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    Acqua e tono muscolare: quanto bere per idratarsi

    L’acqua fa veramente bene a tutto il nostro organismo. In particolare sono molti gli studi che si sono concentrati sui benefici che l’acqua può portare ai muscoli del corpo. Ecco perché non bisognerebbe mai dimenticare di idratarci a sufficienza, in maniera adeguata, perché anche il nostro corpo possa godere di un benessere psicofisico eccezionale. Sono molti i compiti svolti da questa preziosa sostanza. L’acqua facilita la digestione, contribuisce ad eliminare le scorie del metabolismo e rende la pelle molto più elastica. Ma cosa c’entra in particolare l’acqua con il tono muscolare? Vediamo di saperne di più.

    Perché l’acqua fa bene ai muscoli

    È importante poter avere a disposizione sempre degli erogatori d’acqua come quelli presentati sul sito www.acqualys.it, in modo da badare sempre, nel corso della giornata, al livello di idratazione nell’organismo, qualsiasi sia l’attività che svolgiamo.

    Ricordiamoci infatti che il sistema muscolare funziona meglio proprio grazie all’acqua. Quest’ultima agisce sull’elasticità delle fibre muscolari, contribuisce a mantenere lubrificate le articolazioni, influendo quindi anche positivamente sui movimenti dei muscoli e, inoltre, aiuta a smaltire il cortisolo, che, in quantità eccessive, può indebolire il tono muscolare.

    Non dimentichiamo che mantenersi idratati è anche la condizione ideale per diminuire il rischio di incorrere nei crampi molto fastidiosi che possono affliggere in particolare gli anziani e chi pratica sport ad alti livelli.

    C’è quindi più di un buon motivo per badare all’idratazione quotidiana, bevendo la giusta quantità di acqua in ogni momento della giornata, anche fra un impegno e l’altro. Ma quanta acqua si dovrebbe bere al giorno per assicurarci una buona idratazione? Scopriamone di più anche in questo senso.

    La quantità di acqua da bere ogni giorno

    Possiamo dire che è sbagliato bere soltanto quando proviamo una sensazione di sete. Non dovremmo mai arrivare a questa condizione, perché già il fatto che abbiamo sete indica che l’organismo manca dell’acqua che gli serve. Bisognerebbe sempre bere con una certa regolarità, di tanto in tanto in ogni momento.

    Per quanto riguarda la quantità d’acqua sufficiente ogni giorno, non è possibile stabilire una regola che valga a livello generale per tutti. Infatti ci sono diversi fattori che influiscono sulla quantità di acqua che serve ad una persona per rimanere ben idratata.

    Innanzitutto consideriamo il peso corporeo, perché con l’aumentare di esso aumenta anche la necessità di acqua. Prendiamo in considerazione poi il livello di traspirazione della pelle: ci sono persone che sudano molto e che quindi devono bere necessariamente di più.

    Infine un ruolo di prim’ordine è rappresentato dallo stile di vita. Infatti per esempio chi pratica sport dovrebbe bere di più rispetto a chi passa molto tempo senza muoversi. Tutto questo serve ad evitare i sintomi più caratteristici e più pericolosi della disidratazione, che può essere indicata anche da uno stato di debolezza sia fisica che mentale.

    Spesso una persona che non si idrata a sufficienza ha mal di testa, soffre di crampi muscolari ed ha la pelle poco elastica. Bisognerebbe sempre evitare di rimanere a corto di acqua, perché altrimenti si può incorrere più facilmente nel cosiddetto colpo di calore, che può essere molto pericoloso. Ricordiamoci di bere in media circa 8 bicchieri di acqua al giorno.

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  • Proteine in polvere: perché vengono usate dagli sportivi?

    Chi effettua attività sportiva con una certa assiduità prende in seria considerazione l’idea di aiutare l’esercizio fisico e il proprio vigore muscolare utilizzando le proteine in polvere. Queste ultime vengono assunte sotto forma di integratori sportivi, quando si fa circuito di potenziamento muscolare (alias body building e sollevatori di peso). Questo perché la proteina è una sostanza di fondamentale importanza quando si intende mettersu massa corporea, o meglio muscolare. Tuttavia da sé non bastano gli alimenti nella nostra dieta quotidiana a dare il giusto apporto proteico di cui i muscoli necessitano. Motivo per cui si sopperisce con l’assunzione degli integratori proteici.

