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Salute e benessere a 360 gradi. Alimentazione corretta e sport, dieta per dimagrire e tanto altro per vivere una vita serena e felice.

La pulizia dei denti è sempre fondamentale: ecco perché

Pensare alla salute della propria bocca non vuol dire solo lavarsi i denti con regolarità: la placca batterica, infatti, tende a depositarsi in punti in cui non è possibile arrivare con lo spazzolino o con il filo. Proprio per questo motivo è essenziale sottoporsi, almeno una volta all’anno, a una pulizia dei denti meticolosa e approfondita, per evitare che la placca dia origine a gengiviti che, se non curate, a loro volta si possono trasformare in una pericolosa e fastidiosa malattia parodontale. La parola d’ordine, dunque, è prevenzione: sono sufficienti pochi e semplici accorgimenti per scongiurare situazioni critiche e dolori fastidiosi.

L’importanza delle buone abitudini

Lavarsi i denti con regolarità è una buona abitudine la cui importanza non può essere trascurata: un’operazione da svolgere soprattutto dopo aver consumato alimenti che contengono una elevata quantità di zuccheri. Lo spazzolino che si utilizza non deve avere le setole eccessivamente dure, per non rischiare di irritare le gengive, e deve essere il più possibile facile da maneggiare e pratico. Quando ci si lava i denti è necessario compiere movimenti continui e decisi per non meno di un paio di minuti, così da rimuovere i residui di cibo presenti sotto la linea gengivale; volendo, ci si può aiutare con il filo interdentale, che permette di arrivare a punti in cui lo spazzolino non può giungere.

I denti vanno lavati anche prima di andare a dormire, visto che la protezione salivare nel corso della notte è più bassa: di conseguenza, i batteri hanno la possibilità di proliferare con più facilità e di muoversi più liberamente in una bocca che non è pulita come dovrebbe essere. Lo spazzolino dovrebbe essere sostituito una volta ogni tre mesi, e per garantire una pulizia dei denti impeccabile ci si deve servire di un dentifricio al fluoro, che contribuisce a rendere lo smalto più forte.

A che cosa serve la pulizia dei denti professionale

Oltre alla pulizia dei denti casalinga, come detto, periodicamente ci si deve sottoporre a una pulizia dentale professionale, un trattamento che serve a eliminare la placca che si accumula sui denti e che, nel tempo, potrebbe favorire la comparsa del tartaro, con conseguenze poco piacevoli per la salute. La placca aderisce, attraverso un processo di mineralizzazione, alla superficie dei denti, fino a diventare tartaro: esso, però, non può essere eliminato solo con lo spazzolino. C’è bisogno, quindi, di un dentista o comunque di un igienista dentale.

La prevenzione odontoiatrica

L’importanza della prevenzione odontoiatrica deve essere comunicata e trasmessa anche ai bambini. Questi non devono essere spaventati dalla figura del dentista, ma indotti ad affidarsi a questo professionista con sicurezza: solo controlli regolari nel tempo e precoci permettono di individuare eventuali disturbi con cui si potrebbe avere a che fare, riguardanti non solo i denti stessi, ma anche il palato o l’ossatura. Le più importanti patologie dentali insorgono per colpa del tartaro e della placca, che possono essere eliminati solo con le attrezzature di professionisti del settore.

Una pulizia dei denti periodica consente di ostacolare la comparsa di infiammazioni del cavo orale e di contrastare la formazione delle carie. Se quando ci si lava i denti ci si accorge di avere le gengive un po’ infiammate o addirittura sanguinanti, non si deve commettere l’errore di pensare che il giusto collutorio sia sufficiente per risolvere il problema, ma occorre sottoporsi subito a una visita dentistica, poiché è molto probabile che la gengivite sia causata dalla presenza di placca e tartaro. Con una pulizia profonda il disturbo è destinato a svanire, sempre che non si sia già tramutato in malattia parodontale.

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L’importanza della salute dei bambini

Diventare mamma ha sempre il suo perché. I pensieri, le preoccupazioni tendono ad accavallarsi nella testa della neomamma, che impara a riconoscere anche ad istinto, se qualcosa nella salute del bambino non va.

