumentano le ore, diminuisce il costo della singola lezione.

    Gli insegnanti si possono scegliere?

    Ecco un’altra domanda che si fanno tutti quelli che prendono informazioni sui corsi di inglese su Skype. Gli insegnanti si possono scegliere e sono tutti molto preparati. Il fatto di non entrare in un’aula fisica non significa che alla base non ci sia una selezione accurata dei professionisti a cui affidare poi gli studenti.

    Inoltre, un ulteriore vantaggio dei corsi di inglese fruiti su Skype riguarda la possibilità di avere il docente a propria totale disposizione. Il corso di gruppo è un momento di scambio ma, in molti casi, non permette di sviluppare al massimo le proprie abilità linguistiche, in quanto manca la possibilità di essere corretti e guidati in maniera dettagliata, senza lasciare nulla al caso.

    Ci sono orari stringenti?

    La risposta è no. Un vantaggio innegabile dei corsi di inglese su Skype o altre piattaforme simili riguarda proprio la possibilità di gestirsi in autonomia gli orari e, con la stessa flessibilità, fruire dei materiali formativi.

    Il corso di inglese su Skype, infatti, non si limita alla lezione privata con l’insegnante. Per ottimizzare la propria preparazione, il discente ha infatti a disposizione diverso materiale, come per esempio le dispense.

    Le lezioni quanto durano?

    Torniamo un attimo a parlare di tempi aprendo la parentesi della durata delle lezioni. Sopra abbiamo fornito una stima di massima. La durata oraria non è l’unica alternativa che si può considerare. Esistono infatti diverse scuole che consentono di scegliere lezioni della durata di mezz’ora, ideali sia per chi comincia da zero e ha bisogno di dare il via piano piano al suo rapporto con l’inglese, sia per chi ha bisogno di limare piccoli aspetti.

    Conclusioni

    Non c’è che dire: le lezioni di inglese su Skype – o piattaforme simili, comunque gratuite e senza la necessità di dare il via a download complessi – sono molto apprezzate.

    Quando le si approccia è necessario considerare alcuni aspetti. Prima di tutto bisogna avere bene chiari gli obiettivi e renderli raggiungibili e misurabili. Se si parte da un livello scolastico, non ha senso pensare di arrivare a una padronanza da madrelingua nel giro di un paio di settimane.

    In secondo luogo non bisogna mai dimenticare la costanza. Si può avere il migliore insegnante del mondo, ma se non ci si mette del proprio si rimane fermi a guardare – da lontano – l’agognato traguardo.

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  • Gli aspetti meno conosciuti del coronavirus

    È trascorso ormai un mese e mezzo dal momento in cui, attraverso il decreto “io resto a casa”, l’Italia ha affrontato in maniera netta e decisa la situazione di emergenza generata dal Coronavirus. Una situazione che la pandemia, proveniente in via originaria dalla Cina, ha in realtà diffuso in quasi tutto il mondo. I numeri in questi giorni sembrano essere in lento miglioramento, e la società può sperare in un progressivo ritorno alla normalità.

    Ma che cos’è effettivamente il Coronavirus? La maggior parte delle persone è realmente informata, a dovere, su questa nuova minaccia e su tutti i sintomi, le conseguenze e le caratteristiche che ad essa appartengono? Proviamo a tracciare di seguito un quadro del virus in questione.

    Coronavirus: le caratteristiche principali

    A livello globale, gli sforzi scientifici delle ultime settimane sono stati ovviamente concentrati su questo virus per comprenderne la natura, le tipologie di diffusione e per cercare di arrivare ad una cura: se non ad un vaccino definitivo per il momento (soluzione sulla quale si sta comunque lavorando senza sosta) perlomeno un farmaco che permetta di contrastarne il contagio e l’effetto sull’organismo.

    Dunque, cominciamo con quelle informazioni che ormai dovrebbero essere state apprese ed interiorizzate a fondo da tutti, dopo settimane nelle quali questa tematica è giustamente rimasta sempre in copertina. Tanto per cominciare il nome Coronavirus non è scientificamente quello corretto, poiché questo virus si chiama in realtà Covid-19.

    Quali sono i sintomi principali di questa infezione? Essi includono la febbre e la tosse, ma l’elemento distintivo sono le difficoltà respiratorie: il virus va infatti a colpire ed intaccare proprio i polmoni, ed in caso di sviluppo consistente è causa di polmoniti o sindromi respiratorie acute. Nei casi più gravi, arriva a provocare anche un’insufficienza renale e, come purtroppo ormai ben sappiamo, persino la morte. In sostanza, tutti i classici sintomi del raffreddore potrebbero essere sintomi di un Coronavirus in forma lieve, uniti alla temporanea perdita o forte indebolimento della capacità olfattiva.

    Tutte queste caratteristiche hanno portato a definire anche quali sono le categorie più a rischio di contrazione – ma anche tristemente di morte – di questo nuovo virus: ovviamente le possibilità aumentano con l’innalzarsi dell’età, ovvero in quelle persone le cui difese immunitarie non sono più al massimo del proprio potenziale. Secondo lo stesso ragionamento degli anziani, sono molto più in pericolo della media anche gli immunodepressi e tutti coloro che già sono debilitati. Ecco perché bisognerebbe possedere sempre nozioni scientifiche di base, quali per esempio l’importanza del sistema linfatico per il sistema immunitario.

    Ad ogni modo, non soltanto c’è la possibilità di essere portatori sani (e dunque asintomatici), ma dal Covid-19 è possibile anche guarire: tutto dipende da caso a caso. Ma come si trasmette questo virus? Fondamentalmente attraverso la saliva e le sue particelle liberate nell’aria: dunque i colpi di tosse e gli starnuti. Ovviamente questo comporta anche i contatti diretti personali ed interpersonali.

    Gli aspetti meno conosciuti

    Passiamo adesso a quegli aspetti di cui forse non tutti sono invece a conoscenza. Come abbiamo detto la definizione Coronavirus è piuttosto generica, pur venendo utilizzata per definire questo specifico virus. I Coronavirus sono infatti in realtà una vasta famiglia di virus che attaccano normalmente l’uomo o alcune altre specie animali. Identificati per la prima volta addirittura negli anni ’60, ne esistono di vario tipo e genere.

    Si tratta di virus RNA a filamento positivo (da questa caratteristica deriva il nome “corona”) e tutti sembrano colpire l’apparato respiratorio in maniera più o meno grave; tutti, inoltre, sembrano avere come bersaglio primario le cellule epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale. Ad oggi sono addirittura sette i diversi Coronavirus che hanno dimostrato di poter infettare l’essere umano: gli Alphacoronavirus HCoV-229E e HCoV-NL63 ed i Betacoronavirus HCoV-OC43, HCoV-HKU1, SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV.

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