    Sono molti i body builder o trainer in genere che si domandano se questi integratori proteici, assunti anche in polvere, siano effettivamente indispensabili per fare sport o se invece nuocciono alla salute. Cerchiamo di capire in cosa consiste realmente l’assunzione della proteina in polvere.

    A cosa serve l’assunzione degli integratori proteici

    La proteina è una sostanza già contenuta nel nostro corpo, che nutre capelli, pelle ossa e muscoli. Ha un ruolo fondamentale anche per sintetizzare gli ormoni e formare gli enzimi. All’interno delle proteine ci sono gli aminoacidi, al cui interno se ne contano 22. Di questi, 13 vengono prodotti da noi, e 9 andrebbero inseriti nel nostro organismo con l’alimentazione o appunto con gli integratori. Tali nove sono detti aminoacidi essenziali.

    Ogni giorno, quindi, dovremo assumere con l’alimentazione queste proteine ma la cosa si fa difficile. L’assunzione di questa dose proteica con il cibo infatti non è benefica per il nostro corpo, in quanto alcuni alimenti mangiati in enorme quantità potrebbero compromettere la nostra salute (come avviene per la carne che fa male al colon). Motivo per cui ci vuole un apporto ulteriore assumendo le proteine in polvere, soprattutto per gli atleti. In tal modo viene seguita un’alimentazione normale, appoggiandosi al supporto extra delle proteine che servono per intensificare la massa muscolare.

    I benefici delle proteine in polvere

    Le proteine in polvere vengono considerate tra i migliori integratori sportivi in quanto favoriscono la crescita dei muscoli: gli atleti lo sanno bene e ne assumono le dosi quotidiane consentite.

    Tra le altre cose, esse valgono come ottimo sostitutivo di quegli alimenti ricchi di proteine ma che non potrebbero essere assunti come assiduità, tipo la carne. Sono comode da prendere e possono essere sciolte in acqua per assumere la bevanda proteica. Per maggiori informazioni visitare il sito matteoianna.com.

    Gli integratori sportivi a base di proteina sono facilmente digeribili, e tengono a bada il livello di colesterolo e grassi saturi, che non vengono quindi ad incidere nella dieta. C’è addirittura chi pensa che si tratti di un ottimo sostitutivo per evitare di mangiare alcuni cibi, come del resto abbiamo già anticipato poc’anzi. Questo perché pare che le proteine contenute negli integratori si assorbono con più rapidità.

    Gli effetti evidenti degli integratori proteici sul nostro corpo

    Da quanto sino ad ora detto, sorge spontaneo l’assunto secondo il quale la proteina è considerata la sostanza atta all’integrazione del nostro regime proteico, per uno sviluppo migliore dei muscoli. Il più importante effetto che si manifesta nel nostro organismo quindi è il vigore della massa muscolare, mentre ad oggi la medicina ancora non sa quale sia l’effettivo ruolo (e se davvero ne abbia uno) nell’aumento della forza.

    Gli integratori di proteine riescono comunque ad intervenire palesemente su altri aspetti della nostra salute. Ad esempio abbassano il livello di colesterolo nel sangue dato che non contengono grassi, oltre ad essere ottimi antiossidanti e antinfiammatori.

    Con l’aumento della massa muscolare cresce anche il peso, ma questo non vuol dire ingrassare e aumentare la massa grassa, quanto piuttosto quella magra.

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  • Quali sono i migliori seggioloni in legno?

    Il seggiolone è un accessorio indispensabile nella vita di un bambino, in quanto facilita diverse fasi di crescita e di educazione impartita dai genitori al piccolo. È un acquisto tuttavia da fare con molta attenzione, per cui i genitori devono riflettere su alcune doverose considerazione volte ad una scelta consapevole.