In effetti, durante il primo anno di vita, il bambino potrebbe variare tra un sintomo e l’altro, a seconda dell’età e di tanti altri fattori esterni che vengono ad inficiare sulla sua salute.

Pare dunque che nei primi tre mesi di vita tra i disturbi possano rientrarci crisi genitale, rigurgito o coliche gassose. Nei mesi a salire si potrebbero presentare invece fastidi come diarrea, ernia ombelicale e anche (e soprattutto) stitichezza.

La salute dei bambini: quando il problema è all’intestino

Qualunque tipo di disturbo può comparire ovviamente ad ogni età, dipende sempre dal piccolo in sé e per sé. I disturbi più comuni però sono quelli intestinali legati alla stitichezza. Questo vuol dire che la mamma del neonato deve imparare ad utilizzare termometri, clistere evacuativo, sondini per facilitare l’espulsione di aria, in maniera tale che gli si possa alleviare il fastidio (purtroppo inevitabile).

Il clistere è, scientificamente parlando, una dose di acqua che serve per sciogliere il contenuto dell’ultimo tratto dell’intestino (colon o intestino crasso). In particolare per rendere più fluide le feci incrostate, e tutto quello che ostruisce il retto.

Pur essendo ben distinto dalla peretta, in vero il clistere è diverso per la quantità dei liquidi che vengono introdotti nel corpo del bambino (o anche dell’adulto).

Come effettuare un clistere per la salute dei bambini

E passiamo ora al come fare un clistere evacuativo per bambini. Come prima cosa il consiglio è quello di umidificare con della crema la punta del clistere. In tal modo un volta introdotto nel retto scivola con più facilità. Dopo aver messo il bimbo sul fasciatoio, supino, posizionarlo con le ginocchia piegate sul pancino e tenerlo quanto più fermo possibile (magari facendosi aiutare da qualcuno).

Stendere sotto al culetto del bambino un lenzuolo e con la presa decisa basta infilare la punta del clistere di pochi millimetri (basterà). A questo punto avremo la sensazione di sentire un soffio, non è altro che aria fuoriuscita dall’intestino.

Suggerimenti per un buon clistere

Se il bambino ha dall’età da zero a due anni, basteranno circa duecento millilitri d’acqua divisi in due spruzzi. Se invece il bimbo è più grande si può osare anche con mezzo litro sempre in due step. Non ci si deve far spaventare da pianti e urla del piccolo, che sono più che normali, anche se la sensazione di svuotamento dell’intestino lo farà rilassare, perché sentirà il pancino svuotarsi. I movimenti devono essere sì decisi ma non bruschi, anzi quanto più dolci possibili, provando a tranquillizzare il bimbo agitato con la propria voce. Quindi se riusciamo a stare tranquilli noi e a non farci prendere dal panico, i piccoli saranno molto più sereni.

Una volta sbloccato l’intestino del bambino bisogna imparare a fare la massima attenzione sulla sua alimentazione, incrementandola con fibre se è grande abbastanza o consultare un pediatra nell’eventualità che la stitichezza sia stata causata dal latte.

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Bere il caffè in Italia, come prepararlo in modo sano

Gli italiani non possono fare a meno della tazzina di caffè Espresso la mattina, ma ogni Regione ha le sue preparazioni e bar e i clienti stessi hanno trovato ricette e modi salutari per bere un caffè italiano.

Si sa che il buon caffè italiano è diventato un must in tutto il mondo, anche perché recenti ricerche hanno dimostrato che la classica bevanda italica mattutina non provoca effetti collaterali o danni a lungo termine, come specificato da analisi del passato.

Caffè italiano, sano e buono

Agli italiani non si deve togliere il caffè alla mattina, ma neanche durante le pause dal lavoro o di metà pomeriggio. Il suo gusto e le sue proprietà sono note da secoli, mentre non è molto nota la diffusione di questa bevanda aromatica nel Belpaese. Infatti, nelle Regioni d’Italia non si beve il caffè alla stessa maniera, ma in ognuna di esse, è sempre una delizia data dalla tradizione relativa alla diffusione di questa bevanda in Italia. Come viene preparata nelle diverse città?

