• Arredamento made in Italy sempre più richiesto: aumenta il trend positivo

    La cara vecchia produzione italiana non si smentisce mai. Pur dovendo infatti provare a resistere alla crisi, il nostro paese si difende vene sul mercato economico. In particolare, secondo quanto riportato dagli esperti, il mondo dell’arredamento mare in Italy risulta tra i più richiesti al mondo, sbaragliando di gran lunga la concorrenza.

    Il designer e la produzione italiana quindi si sposano alla perfezione, facendo del mercato mobiliare nostrano una vera e propria arte, che nulla ha da invidiare al resto del mondo. Negli ultimi anni infatti, soprattutto quello appena conclusosi e il 2017, si è avuto un aumento inaspettato della domanda sulla produzione italiana, fino a paragonare e definire l’arredamento italiano come un vero fiore all’occhiello dotato di qualità, di lusso, su misura, e basato ancora sull’arte dell’artigianato.

    Il trend positivo dell’arredamento italiano: i dati

    Volendo descrivere nel dettaglio questa nuova mania per il prodotto mare in Italy si può parlare con dati alla mano. Alla luce di quanto poc’anzi accennato, allo stato attuale, l’Italia è considerato il paese per antonomasia come esportatore di mobili verso la Cina: per quanto concerne le cifre, stiamo parlando di incassi pari a 481 milioni di euro di produzione. Senza dimenticare altri paesi come Usa, Spagna e Francia che aumentano sempre più la domanda di prodotti manifatturieri provenienti dal nostro paese. Che sia una rivendita di materiali edili, un mobilificio, o un grosso atelier di design, l’attività mobiliare italiana viene osservata ad ampio spettro oltralpe.

    Perché i mobili italiani piacciono

    A chi non sa darsi un motivo per cui i mobili italiani piacciono tanto, il segreto svelato è il seguente: realizzazione di prodotti innovativi ed originali. Antiche tradizioni mai perse di vista, seguendo ancora le regole d’oro del vecchio artigiano. Il tutto senza mai perdere di vista la moda, le tendenze del momento, e soprattutto il progresso tecnologico che oggi fa passi da gigante

    I brand italiani più ricercati sono davvero infiniti, sparsi su tutto il suolo nazionale, contribuiscono alla fioritura dell’economia italiana facendosi conoscere e ampiamente desiderare anche all’estero.

    Le aspettative del mercato mobiliare per il 2019

    La realtà appena prospettatasi è compatta ed omogenea, facendo in tal modo salire le già elevate aspettative che si hanno nel nostro paese in materia di produttori di mobili made in Italy ai quali rivolgersi. Il valore aggiunto di cui avere fiducia è legato solo e soltanto alla qualità del mobile prodotto, che su base artigianale va incontro alle esigenze di praticità senza mai dimenticare l’aspetto estetico. Come in ogni circostanza anche nell’arredamento l’occhio vuole la sua parte.

    Pertanto in questo nuovo 2019, ciò che si ricerca è uno stile attento ai particolari, con mobili rifiniti e ben lavorati, dimenticando di gran lunga la produzione da stock, a vantaggio di pezzi unici ideati appositamente sulla scorta delle richieste del consumatore. In tal modo le case saranno riempite di complementi unici nel loro genere, esclusivi, di indubbia qualità. Si avrà dunque il boom dei pezzi artigianali, che arrenderanno le nostre case in modo del tutto originali.

    Per l’anno 2019 dunque, nel settore del design mobiliare,  sarà il consolidamento di queste idee del tutto nuove accomunate dal desiderio di voler arredare i propri ambienti con dei pezzi unici.

    Published by:
  • Cannabis light: differenza tra THC e CBD

    La cannabis, quella legale detta anche light, e quella che invece è uno stupefacente a tutti gli effetti, e che è illegale in Italia, spicca per essere una pianta caratterizzata da tanti componenti, e tra questi il THC ed il CBD  che sono due tra i più importanti. In particolare, nell’identificazione tra cannabis legale e marijuana illegale, è proprio il THC a fare la differenza in base alla concentrazione che è presente nell’erba. Ma cosa è il THC? Ed il CBD? Al riguardo c’è da dire che THC e CBD rientrano per la canapa light, e per l’erba ‘normale’, nella classe dei cosiddetti cannabinoidi che complessivamente sono oltre 60 quelli presenti.