    Un aiuto nello svezzamento: attenzione alla postura

    Quando si deve comprare un seggiolone, si deve partire dal presupposto che esso è utile al bimbo durante la fase di svezzamento. Serve cioè ad insegnargli a mangiare composto, con la schiena dritta e a tavola per bene. Tutti requisiti che il bambino farà suoi e che utilizzerà una volta cresciuto per mangiare a tavola con la famiglia.

    Tra i vari modelli venduti, ci sono seggioloni in legno che hanno il sedile reclinabile, una funzionalità accessoria che diventa un “guaio” nella fase educativa del bambino. I genitori infatti, pur di farlo mangiare, a volte tendono a fargli assumere una posizione semi sdraiata, imboccandogli loro il cibo. Non c’è nulla di più sbagliato. Il bambino deve avere una postura corretta, stare eretti per sperimentare la fase di autonomia del portarsi la posata alla bocca, da soli.

    Al contempo bisogna evitare seggioloni in legno con funzionalità e optional di gioco che tendono a distrarre il bambino. Questo vuol dire che la fase di insegnamento nello stare a tavola è così importante da non potersi permettere di scegliere modelli ultra funzionali ma che all’atto pratico invece, non riescono nel loro intento: insegnare a mangiare.

    La posizione del vassoio

    Il vassoio è requisito indispensabile per un seggiolone. Esso deve essere rimovibile per facilitare la vita a mamma e figlio. Infatti, da un lato deve essere facilmente lavabile, e dall’altro deve essere smontabile così da poter avvicinare il seggiolone al tavolo per permettere al bambino di mangiare con gli adulti.

    La qual cosa si ricollega automaticamente anche ad un’altra funzionalità che un seggiolone non dovrebbe mai non avere: ovvero quella dell’altezza regolabile. Poterlo alzare o abbassare comporta un aiuto in quelle che sono le esigenze materne, ma anche quelle del piccolo, che si sentirà parte del mondo dei grandi, parte cioè della famiglia.

    Seggiolone sicuro e robusto, una garanzia per i bambini

    Altro requisito di fondamentale importanza inerisce alla sicurezza. Motivo per il quale non bisogna mai pensare al risparmio facendo passaggio sulla robustezza del modello scelto. Il materiale impiegato è elemento essenziale nella fase di scelta, e tra l’altro proprio i modelli in legno si apprestano ad essere quelli più consigliati. Allo stesso tempo, il modello deve avere anche delle giunture ben stabili e che non siano troppo facili da ribaltare o muovere. Invece il telaio, oltre ad essere anch’esso robusto e stabile, deve avere angoli smussati.

    Quasi sicuramente se decidessimo di risparmiare qualche euro dovremo rinunciare a elementi imprescindibili, che potrebbero mettere a repentaglio l’incolumità del piccolo. In tal senso quindi meglio spendere qualcosa in più ma avere la certezza che il bimbo non corra rischi.

    Sempre a proposito di sicurezza, non deve mancare un sistema di cinture affinché si possa evitare che nostro figlio si dimeni e scivoli verso il basso. O ancora che nel capriccio di non voler stare fermo si impunti sui piedi, riuscendo addirittura a scavalcare il vassoio.

    Come deve essere la seduta?

    Infine, non meno importante è la seduta, che deve apparire ampia e comoda. Lo schienale deve essere imbottito, e ogni materiale usato deve essere a norma di legge (normativa europea EN 14988:2006 in materia di sicurezza) alias atossico.

    Questo perché non solo il piccolo deve sentirsi a suo agio per il tempo che trascorre a mangiare, ma anche perché è necessario non si stanchi e non senta il bisogno di dimenarsi e cambiare continuamente posizione. Il che significherebbe mangiare facendo i capricci, e dunque non imparare a stare composti a tavola.

    Cogliamo anche l’occasione per ricordare che sempre in ottica sicurezza è importante appurare che eventuali sistemi con le ruote siano dotate di sistemi di bloccaggio. O ancora, se tendiamo alla scelta di un modello in legno pieghevole, che questo sistema non vada a discapito della sicurezza: meglio evitare che si verifichino eventuali ripiegamenti e chiusure accidentali. Per maggiori informazioni collegarsi al sito https://seggiolonepappa.it.