Bere il caffè nelle Regioni italiane

Il caffè in Veneto, specialmente a Padova, è arrivato nell’800. Qui, nasce la tazzina patavina, un espresso con panna, latte, cacao e un po’ di sciroppo di menta. Nel Friuli Venezia Giulia, specialmente a Trieste, il caffè si gusta nella maniera viennese. La dominazione austro-ungarica ha influenzato torrefazioni e abitudini, tanto che se si ordina un nero, non si intende il caffè, bensì un calice di rosso.

Il caffè in Piemonte significa Bicerin, caffè con cioccolata e panna liquida servito in un bicchiere di vetro: un modo artistico per ammirare i tre strati ben distinti. Ovviamente, va mescolato prima di berlo.  La Valle d’Aosta propone la grolla, ovvero la tipica coppetta di legno in cui viene servito il caffè con zucchero, chiodi di garofano, cannella e ginepro, insomma, un caffè super speziato. Nelle Marche, il caffè è digestivo: il caffè di Fano viene servito bollente corretto con anice, zucchero e rum riscaldati con una scorza di limone. Risale all’800, quando i pescatori lo bevevano prima di andare in mare.

Il caffè napoletano è il caffè per antonomasia. Il più famoso e buono del mondo: cremoso, ristretto e con un aroma corposo che fa da base allo schiumato o quello aromatizzato alla nocciola. In Puglia si è pensato di proporre la bevanda in versione fresca, viste le temperature torride estive. Il caffè pugliese o leccese dagli Anni 50 si prepara in bicchiere di vetro con ghiaccio e latte di mandorle. Infine, quello più energizzante, ovvero il caffè calabrese: nella tazzina si aggiunge brandy e liquirizia pestata.

Caffè salutari da bere la mattina

Prima di affrontare una giornata faticosa, ci vuole una sferzata di energia: che sia un Espresso o un macchiato, l’importante è svegliarsi grazie al profumo. Come esistono diversi modi di berlo esistono dei trucchi per trarre tutte le proprietà salutari con abbinamenti studiati ad hoc.

Il caffè con cannella, grazie a questa spezia, mantiene costanti i livelli di zucchero nel sangue e un buon equilibrio dell’insulina. Bere il caffè con cannella quindi aiuta a tenere sotto controllo la glicemia e il livello di grasso corporeo. Per prepararlo si aggiunge un cucchiaino di polvere di cannella nel filtro della moka e insieme alla polvere di caffè, zuccherandolo o dolcificandolo con il miele.

Il caffè con la menta può sembrare bizzarro, ma è ottimo per chi soffre di mal di testa. Idrata, rinfresca e aiuta a fare il pieno di antiossidanti, ideale per la prima colazione. Si prepara la bevanda in maniera tradizionale e, a parte, si prepara un bicchiere di acqua tiepida nel quale sciogliere l’essenza di menta. Aggiungere, nell’ordine, una tazza di caffè, qualche goccia di succo di limone e il dolcificante, mescolando bene. La preparazione è ottima con un cubetto di ghiaccio.

Per chi teme che troppo caffè nero faccia male, l’alternativa è il caffè verde. Esso ha acido cloro genico, il quale, permette di curare le infiammazioni ed è ideale per perdere peso e depurare l’organismo. Si prepara facilmente, aggiungendo 175 ml di acqua calda a 15 gr di caffè verde, lasciandolo in infusione 15 minuti.

Sarà una manna per l’organismo.

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Come si cura un ascesso gengivale

Dover fare i conti con un ascesso gengivale non è, purtroppo, un evento poco frequente: ecco consiste in un accumulo di pus nelle gengive. Il pus, che è costituito da globuli bianchi, da plasma, da detriti cellulari e da batteri, è sempre fonte di dolori molto forti; l’ascesso nella maggior parte delle circostanze è provocato da un’infezione di natura batterica, che a sua volta può essere determinata da un processo cariogeno che è andato troppo in profondità, da un dente rotto o da un dente scheggiato. Vi sono, per altro, diversi fattori di rischio a cui è necessario prestare attenzione: il fumo e le malattie da reflusso gastroesofageo, per esempio, ma anche il diabete, le alterazioni del sistema immunitario e le terapie a lungo termine che prevedono l’assunzione di farmaci corticosteroidei.