    Nello specifico, il THC è la sigla che sta ad indicare il tetraidrocannabinolo, mentre il CBD è il cannabidiolo. Nel dettaglio, il THC – tetraidrocannabinolo non solo è uno degli oltre 60 cannabinoidi di cui è composta la cannabis, ma è pure quello che individua il principale composto psicoattivo. Il che significa che più alta è la concentrazione di THC, maggiore sarà l’effetto stupefacente generato dall’erba fumata, ovvero utilizzata come prodotto da combustione.

    Non a caso l’erba legale ha una concentrazione di tetraidrocannabinolo che è molto bassa e tale che fumare la canapa light non sballa ma genera al più un blando senso di rilassatezza. Il THC, che in Italia è demonizzato in elevate concentrazioni quando di parla di cannabis illegale ad uso e consumo ricreativo, in realtà presenta delle proprietà tali da essere utile con fini terapeutici nella cura di disturbi, malattie gravi e malattie croniche specie quando i farmaci tradizionali nel paziente non possono essere utilizzati a causa degli effetti collaterali. Oltre alla cannabis light, di conseguenza, c’è pure la marijuana a scopo terapeutico che in futuro rappresenterà sempre di più la nuova frontiera per la medicina alternativa.

    Il CBD – cannabidiolo, invece, non è un composto con proprietà psicoattive, ma un efficace inibitore naturale che è sicuro e benefico, e che è legale in tutto il mondo. Essendo molto apparentato con il THC, spesso si fa confusione sui due componenti della cannabis andandoli erroneamente a mettere sullo stesso piano, ma in realtà il CDB è un cannabinoide che è dotato allo stesso modo di importanti proprietà terapeutiche al punto che la ricerca ha scoperto la sua efficacia contro la depressione, contro i disturbi d’ansia e pure per il trattamento contro la schizofrenia.

    Published by:
  • Tosse e bambini: ecco cosa fare

    La tosse può essere un disturbo veramente fastidioso. Molto di più lo è per i più piccoli anche se perfino per i grandi rappresenta un contrattempo di non poco conto. Basta pensare soltanto a quanti disagi arreca durante la giornata e quanto possa risultare intollerabile quando tormenta anche di notte. Spesso si è portati ad utilizzare subito dei farmaci, in realtà si deve essere consapevoli anche del fatto che esistono rimedi di carattere naturale che sono nella maggior parte delle ipotesi in grado di attenuare questo sintomo, in attesa di una sua risoluzione spontanea. Invece in alcune ipotesi i farmaci sono indispensabili. Ma come poter distinguere?

    Le caratteristiche della tosse

    Generalmente la tosse si distingue in due grandi categorie: tosse secca e tosse grassa. La tosse grassa è caratterizzata dalla presenza di una quantità di muco più o meno notevole. Quella secca invece, di contrasto con la precedente, è caratterizzata dall’assenza di tale e muco. Nella maggior parte delle ipotesi sarà sufficiente aspettare che l’affezione transitoria passi e basteranno i classici rimedi della nonna o altri rimedi più o meno naturali per cercare di alleviare il più possibile il disagio al bambino. In altre ipotesi invece si dovrà procedere con un’applicazione farmacologica, non senza aver consultato in proposito il medico.