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  • Cessione del quinto: cos’è e come richiederla

    A tutti è capitato, almeno una volta, di sentir parlare di cessione del quinto, soprattutto se si è pensato che potesse essere la soluzione ai nostri problemi. Come si può intuire si tratta di un prestito personale al consumo, a breve e medio termine, non legato necessariamente a un acquisto. Le rate vengono rimborsate con la cessione massimo di un quinto dello stipendio o della pensione ed è proprio da questo dettaglio che deriva il suo nome.

    Spesso intorno a questo argomento c’è un po’ di confusione, in particolare legata alla sua funzione e alla sua utilità per chi lo richiede. È bene sapere che per attivarlo si deve stipulare un prestito con un istituto di credito la cui cifra deve essere restituita in un preciso numero di rate. Niente di così diverso rispetto a un normale prestito bancario. La differenza è che queste rate vengono trattenute direttamente dal datore di lavoro e versate alla banca e che la rata mensile non può superare un quinto dello stipendio (o della pensione).

    La cessione del quinto può essere richiesta presentando determinati requisiti. Dipendenti pubblici e statali, dipendenti privati e pensionati possono richiedere la cessione del quinto, così come i dipendenti a tempo determinato purché, in quest’ultimo caso, il piano di rientro del prestito non superi il termine del contratto di lavoro.

    Cosa c’è da sapere

    Tra le cose importanti da sapere, occorre sottolineare che la cessione del quinto può essere richiesta da chi ha in corso altri prestiti o da chi ha avuto precedenti problemi di solvibilità bancaria. Questo evidenzia il fatto che si tratta di una soluzione particolarmente flessibile.

    È chiaro che questo prestito al consumo offre numerosi vantaggi a chi lo richiede. È bene sapere però che nonostante sia vantaggiosa per molti aspetti, la cessione del quinto non è senza spese, seppur minime. Per essere certi che si tratti della soluzione migliore, basta controllare ogni singola voce di spesa riportata sul contratto.

    Utile per conoscere informazioni e dettagli precisi sull’argomento, potete leggere l’infografica realizzata da IBL banca.
    Vuoi condividere l’infografica anche sul tuo sito? Copia il seguente codice ed inseriscilo nelle tue pagine:

    <a href="https://magazine.iblbanca.it/come-richiedere-cessione-quinto/" title="Infografica: Cessione del quinto dello stipendio" target="_blank">
    <img src="https://magazine.iblbanca.it/wp-content/uploads/2019/02/IBLBANCA_infografica_cessione-del-quinto.jpg">
    </a>
    Infografica "Come richiedere la cessione del quinto" realizzata da <a href="https://www.iblbanca.it/" title="Cessione del quinto dello stipendio" target="_blank">IBL Banca</a>
    




    Infografica “Come richiedere la cessione del quinto” realizzata da IBL Banca

    E senza un contratto?

    Il requisito per accedere al prestito è quello di avere un reddito fisso e dimostrabile, ma c’è anche una possibilità per altre categorie. Se non si ha un contratto in essere è possibile nominare un garante che possa versare la rata mensile al posto del richiedente qualora questi non potesse.

    Si tratta però di un’opzione non sempre perseguibile, perché deve essere realizzata analizzando precisi aspetti della richiesta e requisiti di chi richiede di poterne usufruire.

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  • Diamante da regalo: le caratteristiche delle pietre preziose

    Un diamante sicuramente rappresenta un valore che è destinato a durare nel tempo. Chi è alla ricerca di qualcosa su cui investire bene può trovare nelle pietre preziose in generale e nei diamanti in particolare “un rifugio” significativo dal punto di vista economico. Si sa che in un’epoca di difficoltà economiche come la nostra poter disporre di investimenti sicuri è un’esigenza da non sottovalutare. Ecco perché sempre più persone sono alla ricerca di altre forme di investimento che vanno oltre quelle tradizionali, proprio per mettersi al riparo da eventuali inconvenienti che possono mettere a rischio le loro risorse finanziarie. Ma sappiamo veramente tutto sui diamanti come forma di investimento?