Che cosa fare

Nel momento in cui ci si rende conto di avere a che fare con un ascesso gengivale, non solo si soffre di un mal di denti lancinante e impossibile da sopportare, ma si verifica anche un gonfiore del volto nella parte interessata, accompagnato da un aumento delle dimensioni dei linfonodi del collo, da febbre, da difficoltà a deglutire e da alitosi. Uno dei rimedi naturali a cui è possibile ricorrere per alleviare il dolore, anche se solo in modo temporaneo, è quello che prevede di eseguire degli sciacqui con sale da cucina e acqua tiepida. L’acqua tiepidadeve essere usata anche per lavare i denti; essa non deve essere né troppo fredda né troppo calda, in quanto gli stimoli termici non fanno altro che rendere il fastidio ancora più forte.

Andare dal dentista

Ovviamente, per curare l’ascesso gengivale in maniera definitiva non c’è altra soluzione che quella che prevede di contattare nel più breve tempo possibile un dentista, a maggior ragione nel caso in cui il gonfiore del viso sia molto evidente, la febbre sia alta o il dolore risulti implacabile. Anche l’assunzione di antinfiammatori e di analgesici ha effetti solo sul breve periodo: l’assunzione di FANS, infatti, serve solo ad attenuare il dolore, ma non contribuisce in alcun modo a eliminare l’infezione che lo provoca. In attesa di recarsi dal dentista, può essere utile posizionare sulla parte esterna della guancia un panno morbido in cotone al cui interno sia avvolta una borsa del ghiaccio: così, si sfruttano i benefici della cosiddetta terapia del freddo, la crioterapia.

L’alcol serve?

Tra i rimedi che è possibile applicare a fronte di un ascesso gengivale, ci sono gli sciacqui con alcol da cucina o whisky. Il merito è del potere antibatterico e al tempo stesso anestetico dell’alcol, che fa sì che il dolore si possa alleviare temporaneamente. Ovviamente è indispensabile evitare di ingerire l’alcol, che deve essere trattenuto per non più di una trentina di secondi in bocca, prima di sputarlo. Va tenuto presente, comunque, che diversi specialisti sconsigliano questa soluzione, non tanto perché poco efficace ma perché l’alcol finisce per avere un effetto irritante nei confronti delle mucose orali. Imbottirsi di antidolorifici, invece, non serve a niente, così come è sbagliato applicare sul punto infetto dell’acido acetilsalicilico. Quando si ha un ascesso gengivale è bene non praticare sport di potenza, non assumere alimenti troppo freddi e non consumare latte e latticini subito dopo aver preso degli antibiotici come le tetracicline, il cui effetto potrebbe essere inattivato.

La cura di un ascesso gengivale rappresenta uno dei numerosi trattamenti che possono essere forniti da una clinica dentale in Croazia, come per esempio Cukon Dental Clinic, dove un team di professionisti di comprovata esperienza è sempre disponibile a offrire la propria competenza ai pazienti italiani.

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Dieta del riso funziona? Ecco cosa contiene e come farla

Il riso è un cereale tipico delle cucine orientali usato anche nel nostro paese come sostituto della pasta. Adatto a chi no può mangiare glutine, il riso è pieno di fibre, di sali minerali e di vitamine, non ha molte calorie ed è ad alta digeribilità.

E così da qualche tempo è in voga la dieta del riso che prevede il consumo di questo cereale, magari preferibilmente integrale, per favorire una veloce perdita di peso. L’ideatore è il medico tedesco Walter Kempner che consiglia questo regime alimentare ai pazienti obesi, ipertesi e diabetici.

Come funziona la dieta del riso

La dieta del riso si basa sulle 4 potenzialità del riso quali il suo potere saziante, la presenza di fibre, il basso contenuto calorico e la stimolazione della diuresi.