    Bentelan quando utilizzarlo

    Il betametasone, farmaco cortisonico e principio attivo di cui è costituito il Bentelan, rappresenta sicuramente il farmaco d’elezione utilizzato in caso di tosse infantile. Talmente usato, a volte, da rischiare anche un vero e proprio abuso con conseguenze tutt’altro che positive. Quando si tratta di affezioni transitorie come quelle stagionali sarebbe preferibile utilizzare rimedi di carattere naturale che attenuino i disagi della tosse. Risulterà  invece più opportuno utilizzare i farmaci soltanto nei casi in cui questi sembrino essere strettamente necessari o indispensabili. Questo vale anche e soprattutto per il Bentelan. Innanzitutto questo farmaco risulta efficace soltanto per alcune tipologie di tosse: quella dovuta a broncospasmo e quella dovuta invece al laringospasmo. Il Bentelan  risulta invece  pressoché inutile nelle altre ipotesi. Tuttavia, in caso di tosse causata da broncospasmo, in alcune ipotesi al posto del Bentelan sarà preferibile invece utilizzare broncodilatatori da somministrare per via inalatoria o altre tipologie di cortisonici orali. Invece per il laringospasmo in alcune ipotesi sarà preferibile utilizzare aerosol. Detto questo è bene ricordare che è il caso di dare il bentelan ai bambini solo dopo aver sentito il parere del proprio pediatra.

    Come utilizzare il Bentelan e altre indicazioni

    La dose minima alla quale attenersi è di 1 milligrammo in una giornata per ogni 10 kg di peso corporeo del piccolo paziente. La dose massima, invece, da non superare è di 2 mg in una giornata per ogni 10 kg di peso corporeo del bambino.  La terapia non dovrebbe comunque superare le tre settimane continuative e la dose va progressivamente scalata. Inutile inoltre ricordare che va assolutamente evitata l’automedicazione e che bisogna piuttosto rivolgersi al medico ed attenersi strettamente alle sue indicazioni. Trattandosi di un farmaco presenta degli effetti collaterali possibili tra i quali possiamo citare a titolo di esempio: nervosismo, iperattività ed altri disturbi comportamentali come insonnia ed aggressività. O ancora pallore e aumento dell’appetito.

    Published by:
  • Etichette di sicurezza: cosa sono e a cosa servono

    Le etichette di sicurezza sono uno strumento molto efficace e diffuso oggi per evitare che una busta e un pacco vengano manomessi. Esse infatti sono delle vere e proprie applicazioni di garanzia e sicurezza, pertanto a seconda della loro utilità ne esistono di diverse specie o tipologie atte ad adeguarsi alle necessità di chi le utilizza, per soddisfare il settore applicativo di riferimento. Ogni modello di etichetta, per quanto differente, si accomuna ad altre specie antimanomissione in base ad una semplice caratteristica: ovvero che la loro rimozione, o più semplicemente il tentativo, può essere facilmente rilevato. E infatti non solo è facilmente palese se l’etichetta viene toccata in qualche modo, ma la loro rimozione definitiva può avvenire soltanto se viene tagliata, distrutta in tanti pezzi, o lasciando al di sotto un adesivo indelebile con una scritta o trama al tentativo di rimozione.

    A che servono gli adesivi professionali antimanomissione

    Questo tipo di etichette viene costruito con dei materiali tecnici ampiamente resistenti, che hanno lo scopo di conferire dei supporti specifici a prova di contraffazione. La maggior parte delle aziende si dedica a strumenti simili fatti di adesivo acrilico, ossia più che indistruttibili, con massimi valori di resistenza a temperatura, a tentativi di abrasione e all’uso di solventi. Una volta messe sul punto di nostro interesso tendono a distruggersi al minimo tentativo di rimozione.

    I sigilli anti manomissione sono applicati con sistemi e materiali che non possono consentire la rimozione, in quanto nel tentativo di giocherellare con i bordi, la base si stacca materialmente dal fondo. Mettendo automaticamente in evidenza il tentativo di contraffare il pacchetto o la busta. Vanno  bene queste etichette anche per prodotti tecnici e meccanici, nonché quelli elettronici. Tra l’altro, in commercio si trovano facilmente anche adesivi e sigilli che vengono stampati in rilievi per non vedenti, nel pieno rispetto della normativa UNI EN 272. Etichette, biglietti e carte con banda magnetica o microchip RFID (secondo norme ISO), possono essere utilizzati per garanzie in cancelli automatici, parcheggi, sim card, skipass, e così via.