    Le caratteristiche del diamante: taglio e colore

    Anche un diamante da regalo può essere un investimento. A molte persone infatti fa proprio piacere ricevere un dono di questo genere. Ma, se vogliamo veramente puntare su un diamante da investimento, dobbiamo ricordarci che esistono delle caratteristiche che non possiamo fare a meno di tenere in considerazione.

    Fra queste ci sono il taglio e il colore. Il taglio è molto importante, perché ha un’influenza diretta sulla brillantezza della pietra preziosa, quindi influenza anche la sua bellezza. Se viene tagliato in modo giusto, il diamante è capace di riflettere la massima quantità di luce possibile.

    Se non si rispettano le misure del taglio, le varie facce non riflettono bene la luce, per cui la pietra preziosa non si mostra in tutto il suo splendore. Per fare un taglio perfetto si devono tenere in considerazione diversi elementi, come l’altezza, l’angolo di corona e tutti i rapporti di proporzione tra le varie facce.

    Per quanto riguarda il colore, invece, possiamo dire in generale che la colorazione migliore è quella in cui si ha un’assenza di colore. A dire il vero un diamante completamente privo di colore rappresenta una pietra molto rara, ecco perché è più pregiato in particolare.

    Però possiamo dire che anche i colori molto intensi ed accesi risultano rari, quindi anche delle tonalità particolarmente vivide di blu, di rosa, di verde, di giallo, di rosso che siano completamente naturali possono ottenere piuttosto riscontro da parte degli esperti.

    Le altre caratteristiche del diamante

    Volendo tenere conto dell’investimento sul diamante, ci sono anche altre caratteristiche della pietra preziosa che bisogna considerare. Fra queste per esempio la purezza. Ma quest’ultima da che cosa è data? Una gemma molto pura è quella che non ha inclusioni interne di differente natura.

    Il fatto di avere una pietra preziosa senza queste inclusioni si caratterizza come un evento molto raro. Ecco perché un diamante completamente puro è particolarmente prezioso. Un’altra caratteristica importante è quella determinata dal peso. Il peso del diamante è espresso in carati.

    Convenzionalmente un carato è stato fissato come pari a 0,2 grammi. Maggiore è il peso di una pietra preziosa, più essa è rara e quindi più appare come preziosa.

    Ma c’è un ultimo aspetto che dobbiamo considerare riguardo al diamante e che riguarda la sua fluorescenza. Essa può essere da molto leggera a forte. Le più preziose sono quelle pietre che sono senza fluorescenza, perché anche questa influenza le caratteristiche della brillantezza, della trasparenza e quindi della bellezza della gemma.

    Sarebbe molto importante, anche per accentuare il valore di un diamante, che esso fosse dotato di un certificato o di quello che in gergo tecnico è chiamato rapporto gemmologico. Su di esso sono indicati tutti i dettagli tecnici in maniera oggettiva che riguardano la pietra.

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  • Comprare e vendere oro: come fare

    Comprare e vendere l’oro può essere davvero un’ottima opportunità per guadagnare oppure per trasformare in soldi contanti alcuni oggetti che abbiamo in casa da anni e che non utilizziamo più. Ci sono proprio molti negozi dedicati alle operazioni di compravendita dell’oro, che in genere si occupano delle stesse operazioni che riguardano l’argento e gli altri metalli preziosi. Forse però non tutti sanno come funzionano in maniera specifica i compro oro. Ecco una piccola guida che potrà essere utile a tutti coloro che vogliono sfruttare questa possibilità.

    La procedura da seguire per vendere oro

    Se ci rechiamo in un compro oro Roma o in qualsiasi altra città italiana, per voler vendere alcuni oggetti d’oro, dobbiamo assicurarci di avere con noi un documento d’identità in corso di validità. Dobbiamo portare anche il nostro codice fiscale.