Il riso sazia più della pasta poiché in fase di cottura assorbe molta acqua e perché necessita di un tempo di digestione più lungo. Tutto questo garantisce a chi sta a dieta di non sentire i morsi della fame.

È molto efficace nelle diete ipocaloriche perché 100 grammi di riso hanno appena 330 calorie circa. E in più la variante integrale pullula di fibre aiutando la regolarità corporale. Infine, poiché il riso è ricco di potassio e povero di sodio, sa stimolare la diuresi, che è un punto a favore di chi vuole dimagrire.

La dieta del riso si presenta in due versioni, quella strutturata in due fasi, che parte da un’assunzione calorica molto bassa di appena 800 calorie per arrivare a 1200 calorie al giorno durante la seconda fase. Poi c’è la variante che dura 9 giorni più i precedenti 3 di disintossicazione.

Prima variante: Dieta del riso in due fasi

Nella prima variante della dieta del riso, la fase uno della dieta del riso è quella di disintossicazione con un apporto calorico nei primi giorni molto basso di appena 800 calorie. La dieta si basa solo sul riso preferibilmente integrale condito con un filo d’olio, e accompagnato da frutta e verdura. Questa prima fase, è quella in cui si perde più peso soprattutto sulla pancia.

Nella seconda fase poi l’apporto di calorie sale a 1200 e si possono mangiare anche legumi e proteine animali magre come ricotta, alcuni tipi di pesce e pollo ma anche verdure crude o cotte, frutta fresca o secca e altri tipi di cereali preferibilmente senza glutine. Il tutto con pochissimo sale e olio di oliva.

Seconda variante: Dieta dei 9 giorni

Questa seconda variante della dieta del riso è divisa in 2 fasi molto brevi in quanto questo regime alimentare si segue appena per 9 giorni più i primi 3 a stampo disintossicativo. Nella prima fase viene assunto solo riso e prodotti dietetici a base di riso con poca frutta e verdura. I 9 giorni dopo prevedono l’aggiunta di proteine magre come ricotta e pollo e aumento di porzioni di frutta e verdura.
Severamente vietato è l’uso di condimenti come olio, burro, grassi, e l’assunzione di alcool. Come sempre il consiglio è di bere circa 2 litri di acqua al giorno.

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La dieta del minestrone

La dieta del minestrone è una dieta che grazie ai suoi ingredienti consente di perdere 5 chili in 7 giorni. Dal momento che non è un regime alimentare equilibrato essa va seguita solo per brevi periodi, massimo per 7 giorni. È ipoproteica, agisce con effetto dimagrante e disintossicante e in alternanza con la dieta detox.

Come funziona la dieta del minestrone

Essa richiede una riduzione di zuccheri e grassi, che comporta un positivo calo di colesterolo e trigliceridi. All’inizio apparentemente si faticai a perdere peso, ma la dieta sortisce i suoi effetti nel breve periodo, a condizione che poi ci si metta a regime alimentare equilibrato e sano.

La dieta del minestrone comporta scegliere i giusti ingredienti, grazie ai quali si può variare nel corso dei 7 giorni il tipo di minestrone preparato. Il consiglio di solito è quello di consumare prodotti freschi, meglio se di stagione, preferendo le verdure e gli ortaggi che favoriscon la disintossicazione e la diuresi, o che stimolano la digestione.

Dunque nel minestrone dovrebbero dunque esserci sempre broccoli, bietole, cicorie, barbabietole rosse. Ci sono poi da preferire i classici alimenti che accelerano il metabolismo come in particolare la frutt. Accanto ad essi poi nel regime quotidiano possono essere assunti tè, spremute non zuccherate, frutta, yogurt scremato, ma dal quarto giorno, carne di manzo magra invece solo dal quinto giorno e riso integrale dal settimo giorno in poi.