    Tipologie di etichette contro la contraffazione

    Per ogni modello reperibile in commercio, esistono degli specifici dati variabili, codici a barre e numerazioni progressive. In tal verso esistono differenti modelli:

    • ETICHETTE CON PRETAGLI ANTIRIMOZIONE: si tratta di modelli che non si possono rimuovere interamente. Grazie alla presenza del poliestere argento si verifica la rottura dell’etichetta solo in caso di rimozione completa. Tra le altre cose i tagli si possono modificare soggettivamente secondo le proprie esigenze.
    • ETICHETTE ULTRADISTRUTTIBILI: si tratta di modelli fatti di materiale bianco ultradistruttibile e che non si può rimuovere se non con la completa distruzione. Sono per questo indicati per l’identificazione di ogni apparecchiatura, con una etichetta a prova di manomissione. Motivo per cui non può essere riciclata su un altro apparecchio
    • VOID CHECK ARGENTO: se si prova a togliere questa etichetta resta attaccata alla superficie una scacchiera ed altera allo stesso tempo la superficie dell’etichetta. Vanno inoltre benissimo perché sono etichette di piccole dimensioni.
    Published by:
  • Comprare casa, chi confronta mutui vince sempre

    Accendere un mutuo è una delle decisioni più importanti che potresti prendere nel corso della tua vita: avrai a che fare con molte spese, che non sono unicamente quelle correlate alle rate che dovrai pagare ogni mese o agli interessi. Dovrai tenere conto anche di altre uscite: se temi di non riuscire a individuare una forma di finanziamento in linea con le tue esigenze, confronta mutui online per avere la certezza di vedere esauditi i tuoi desideri. Tieni presente che un mutuo può essere richiesto non solo per comprare casa, ma anche – per esempio – per avviare un’attività imprenditoriale o per ristrutturare un locale commerciale.

    Le spese correlate ai mutui

    Chi confronta mutui con attenzione ha la sicurezza di approfittare delle condizioni più vantaggiose e di risparmiare sui costi. Tra questi, ci sono quelli che riguardano le spese di istruttoria, e che consistono semplicemente nei costi che devono essere affrontati per aprire una pratica. A volte le spese di istruttoria sono fisse, mentre in altri casi possono essere calcolate in percentuale, in funzione dell’importo richiesto: in genere si va da un minimo dello 0,1% a un massimo dello 0,5%. Le spese di istruttoria devono essere pagate una volta sola, quando la pratica di mutuo viene aperta, mentre non sono previste né nel caso in cui il mutuo venga rinegoziato, né nel caso in cui si proceda a una surroga.

    Gli altri costi

    Al di là delle spese di istruttoria, ci sono diversi altri costi a cui si deve far fronte per un mutuo: quando il finanziamento viene richiesto per l’acquisto di un immobile, per esempio, c’è bisogno di una perizia sulle garanzie. Il perito, che quasi sempre viene scelto dalla banca, ha il compito di verificare il valore del bene che viene scelto a garanzia del finanziamento: nella maggior parte dei casi si tratta di una casa, e il servizio ha un costo che oscilla tra i 200 e i 400 euro.

    Le spese notarili

    Non possono essere dimenticate, poi, le spese notarili, che corrispondono agli oneri che devono essere corrisposti al notaio che si occupa delle varie pratiche; in più ci sono le imposte da versare allo Stato affinché i documenti vengano validati (come avviene quando occorre iscrivere un’ipoteca). Il tariffario, naturalmente, cambia in base al professionista a cui ci si rivolge, ma è difficile che si possa scendere al di sotto dei 2.000 euro. Il tariffario professionale per le pratiche di mutuo non dipende dall’importo che viene richiesto in prestito, ma prende a riferimento la cifra relativa all’iscrizione ipotecaria, che di solito è pari a due volte il mutuo.

    Rinnovare l’ipoteca

    Appare evidente che il ricorso a un portale confronta mutui può essere fondamentale per individuare le soluzioni di prestito più convenienti. Anche per il rinnovo dell’ipoteca sono previste delle spese a cui far fronte. Per le garanzie sull’immobile, infatti, c’è una scadenza pari a 20 anni: ciò vuol dire che quando il finanziamento dura di più è indispensabile rinnovare l’iscrizione all’ipoteca, il che comporta ulteriori spese notarili. In molte situazioni sono gli istituti di credito che, per assicurare la continuità burocratica e facilitare le attività, gestiscono le pratiche di rinnovo: i contraenti vengono avvisati alcuni mesi in anticipo rispetto alla scadenza, così che siano consapevoli della spesa a cui faranno fronte.

