X
    Categories: Economia

Cattivi pagatori: tutto quello che devi sapere per uscirne

Cosa significa essere un cattivo pagatore? Cosa fare nel caso in cui venga fatta una segnalazione in Crif? Sono solo alcune delle domande che spesso si pongono gli utenti, spesso confusi dalle miriadi di normative vigenti complesse e non facili da comprendere. Cerchiamo di chiarire i principali interrogativi sull’argomento e fornire una panoramica esaustiva su cosa significa oggi essere dei cattivi pagatori, come uscire da questa condizione e ottenere la riabilitazione del cattivo pagatore.

Chi è un cattivo pagatore?

Divenire un cattivo pagatore non è particolarmente difficile: basta non pagare in tempo anche soltanto due rate di un mutuo, di un finanziamento o di un prestito. È definito cattivo pagatore un soggetto che, avendo stipulato un contratto con una banca, non adempie ai suoi obblighi di pagamento o li adempie con ritardo. In questi casi l’utente viene iscritto nei principali sistemi di informazione creditizia, ovvero in grandi archivi contenenti i nominativi di tutti gli utenti che, nel corso del tempo, hanno trattenuto rapporti finanziari con gli utenti: non solo i cattivi pagatori ma anche coloro che vantano posizioni creditizie virtuose, ovvero di coloro che sono in regola con i pagamenti.

Le conseguenze negative derivano naturalmente solo per coloro che non hanno adempiuto ai loro obblighi creditizi o lo hanno fatto in ritardo: la registrazione dei loro nominativi come “cattivi pagatori” crea una sorta di pregiudizio sulla loro posizione personale, a fronte dei loro inadempimenti quale istituto di credito si fiderebbe a concedere prestiti e finanziamenti? Da questa situazione ben si può comprendere che, il cattivo pagatore, per ripristinare la sua buona “reputazione finanziaria” necessità di un intervento riabilitativo, che permetta di ottenerne la cancellazione e avere la possibilità di ottenere ulteriori prestiti e finanziamenti. La segnalazione delle sue informazioni debitorie viene effettuata a sistemi come il Crif, in particolar modo quando il ritardo nei pagamenti si verifica per più di due rate. Vediamo ulteriori dettagli.

Chi vede le segnalazioni come cattivo pagatore?

Le informazioni relative alla situazione debitoria, economica e finanziaria dell’utente è conoscibile attraverso una serie di canali: gli istituti finanziari, in particolare, possono accedere ai dati inerenti alla situazione economica del debitori accedendo ai SIC (c.d sistemi di informazioni creditizie). Va tenuto conto infatti che in Italia esistono importanti sistemi di accertamento centralizzati, di natura essenzialmente privata, che svolgono la loro attività nel rispetto del codice deontologico imposto dal Garante della privacy al fine di tutelare la riservatezza dei dati delle famiglie e dei consumatori. I SIC si occupano soprattutto di elaborare le informazioni fondamentali per la concessione del credito agli utenti, limitatamente agli intermediari aderenti al sistema.

Le banche dati dei SIC raccolgono tutte le informazioni inerenti a mancati pagamenti di un mutuo o mancato rimborso dei prestiti, ritardi e, viceversa, le informazioni positive riguardanti gli utenti: pagamenti e rimborsi puntuali, nonché relazioni creditizie per i quali non si sono registrati inadempimenti. I SIC non sono dunque altro che banche private, capaci di svolgere il compito di raccolta e scambio delle informazioni con gli operatori creditizi, fornendo importanti dati sui rapporti di credito che soggetti privati e imprese detengono con gli operatori stessi, con lo scopo di dare una valutazione generale sullo stato di affidabilità creditizia di chi richiede un prestito. Non a caso i SIC vengono comunemente definiti, seppur impropriamente, “centrali rischi”. Grazie ai SIC le realtà finanziaria possono avere accesso alla situazione economica del debitore.

Tramite l’accesso al registro cattivi pagatori CRIF (centrale rischi finanziaria) in particolare, gli istituti possono conoscere i dati relativi alle richieste di credito e al rimborso dei finanziamenti attivi, con lo stato di avanzamento dei pagamenti. Oltre al CRIF esistono comunque altre società private, non gestite da enti pubblici, che svolgono la loro attività come SIC. Chi comunica questi dati e le informazioni inerenti ai rapporti di credito degli utenti? A farlo sono le stesse banche e le finanziarie, con lo scopo di individuare i clienti “virtuosi”, ovvero i buoni pagatori, e quelli poco affidabili, sempre nel rispetto del codice della privacy.