Al posto del riso può essere invece consumata la quinoa, ricca di proprietà benefiche per l’organismo. Il minestrone va mangiato ogni giorno, invece tutti gli altri alimenti vanno tassativamente dosati

Gli alimenti nella dieta del minestrone

La dieta del minestrone dura 7 giorni per perdere 5 chili, e successivamente sarà opportuno cominciare una dieta di mantenimento in grado aggiungere tutti quegli alimenti che la dieta del minestrone non prevede ( questi altri alimenti sarebbero ad esempio carboidrati e proteine).
La dieta del minestrone si caratterizza per un uso smoderato di verdura ma accanto ad esse bisogna ricordare di mangiare più di frutta e verdura.

I consigli per la dieta del minestrone

Ovviamente pari alla dieta del minestrone bisogna bere almeno 1,5 o 2 litri di acqua al giorno a fare il modo per eliminare ogni tossina, evitando necessariamente le bibite dolci e gassate, gli alcolici
Non si possono mangiare il pane, la pasta, i dolci, gli zuccheri e i grassi. Bisogna pesarsi giorno e poi il quarto, cioè quando per ipotesi bisogna aver perso dai due ai tre chili. Se il peso perso è maggiore si può integrare la colazione con due fette biscottate, oppure il pranzo con del riso integrale o della pasta integrale.
Il consiglio è quello di non superare i 7 giorni di dieta e al termine degli stessi andrebbe seguita una fase di mantenimento, incrementata da carboidrati e proteine e aumentando anche le quantità di frutta e verdura. Per un effetto più rapido si consiglia un’attività motoria aerobica alla dieta o anche fare almeno 30 minuti al giorno di passeggiata a piedi.

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Dieta Detox

La dieta Detox non è una mirata specifica dieta, bensì un regime alimentare indicato per la disintossicazione dell’organismo. Coloro che seguono diete detox lo fanno allo scopo di espellere tutti i fattori negativi contenuti nel nostro organismo.

Che cosa è la dieta Detox

Dunque essa è una dieta depurativa, che migliora la salute aiutando a perdere peso, eliminandola ritenzione idrica. Essa poi previene alcune malattie come quelle croniche e degenerative e nutre la pelle, i capelli e le unghie. Seguire la detox significa favorire la digestione ed il transito intestinale e aumentare le difese. In più combatte la caduta dei capelli, le allergie, l’astenia influendo anche sul sistema nervoso e sulla energia e vitalità che non devono mai mancare.

Come fare la Dieta Detox

Effettuare correttamente una dieta detox comporta preparare il nostro organismo prima di intraprendere la dieta vera e propria. Questa fase è costituita prettamente dall’abolizione di tutti gli alimenti e le bevande che ci rendono veramente dipendenti. Alcuni esempi sono

Gli Alcolici
Il Caffè insieme a tutte le altre bevande piene di stimolanti
Gli zuccheri aggiunti quali il saccarosio e il fruttosio contenuti tanto nei cibi confezionati o nelle ricette, tanto a livello discrezionale
Il sale aggiunto alias cloruro di sodio, presente nei cibi confezionati o nella alimentazione quotidiana, nonchè a livello discrezionale
Il glutine che essendo una proteina è possibile trovarla nei cereali in particolare sorgo, orzo, frumento, avena, farro, spelta, e segale
Il latte e tutti i suoi derivati
Ogni tipo di dolcificante sintetico
I grassi saturi e idrogenati presenti in alimenti quotidiani quali burro, grasso animale, margarine e oli bifrazionati. Ma anccje altri cibi che per quanto saporiti sono dannosi alla linea come i tanto squisiti cibi dei fast food e tutti gli alimenti confezionati.
Infine è bene riguardarsi anche dall’assunzione di integratori alimentari e farmaci non necessari.

Quali sono le caratteristiche della dieta detox

Volendo fare un esempio di dieta detox, a colazione è consigliato di assumere circa il 50% in frutta tipo le mele o le pere, le arance, o ancora banane e frutti di bosco, fragole, melone, anguria. Magari mista a verdura quali carote, sedano, rape, pomodori, zenzero. Oltra a ciò, in aggiunta ci vuole circa il 50% di cereali senza glutine qualimiglio, mais, riso o loro derivati come crackers, biscotti, gallette; ma anche frutta secca tipo mandorle, noci, nocciole accompagnati da bevande come il tè bianco ed il latte vegetale.
Per gli spuntini invece sono consigliate sempre frutta, verdura e frutta sgusciata. In alternativa si concede l’uso di burro di noccioline, di speciali salse come l’hummus o il guacamole, e snack a base di cereali senza glutine.