    Infine, non si può dimenticare l’imposta sostitutiva, che è obbligatoria per tutti i mutui che durano più di 18 mesi. In base alle finalità del mutuo, l’aliquota è dello 0,25% o del 2% della somma erogata: il primo caso è quello per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di una prima casa; il secondo è quello per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di una seconda casa.

    Published by:
  • La ripresa del mercato immobiliare: le prospettive future

    Il rischio spread è davvero in grado di mettere in crisi chi si appresta a comprare casa e, quindi, ad accendere un mutuo? Il dibattito tra Laura Castelli e Pier Carlo Padoan ha scatenato gli esperti del settore che hanno spiegato se e in che modo l’aumento del differenziale tra i bund tedeschi e i btp italiani può condizionare i tassi di interesse che saranno applicati ai mutui nei prossimi mesi. Quel che è certo, per il momento, è che le compravendite di immobili sono in crescita, mentre i prezzi sono in calo. I dati che provengono dall’indagine semestrale del Notariato riguardano le vendite che sono state portate a termine tra il mese di gennaio e il mese di giugno di quest’anno: come detto, essi dimostrano l’incremento delle compravendite delle case, ma anche l’aumento della cifra che gli istituti hanno messo a disposizione per i mutui.

    La discesa dei prezzi

    Lo scenario è stato caratterizzato anche da una discesa dei prezzi: ecco perché gli italiani che possono contare su un budget superiore alla media hanno deciso di concentrarsi sugli immobili di lusso. Stando alla ricerca del Notariato, oltre la metà degli immobili rientra in una fascia medio-alta; poco più del 30% fa parte delle case di tipo economico, mentre la percentuale rimanente riguarda le abitazioni da almeno 1 milione di euro. Le banche paiono meno restie alla concessione dei mutui rispetto a quel che accadeva sino a pochi anni fa: un ritorno della fiducia nei confronti del mercato immobiliare, con più della metà delle compravendite che ha riguardato immobili che hanno usufruito dell’agevolazione per la prima casa.

    Le richieste degli italiani

    La richiesta maggiore si è concentrata sugli immobili di tipo civile, cica il 50%; il 30% ha riguardato gli immobili di tipo economico, vale a dire quelli che sono accatastati nella categoria A3. Le villette, che rientrano nella categoria A7, hanno catturato l’attenzione di un acquirente su dieci. L’analisi dei soggetti interessati all’acquisto ha messo in evidenza che in meno del 10% dei casi sono state le imprese a vendere: di conseguenza, in nove casi su dieci si è fatto riferimento a soggetti privati.

    La situazione dei mutui

    Quanto tempo è necessario per ottenere un mutuo? Che si abbia bisogno di finanziamenti per case di lusso in vendita a Roma, per appartamenti in condominio a Milano, per ville a Napoli o per qualsiasi altro tipo di soluzione abitativa, i tempi dell’istruttoria sono scesi in misura consistente rispetto al passato. Per esempio, a Roma e a Milano si è passati dai 141 giorni di media richiesti lo scorso anno ai 134 giorni del 2018: in pratica, una settimana in meno. Nei capoluoghi di provincia, poi, i numeri sono più elevati. Facendo riferimento sempre ai primi sei mesi dell’anno in corso, c’è stato quasi il 6% di erogazioni di mutui in più rispetto al primo semestre del 2017. Gli importi, a loro volta, sono cresciuti, con finanziamenti medi di 150mila euro che in alcuni casi hanno toccato punte di 200 o 300mila euro.

    Dove è più lunga l’istruttoria?

    Genova nel Nord Ovest, Verona nel Nord Est e Bari al Sud sono le città nelle quali l’istruttoria media è più lunga. Il 72% delle compravendite di immobili in Italia coinvolge coppie con o senza figli, e in circa il 56% dei casi si tratta di persone di età compresa tra i 18 e i 44 anni. Il 56% del campione preso in considerazione, invece, ha deciso di mettere in vendita il proprio immobile per ottenere liquidità. Su questo scenario positivo, tuttavia, pare aleggiare un’ombra oscura: quella relativa al Fondo di garanzia per i mutui, per il quale gli stanziamenti potrebbero terminare alla fine del 2018.