Cattivo pagatore: quali conseguenze ne derivano?

Essere ritenuto un cattivo pagatore può avere per l’utente delle conseguenze molto importanti: una persona il cui nominativo è indicato all’interno dei registri dei cattivi pagatori tenuti e gestiti dai “Sistemi di informazioni creditizie” con elevata probabilità troverà molte difficoltà a ottenere prestiti e finanziamenti futuri, in considerazione del fatto che, istituti di credito e finanziari, prima di accettare un’eventuale richiesta di prestiti e finanziamenti consulteranno questi registri. Una volta individuata la posizione di “cattivo pagatore” dell’utente saranno pertanto molto restii a intrattenere relazioni economiche con loro.

Ciò significa che essere registrato come cattivo pagatore equivale a perdere la fiducia delle banche: la storia creditizia poco virtuosa di una persona, caratterizzata da ritardi o mancati rimborsi, si traduce nell’impossibilità del soggetto di ottenere nuovi prestiti, mutui o fidi da parte degli istituti creditizi e finanziari. In alcuni casi un istituto di credito potrebbe persino negare l’apertura di un conto corrente a un “cattivo pagatore”, e ciò si può dunque tradurre nell’impossibilità di disporre persino di un semplice libretto di assegni (nella stragrande maggioranza dei casi sarà comunque consentito il mantenimento di un conto corrente, ma la sua apertura è fortemente legata alla discrezione della banca).

Cattivo pagatore: è possibile ottenere la riabilitazione?

Ma una volta “registrato” e dunque ritenuto “cattivo pagatore”, è possibile per l’utente porre rimedio alla sua “cattiva reputazione finanziaria? La risposta a questa domanda risiede nella “riabilitazione del cattivo pagatore, ottenibile soltanto con il decorso del tempo. Quando trascorre un certo periodo temporale infatti, l’istituto finanziario provvede alla cancellazione del nome dell’utente dai registri dei “cattivi pagatori”. I tempi di iscrizione delle informazioni finanziarie degli utenti sono infatti vari, e dipendono dalla tipologia dei dati: se la richiesta di finanziamento è stata rifiutata dall’istituto, o semplicemente abbandonata dal soggetto richiedente, il periodo di registrazione del suo nominativo è soltanto di un mese.

Un’eventuale richiesta di finanziamento in attesa di esito rimane invece iscritta per un massimo di sei mesi, le morosità di due rate o di due mesi poi sanate dagli utenti vengono iscritte per un massimo di dodici mesi a partire dal giorno di regolarizzazione, mentre le morosità superiori a due rate o a due mesi vengono iscritte per 24 mesi. Per le morosità, o altri inadempimenti importanti, il termine di iscrizione è di 36 mesi, se non sono stati sanati. I rapporti crediti regolari infine, vengono iscritti per 36 mesi, nel caso specifico in cui il soggetto abbia uno storico caratterizzato da altri rapporti finanziari registrati come negativi, ovvero non regolarizzati. In seguito alla scadenza di questi termini, i sistemi di informazione creditizie sono tenuti a provvedere alla loro cancellazione.

Ma attendere la scadenza dei termini suddetti è l’unico modo per ottenere la riabilitazione di “cattivo pagatore”? Naturalmente no, esiste comunque la possibilità di adire l’autorità giudiziaria e, per questa via, chiedere un provvedimento che imponga a un istituto di credito la cancellazione del nominativo dalla black list. Per ottenere la riabilitazione tramite il ricorso al giudice è comunque necessario che sia presente un requisito imprescindibile: l’iscrizione nell’elenco deve essere avvenuta senza che ne ricorressero i requisiti. In questo caso è infatti possibile ricorrere al giudice per chiedere un provvedimento di “riabilitazione” urgente, con in aggiunta la possibilità di ottenere il risarcimento dei danni nel caso in cui dall’iscrizione indebita sia derivato un danno per l’utente.

Redazione:
Related Post