Il pranzo e la cena sono similari, si possono cioè assumere gli stessi alimenti e la razione giornaliera per pasto va così divisa: circail 60-80% di verdure accompagnate da il 20-40% di legumi o cereali e tuberi cioè ceci, fagioli, fave, lenticchie, piselli, lupini amaranto, riso, quinoa, miglio, mais, teff e patate dolci. Volendo si possono anche assumere limitate porzioni di pesce al vapore. Per insaporire possono essere usati olio extravergine di oliva, avocado, succo di limone, hummus, guacamole, e sesamo, chia, papavero, canapa, girasole.

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La dieta del latte

Le diete strane sono tantissime e ne sentiamo parlare ogni giorno, ma tra le particolari c’è sicuramente quella del latte forse perché come tipo di alimento è tra i più nutrienti e completi.

Che cosa è la dieta del latte?

E infatti dall’aspetto nutrizionale, il latte è un alimento completo perché ricco di proteine di alta qualità, ha pochi grassi qualora sia prettamente latte scremato e irrisori grammi di carboidrati. 100 g di latte contengono poche calorie, dalle 30 alle 50 circa, dipende comunque dalla percentuale di grassi che contiene.
Il latte è un alimento completo, anche se ad una certa età in poi si potrebbe tranquillamente abolire dal regime alimentare in quanto relativo. I contenuti nutrienti che stanno nel latte si trovano anche in altri alimenti, quindi se seguiamo un’alimentazione completa non avremo carenza di calcio e potremo fare a meno del latte. Proprio per la sua completezza, fare una dieta a base di latte garantisce un’assunzione di ogni sostanza permettendo anche il dimagrimento

Schema della dieta del latte

La dieta del latte va seguita al massimo per 8 giorni e prevede principalmente l’assunzione di latte:

I Giorno bere 6 bicchieri di latte
II Giorno assumere 4 bicchieri di latte e 2 frutti
III Giorno prendere 2 bicchieri di latte, 2 frutti e 150 g di formaggio light (es. ricotta o Philadephia light)
IV Giorno vanno assunti 4 bicchieri di latte, due frutti, 150 grammi di carne magra ai ferri (carne rossa o carne bianca);
V Giorno la dieta comporta 2 bicchieri di latte, 2 frutti, 1 uovo sodo, 150 grammi di carne ai ferri
VI Giorno vanno assunti 2 bicchieri di latte, 2 frutti, 1 uovo sodo, 150 grammi di carne ai ferri e 100 grammi di formaggio light;
VII Giorno bere 3 bicchieri di latte con 3 frutti;
VIII Giorno la dieta presuppone 2 bicchieri di latte, 1 frutto, 150 grammi di carne magra e 150 grammi di formaggio light.

Nei giorni in cui si può mangiarela frutta, si possono preparare dei frullati con il latte per cambiare un pò. Come frutto non è consigliata la mela, a vantaggio delle arance che sono ottime perché hanno molta acqua.

Durante la giornata va bevuta molta acqua e ogni giorno si può integrare l’assunzione di liquidi con delle tisane non zuccherate.

La dieta del latte: 5 kg in otto giorni

La dieta del latte riesce a far perdere diversi chili perché vengono introdotte poche calorie con un alimento del tutto completo. E infatti il primo giorno si introducono meno di 500 calorie e anche nei giorni in cui si si incrementa la dieta, in effetti si introducono poche calorie, tra le 500 e le 700 kcal.
Si può poi raggiungere l’obiettivo ricordando che di questi 5 kg una buona parte è rappresentata da liquidi, quelli che il corpo ha in eccesso e eliminerà nei primi giorni di dieta.
Inoltre per fare questa dieta deve piacere molto il latte, basti pensare infatti che nel primo giorno va bevuto quasi un litro e può essere troppo anche per chi ama bere il latte ogni mattina a colazione.

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