    È davvero molto importante possedere questi documenti e poterli mostrare. Essi servono ad attestare di essere maggiorenni. Inoltre da questi documenti vengono presi dei dati che vanno poi inseriti in un apposito registro. Quest’ultimo si configura come uno strumento molto importante, il cui utilizzo è stato stabilito dalle normative vigenti, per evitare che vengano commesse azioni illecite. Sul registro vengono annotati anche i dati di tutti gli oggetti venduti.

    Non dimentichiamo che la procedura relativa alle operazioni di compravendita dell’oro segue delle regole precise anche per stabilire cosa accade dopo aver venduto i nostri gioielli ai negozi. Infatti gli oggetti che il negozio acquista devono rimanere fermi almeno per 10 giorni.

    Si tratta di una particolarità molto importante. In questa maniera infatti le autorità hanno il tempo di effettuare eventuali controlli. Si tratta comunque anche di un’opportunità rilevante per i clienti, visto che loro possono anche avere un ripensamento e quindi fanno sempre in tempo a cambiare idea e a rientrare in possesso degli oggetti che hanno venduto.

    La valutazione dei beni in oro

    Un altro aspetto molto importante che dobbiamo chiarire riguardo alla compravendita dell’oro è quello che concerne la valutazione dei metalli preziosi. Tutti i beni preziosi, infatti, sono soggetti ad una valutazione che risente della quotazione del mercato. La quotazione può variare anche di giorno in giorno.

    I compro oro hanno l’obbligo di offrire una valutazione gratuita e senza impegno. Alla fine, dopo che si conclude il processo di vendita, dobbiamo sempre considerare che non possiamo ricevere molti soldi in contanti. Per cifre che vanno da 1.000 euro in su, bisogna accordarsi per un bonifico o per ricevere un assegno bancario o circolare.

    Gli oggetti d’oro che vengono acquistati dai compro oro di solito vengono inviati a delle ditte che sono specializzate nella raffinazione. Poi tutto il materiale d’oro viene utilizzato per creare dei lingotti, i quali vengono immessi di nuovo sul mercato.

    Generalmente si pensa che si tratti di un percorso molto complesso. In realtà non è esattamente così, perché nel settore la burocrazia non è molto complicata e di solito i vari step procedono in maniera automatica, senza creare grosse difficoltà. Anche la raffinazione avviene in maniera molto facile dal punto di vista burocratico, consentendo di realizzare il tutto in poche mosse.

    Con i lingotti si può nuovamente immettere l’oro anche su un mercato di carattere internazionale, creando così un’operazione ricca di opportunità, che fa in modo che non si perda nulla del valore dell’oro stesso. L’operazione di vendita che avviene in negozio può essere considerata esente dall’Iva, perché è una vendita che avviene tra privati.

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  • Come la Digital Transformation ha cambiato l’apprendimento

    Negli ultimi anni la Digital Transformation ha cambiato in modo radicale le imprese, il metodo di lavoro e le nostre stesse vite. Oggi si parla di argomenti come intelligenza artificiale, apprendimento automatico e internet of things (IoT). Queste innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato il mercato, oltre ad aver cambiato le competenze richieste dai datori di lavoro. Le aziende in tutti i settori sono alla ricerca di candidati da assumere che siano in possesso di competenze digitali e con la voglia di aggiornarsi continuamente.

    Il panorama formativo che si prospetta in questo 2019 sarà quindi caratterizzato dalla necessità di acquisire una gamma di competenze digitali e di business in chiave innovativa. Le persone dovranno possedere la caratteristica oggi indispensabile di adattabilità continua per poter stare al passo con le evoluzioni delle tecnologie.

    Le abilità e le conoscenze digitali sono essenziali per il successo delle aziende e per la loro crescita.

    Ma vediamo nel dettaglio quali sono le tendenze di quest’anno, portate dalla digital transformation anche nel campo dell’apprendimento e della formazione.