    Published by:
  • Vendere casa: conviene ristrutturare prima?

    Può capitare di ritrovarsi con una casa di proprietà e di volerla vendere: magari è una vecchia casa ricevuta in eredità e che, malridotta e in cattive condizioni, potrebbe non incontrare i gusti di potenziali acquirenti. Allora è conveniente proporla sul mercato così come è oppure spendere in ristrutturazioni per rimetterla a nuovo e renderla più accattivante? Qualunque sia la risposta, oggi è a disposizione uno strumento utile per chi vuole vendere o acquistare un immobile: si tratta di Immobili Ovunque.

    Perché ristrutturare la casa prima di metterla in vendita?

    Immobili Ovunque è un portale di annunci immobiliari, per cercare case in vendita o in affitto o per inserire il proprio immobile nel database che il sito mette a disposizione. È possibile effettuare una ricerca per area e zona di interesse, specificando la tipologia di immobile e se siamo alla ricerca di un edificio in affitto o in vendita.

    In tutti i casi, è opportuno essere a conoscenza delle tante possibilità che abbiamo, se decidiamo di vendere una casa. La ristrutturazione è un elemento da considerare. Ristrutturare un immobile, svecchiarlo, renderlo al passo con i tempi e dargli un’aria nuova è sicuramente la scelta che farà in modo che la casa trovi degli acquirenti più velocemente. Infatti, i potenziali acquirenti che visiteranno la casa saranno più attratti se questa è nuova e ben tenuta: ciò faciliterà le trattative e la conclusione della vendita.

    Per loro sarà un incentivo acquistare una casa per la quale non dovranno spendere ulteriori soldi di restauro piuttosto che acquistarne una vecchia e che sia da rimettere in piedi ex novo. Infatti l’ammontare per le spese di restauro e di rimessa a nuovo dell’immobile non è immediatamente quantificabile e proprio questo potrebbe far scappare a gambe levate i potenziali compratori.

    Inoltre, una casa nuova potrà ovviamente essere venduta ad un prezzo maggiore rispetto ad una vecchia: le pretese non potranno essere così elevate se si sta proponendo in vendita una casa in uno stato non propriamente ottimale.

    Cosa valutare prima di ristrutturare una casa da vendere

    La prima cosa da considerare è il target di clienti a cui ci si rivolge. È vero che una casa ristrutturata e nuova attira più clienti, ma bisogna valutare anche la posizione della casa e quindi il quartiere: se la zona in cui si trova, nell’immaginario del cliente, è “malfamata” o non sicura, a poco servirà ristrutturarla e renderla lussuosa perché, in genere, il cliente bada molto al posto in cui si trova prima di acquistarla.

    Soltanto dopo aver fatto queste considerazioni, sarà possibile procedere ai lavori di ristrutturazione idonei a renderla appetibile per quel dato target di clienti.

    Bisogna poi attenersi alle questioni burocratiche e legislative, cioè la documentazione per poter iniziare i lavori di ristrutturazione:

    • la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.)
    • la Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (C.I.L.A.)

    Potrebbero essere necessari anche altri documenti in base al Comune o alla Regione in cui si trova l’immobile da ristrutturare, dunque è bene informarsi prima di partire.

    Solo dopo aver consegnato la documentazione necessaria, si può decidere di ristrutturare la casa da soli, se si è in grado di farlo, o di affidare i lavori a professionisti (architetti, geometri, ditte edili).

    Come mettere a nuovo la casa (prima di venderla) senza sostenere enormi spese

    Si può rendere appetibile e più attraente una casa per i potenziali acquirenti anche senza dover sostenere ingenti spese di ristrutturazione, semplicemente prendendo dei piccoli provvedimenti mirati a svecchiare l’ambiente o il mobilio. Infatti i clienti badano soprattutto ad elementi come la pavimentazione, le pareti, i servizi igienici o la cucina.