    Video e audio per facilitare l’apprendimento

    Attualmente i video stanno spopolando sui social e nel mondo del web, sono diventati uno dei canali di informazione più diffusi. La ragione è data da diversi fattori, uno di questi è perché il cervello umano elabora i video 60.000 volte più velocemente rispetto al testo scritto. Con la trasformazione digitale possiamo sfruttare maggiormente la potenza della vista e del suono con cui si riesce ad apprendere di più rispetto a qualsiasi altro metodo di formazione. I programmi basati su contenuti video migliorano l’auto apprendimento e consentono alle persone di aggiornare le competenze in modo efficace.

    Anche gli audiolibri incrementano l’attenzione e la memorizzazione dei contenuti. Hanno più impatto rispetto al testo perché sono composti da programmi narrati in modo regolare che stimolano l’apprendimento e l’impegno. Possono essere ascoltati quando si preferisce, in viaggio, in palestra o mentre si svolgono mestieri.

    I video e gli audio continueranno indubbiamente a guadagnare terreno tra i mezzi di apprendimento e formazione all’interno di questa epoca di digital transformation data la grande preferenza rispetto ai metodi di apprendimento tradizionale.

    Micro-learning: la forza dei piccoli momenti

    Il micro-learning è un metodo di acquisizione di abilità e competenze suddiviso in brevi momenti. Le informazioni vengono assimilate a intervalli regolari nel tempo. Sempre più organizzazioni adottano il micro-learning perché semplice ed efficace. Può essere svolto in diverse forme: gamification (giochi formativi), info-grafiche, video e audiolibri. Naturalmente la scelta migliore dei mezzi di micro-learning dipende dall’affinità che ognuno ha con i diversi strumenti.

    Invece di offrire delle lunghe e noiose sessioni di studio, il micro-learning riduce il tempo necessario per imparare mentre si aumenta l’efficacia della formazione.

    Grazie alla ripetizione e alle dimensioni ridotte delle informazioni si ottengono grandi risultati in termini di memorizzazione e coinvolgimento. Con le nuove tecnologie è possibile seguire i corsi di formazione comodamente da qualunque dispositivo e quando si desidera.

    Il micro-learning ha tutte le carte in regola per diventare un elemento fondamentale e strategico nel campo dell’e-learning.

    AI, Machine Learning e Robotica

    All’inizio l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e la robotica erano visti come dei sostituti al lavoro dell’uomo ed erano, dunque, considerati una minaccia. Ora è esattamente il caso contrario, secondo il rapporto del World Economic Forum, queste tecnologie creeranno 60 milioni di posti di lavoro entro il 2020. I progressi in ambito tecnologico e digitale, quindi, non sostituiranno il fattore umano ma semplicemente trasformeranno il lavoro, richiedendo nuove competenze.

    Il lavoro di domani, creato dalla rivoluzione tecnologica in corso, richiederà ai dipendenti di possedere competenze specifiche per soddisfare le esigenze delle aziende in continua evoluzione. I robot probabilmente subentreranno nella maggior parte dei lavori nei magazzini ma l’intervento umano acquisterà ancora più importanza per la programmazione e la manutenzione delle macchine e dei sistemi artificiali.

    Dunque, per rimanere competitivi ed essere inseriti nel mondo del lavoro è necessario acquisire nuove competenze e conoscenze in questi ambiti, tenendosi costantemente aggiornati.

    La realtà aumentata e quella virtuale

    Le piattaforme che incorporano la realtà aumentata o quella virtuale in normali programmi di apprendimento possono migliorare in maniera significativa il raggiungimento delle competenze e coinvolgere gli utenti. Con questo metodo di insegnamento la memorizzazione e la conservazione delle informazioni aumentano grazie alla natura interattiva e immersiva che aiuta il cervello ad assorbire le informazioni molto più velocemente.

    Queste tecnologie creano ambienti di lavoro simulati in cui è possibile vivere l’apprendimento in modo esperienziale e unico.

    Concludendo, dal 2019 in poi, l’apprendimento si inserirà nella società diventando la norma grazie ai rapidi miglioramenti tecnologici. Tutte le piattaforme digitali saranno integrate con le interfacce di apprendimento che si ottimizzeranno in modo intelligente grazie alle interazioni degli utenti. Questi sistemi identificheranno automaticamente quali necessità ha l’utente e risponderanno a queste in modo appropriato nell’interfaccia. Ciò migliorerà significativamente l’esperienza utente sulle piattaforme digitali e promuoverà l’apprendimento nella vita quotidiana delle persone.

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  • Si può tradare con le monete virtuali?

    Le monete virtuali, cioè le cosiddette criptovalute, sono entrate da qualche anno nei pensieri degli investitori e, più in generale, degli economisti di tutto il mondo. Il settore del trading online non poteva privarsi di tale occasione, come dimostra la piattaforma eToro, che mette a disposizione un’offerta decisamente variegata di criptomonete tra cui scegliere. EToro si basa sui CFD, vale a dire i contratti per differenza, e accoglie ben 14 asset: tra questi ci sono Ethereum, Ripple e Bitcoin, che sono criptomonete ormai note a molti, mentre una novità più recente è rappresentata da ZCash, indicata anche con la sigla ZEC. Per chi è già abituato a fare trading su eToro non cambia nulla, nel senso che le procedure da seguire sono sempre le stesse: basta effettuare le consuete operazioni di apertura posizione.

    Che cosa è ZCash

    Ma che cosa è la moneta virtuale ZCash? Gli esperti di criptovalute per lungo tempo l’hanno eletta antagonista dei Bitcoin. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, si parla di una rete decentralizzata di pagamenti concepita per mettere a disposizione degli utenti uno spettro di possibilità più ampio dal punto di vista della privacy. Alle spalle ZCash ha una storia decisamente breve, visto che è stata sviluppata solo nel 2016, anche per opera di Matthew D. Green, crittografo della John Hopking University.

    L’importanza della trasparenza

    EToro, tramite il comunicato stampa con il quale ha reso noto l’ingresso di ZCash nella piattaforma, ha voluto porre l’eccento sulla funzione della trasparenza. Il motivo è presto detto: le transazioni eseguite in questa valuta sono tanto schermate quanto trasparenti. Non c’è alcuna contraddizione in questo senso: le transazioni sono schermate perché i dati come il valore del pagamento e i destinatari non vengono pubblicati su una blockchain pubblica, ma sono trasparenti perché il funzionamento della rete è lo stesso che contraddistingue la rete del Bitcoin. Anche per questo motivo, nell’immaginario comune degli addetti ai lavori ZEC e Bitcoin sono ritenute due facce della stessa medaglia.

    Le caratteristiche di ZCash

    La specifica struttura che caratterizza ZCash fa sì che sia possibile eseguire in un momento successivo un’attività di audit per un certo flusso di pagamenti. Le idee che sono state alla base dello sviluppo dei Bitcoin, in sostanza, vengono sfruttate e migliorate. Il principale punto di forza di ZCash sta proprio nelle funzionalità aggiuntive sul piano della privacy. Ecco, quindi, che gli investitori che hanno intenzione di diversificare le proprie partecipazioni in monete virtuali trovano in eToro un prezioso alleato, con la possibilità di tradare con ZEC. Sul lato pratico, comunque, cambia ben poco, nel senso che è solo la sezione dei mercati disponibili che si arricchisce: come si è accennato, oggi è possibile tradare CFD su ben 14 tipi di monete virtuali differenti.

    Come fare trading su ZEC

    Bando ai facili entusiasmi, però: prima di cominciare a fare trading su ZCash vale sempre la buona norma di aprire un conto demo, in modo da esercitarsi senza mettere a repentaglio il proprio capitale. Con l’aiuto del sito investingoal.com si può scoprire come sfruttare al massimo le potenzialità degli account demo, per sperimentare strategie inedite e acquisire familiarità con gli asset e le varie operazioni. Tra le monete virtuali che vengono proposte oggi da eToro, oltre a ZCash e Bitcoin, ci sono anche Stellar, Dash, Litecoin e BNB, ma non vanno dimenticati IOTA e Bitcoin Cash. Ma non è tutto, perché l’elenco include anche EOS, NEO, Ethereum, Ethereum Classic, Bitcoin Cash, Cardano e XRP.

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