    Quindi, si può partire proprio dalla sostituzione, ad esempio, di servizi igienici un po’ datati o rotti o dal cambiare la vasca in doccia (che è sempre più apprezzata ed inoltre occupa meno spazio rendendo anche un bagno piccolo immediatamente più grande). O ancora si può dare una bella tinteggiatura alle pareti per renderle più fresche e belle da vedere, magari con un nuovo colore che dia più luce all’ambiente.

    In particolare, se sono presenti muffe o crepe sui muri, si può provvedere a ripararle e ad utilizzare prodotti appositi per risolvere questi problemi, senza spendere troppo.

    Published by:
  • Quanto è importante andare a vivere da soli

    Prima o poi l’esperienza di lasciare i genitori per trovarsi una casa propria si deve fare. Certo non è facile, in primis ci vuole una base economica, e poi ancora c’è bisogno di convenienza, autonomia, praticità. Ma di sicuro, il passo è doveroso.

    Andare a vivere da soli conta molto per imparare a gestirsi, non solo sul piano finanziario, ma anche per ciò che concerne gli spazi, e per dar prova di essere indipendenti ai propri genitori. In questo modo i giovani maturano, affrontano da soli il bello e il brutto, decidono con consapevolezza cosa dia sbagliato o giusto per loro. Se dunque stiamo pensando di prendere una casa tutta nostra, tutto ciò che dobbiamo fare è rivolgersi ad un’agenzia immobiliare, magari un’agenzia immobiliare Treviso se siamo della zona, per trovare il nido su misura per noi.

    La base economica per andare a vivere da soli

    Si sa che oggi il problema dei giovani è dato dal lavoro, visto che in molti lavorano soprattutto con contratto a termine e hanno dunque risorse economiche limitate. Tuttavia, il desiderio di vivere da soli è talmente alto che, anche in vista di una paga non molto esosa, si può imparare a gestirsi in autonomia senza dover spendere un botto.

    Nonostante i genitori tendano a voler tenere con sé i figli, un po’ per farli vivere meglio, un po’ perché li vedono sempre piccini, prima o poi devono fare i conti con il cordone ombelicale che si spezza. Anzi, possono considerare l’aspetto buono della cosa, ovvero che in questo modo si matura e fortifica ol legame affettivo tra parenti e figli.

    Il rapporto tra genitori e figli che vivono da soli

    La distanza tra genitori e figli rappresenta quindi una sorta di paura per chi vede andar via i “loro piccoli “ di casa. In vero, il rapporto può solo trarne beneficio, a dimostrazione del fatto che gli screzi causati dalla convivenza tendono a finire. I giovani, tastando con mani i problemi quotidiani, il portare avanti la casa, capiscono i sacrifici e l’impegno che i genitori hanno messo per crescerli e mettono tuttora per far sì che a casa sia tutto a posto. In tal modo viene da sé la responsabilità da parte dei figli indipendenti, che imparano a distinguere ciò che è meglio per loro da ciò che non lo è.

    E poi, c’è da dire anche un’altra cosa. Inizialmente vivere senza i pargoli per casa sarà una specie di trauma per mamma e papà. Col tempo invece non solo se ne faranno una ragione ma capiranno di poter usare il tempo che prima dedicavano ai figli, per poter approfondire una loro passione o dei propri interessi.

    Indipendenza e autonomia: non è vero che cui vive da solo non sa gestirsi

    La paura che hanno i genitori, in particolare la mamma, è che i figli lasciato a loro stessi non presteranno attenzione alle faccende domestiche. Quindi credono che: la casa sia sempre in disordine, che non sappiano fare il bucato, che non mangino o che abbiano uno stile di vita sregolato.

    Le paure in questione sono lecite, ma c’è un duplice aspetto da considerare. Non solo una volta che la casa è la loro, faranno di tutto per sapersela mantenere e per rendere le cose più facili possibili. Ma c’è anche il fatto che tutto dipende dall’educazione impartita in tenera età e durante l’adolescenza: un ragazzo che sa lavare, stirare, rassettare e cucinare, non avrà timore di affrontare queste cose senza l’aiuto della mamma. Capiranno l’importanza dei soldi, e anche l’importanza dell’ordine in una casa, che ora possono dire, sia solo la loro.

    Published by: