• Cosa sapere sul tartufo bianco

    I tartufi sono tra le eccellenze della nostra cucina, ma conoscerli bene non è facile, specie se parliamo del tartufo bianco pregiato.

    Caratteristiche, modi di usarlo in cucina, costo: sono tutte informazioni da avere prima di accostarsi a questo prezioso ingrediente.

    Costo del tartufo bianco

    Il costo dei tartufi bianchi non è fisso, ma dipende dalla ricchezza dell’annata.

    I tartufi, come ogni altro elemento dipende dalle condizioni del tempo, che determinano la maggiore o minore produzione.

    Essi rispondono, più o meno alle stesse leggi metereologiche che valgono per i funghi: un’estate piovosa, umida dà vita ad una produzione abbondante di tartufi, viceversa un’estate molto secca causa una raccolta minore.

    Quindi, come la legge di mercato impone, a produzione minore corrisponde prezzo maggiore.

    Quando parliamo di prezzo dei tartufi bianchi, stiamo parlando di cifre che vanno dai 2.000/2.500 ai 3.000/ 3.500 € Kg.

    Questo rende l’idea della preziosità di questo frutto della terra. Tanto è prezioso che è quotato in Borsa: un’apposita Borsino del tartufo che funziona da ottobre a dicembre e che dà le quotazioni annuali del tartufo, le quali dipendono da peso, maturazione e forma.

    Se un tartufo bianco viene venduto all’asta il suo costo può raggiungere delle cifre straordinarie.

    Le caratteristiche del tartufo

    Il tartufo bianco è un fungo ipogeo perché nasce e si sviluppa sotto terra.

    La sua nutrizione è rappresentata dagli elementi nutritivi delle radici delle piante.

    Individuarli non è semplice, per cui ci si serve dell’ausilio dei cani da tartufo, che per il loro olfatto straordinario ne sentono l’odore anche se interrati, fino ad una profondità di mezzo metro.

    Le radici delle piante che lo hanno nutrito, conferiscono al tartufo anche la caratteristica del sapore.

    Ma raccogliere tartufi non è possibile se non si è autorizzati: previo esame viene rilasciato un patentino di tartufaio e la raccolta è possibile solo da ottobre a dicembre.

    Quanto può essere grande un tartufo? Nel 1954 ne fu scavato uno di 2,5 Kg e fu donato al Presidente degli USA Truman.

    Uso in cucina del tartufo bianco

    Il bianco pregiato è utilizzato in cucina per insaporire, arricchire, variegare molte ricette al tartufo.

    In lamelle sottili, viene utilizzato su antipasti o su primi piatti, come su carni, uova e formaggio.

    Poche piccole lamelle donano al piatto il caratteristico e straordinario sapore.

    Bisogna fare attenzione, però: il tartufo bianco, se fresco, non può essere conservato a lungo, altrimenti si rischia di doverlo buttare.

    Ricco di proteine e sali minerali, è eccellente dal punto di vista nutritivo.

    Dove trovare il tartufo bianco

    E’ possibile trovare facilmente il tartufo?

    Facilmente proprio no; ma ovviamente il mercato del tartufo esiste anche per chi non è un tartufaio e la rete in questo è molto solerte.

    Ricercare online i venditori di tartufo è notevolmente semplice ma è fondamentale evitare i commercianti cge truffano con tartufi esteri spacciati per Italiani.

    Su www.moscatotartufi.it è possibile acquistare un tartufo di ogni grandezza, anche piccolo, per non spendere un capitale.

    Non sarà bello come cercarlo nei boschi, ma sicuramente il sapore sui piatti ricompenserà questa piccolissima delusione.

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  • Volatilità sui mercati: come governarla evitando ingenti spese?

    Negli ultimi anni, i mercati finanziari sono stati contraddistinti da una forte volatilità. Dopo un paio di anni di cosiddetto rally (crescita abbastanza sostenuta), negli ultimi periodi le oscillazioni dei prezzi sono diventate una costante. E qualsiasi risparmiatore avveduto, di conseguenza, si è dovuto adeguare a questo trend. In tal senso, basti notare quanto avvenuto negli ultimi quindici mesi.

    Dopo un forte storno nel secondo semestre del 2018, che ha riguardato, indistintamente, qualsiasi mercato finanziario, il 2019 è stato fin qui contraddistinto da un’ondata di segni positivi. Per la gioia dei risparmiatori. L’elemento volatilità, quindi, è diventato famigliare per i risparmiatori, che non devono illudersi nei momenti favorevoli né tanto meno deprimersi nelle fasi negative.

    Operare sui mercati: l’equilibrio e il rispetto dell’orizzonte temporale sono gli elementi cardine

    Operare sui mercati finanziari richiede un atteggiamento improntato all’equilibrio e al rispetto di quanto ognuno si prefissa nel momento in cui decide di investire in un determinato titolo finanziario. Ad esempio, se si decide di investire in titoli azionari, bisogna, inevitabilmente, fare i conti con eventuali pesanti ribassi, che spesso vengono riassorbiti solo in un arco temporale di medio-lungo periodo.

    D’altro canto, investire oggi in strumenti di liquidità o monetari, implica, già in partenza, la certezza di perdere parte del proprio denaro. Volgendo lo sguardo al nostro paese, non si può non notare come il rendimento dei titoli di stato sia nullo fino a cinque anni, oltre ad incorporare un rendimento effimero sul BTP decennale (meno dell’1% lordo), titolo, quest’ultimo, esposto significativamente alla volatilità. Ed in tal senso, l’andamento dello spread nell’ultimo decennio ne è la più chiara testimonianza. Governare la volatilità, però, non è un esercizio semplice per qualsiasi risparmiatore.

    E’ comprensibile, di conseguenza, rivolgersi a chi possiede conoscenze finanziarie adeguate, in modo da tutelare e, possibilmente, rivalutare i propri risparmi. A tutt’oggi, il canale privilegiato dalla maggioranza dei risparmiatori resta quello bancario o legato alla rete dei promotori finanziari. Rivolgersi a questi soggetti, però, risulta sempre più dispendioso in termini economici.

    Basti pensare, ad esempio, alle elevate commissione di gestione incorporate nei fondi comuni di investimento, titoli finanziari che, complici i rendimenti effimeri o nulli sui titoli “free-risk“, vanno per la maggiore allo sportello degli istituti di credito. Non va meglio neppure per chi decide di operare autonomamente: effettuare un’operazione di compravendita allo sportello, infatti, implica il pagamento di una commissione fra lo 0,50 e 0,75% calcolata sull’ammontare complessivo investito/disinvestito. Francamente troppo.

    Trading online, la miglior risposta alle esose commissioni applicate allo sportello bancario

    Per far fronte al “caro sportello”, anche nel nostro paese cresce costantemente il numero dei risparmiatori che decide di operare online. Investire mediante la rete telematica è semplice ed è in grado di soddisfare le esigenze dei risparmiatori, indipendentemente dal grado di esperienza e conoscenza accumulata in ambito finanziario.

    Innanzitutto, è indispensabile munirsi di uno strumento informatico come pc, smartphone e tablet e seguire alcuni utili consigli su come fare trading online in Italia. I vantaggi, in tal senso, sono innegabili. I più tangibili riguardano l’aspetto economico, tema particolarmente a cuore per i risparmiatori: le commissioni applicate dalle più note piattaforme online, infatti, sono estremamente basse o addirittura nulle, a differenza di quelle dello sportello bancario.

    Il trading online, oltretutto, consente di svolgere un’operazione di compravendita nelle migliori condizioni possibili. Si pensi, ad esempio, all’acquisto di un titolo azionario. Effettuarlo allo sportello bancario, oltre ad essere più oneroso, implica delle perdite di tempo non indifferenti, talvolta superiori anche ai trenta minuti: dal recarsi fisicamente in filiale, fino all’attesa che il consulente di riferimento sia disponibile ad accoglierci.

    Sui mercati, “il tempo è denaro” è  un detto quanto mai veritiero. Un titolo, infatti, può subire significative variazioni anche nell’arco di pochissimi minuti, rendendo meno conveniente l’acquisto o la vendita dello stesso. Fare trading online, invece, consente di operare in “real-time“, riuscendo ad ottimizzare al meglio qualsiasi operazione effettuata dagli investitori.

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  • Social media marketing: come impostare una campagna

    Fare social media marketing significa non sottovalutare un fatto essenziale dell’epoca attuale. Non bisogna infatti dimenticare che ormai molti utenti della rete considerano dei punti di riferimento importanti i social network. Dalle ultime indagini sull’argomento è emerso chiaramente come la maggior parte degli utenti di internet trascorra almeno due ore al giorno ad interagire sulle reti sociali. Da tutto questo si capisce come sia importante sfruttare i social network come canali attraverso i quali le aziende possono raggiungere i potenziali clienti e spingere un processo, tramite cui rafforzare il proprio brand o indurre gli utenti di internet all’acquisto dei prodotti o dei servizi che propongono.

    I fattori per un piano di social media marketing

    Che cos’è il social media marketing? Partiamo dalla definizione di questo concetto, per comprendere meglio di che cosa stiamo parlando. Il social media marketing, in generale, indica quell’insieme di strategie pensate direttamente per le piattaforme social.

    Queste strategie servono, come già abbiamo spiegato, a costruire e a diffondere l’immagine legata ad un brand e a trasformare gli utenti di internet in veri e propri clienti mediante la conversione.

    Soltanto comprendendo questi concetti fondamentali, possiamo avere più chiari quali sono i fattori essenziali che dobbiamo utilizzare per comporre un piano efficace di social media marketing.

    Per comporre questo piano è importante definire quali siano gli obiettivi di riferimento, sia da raggiungere nel medio periodo che nel corso di un lungo periodo.

    Naturalmente il tutto deve essere adattato al singolo caso. Per esempio può essere notevole la differenza tra un marchio già affermato e un nuovo marchio che ha innanzitutto bisogno di farsi conoscere.

    Tenendo conto di queste differenze si possono scegliere le forme di comunicazione più adatte. Poi, sempre impostando il piano da seguire, è essenziale individuare il target di riferimento e decidere quali siano le piattaforme più adatte a sviluppare e a procedere con la strategia che si vuole seguire.

    In fin dei conti da questo punto di vista non bisogna ignorare che ogni social ha delle caratteristiche differenti, sfrutta dei linguaggi e delle interazioni che gli sono proprie.

    Quindi i contenuti devono essere adattati in maniera diversa per ogni piattaforma, con la consapevolezza che non si può essere contemporaneamente ovunque.

    Fattore di non secondaria importanza è anche la definizione del budget che si ha a disposizione per condurre una campagna sui social media.

    Contenuti e influencer

    Può essere davvero molto importante definire come devono essere elaborati i contenuti da immettere sulle piattaforme social. Un vero professionista di social media marketing sa che una strategia può risultare molto più efficace se si pensa ad un piano editoriale adeguato, che sappia sfruttare elementi significativi, coinvolgimento e visibilità.

    Una tendenza tipica delle strategie di social media marketing attuali è quella di usare lo storytelling, il creare delle storie che siano capaci di coinvolgere emotivamente l’utente, che quindi in questo modo possa essere più spinto ad acquistare.

    L’utente deve essere al centro della strategia, si devono coltivare relazioni intense con chi usufruisce delle reti sociali e, in certi casi, si possono coltivare dei rapporti particolarmente importanti anche con i cosiddetti influencer.

    L’influencer rappresenta un punto di riferimento per gli altri utenti dei social, perché grazie alla sua autorità riesce a spingere a determinati comportamenti. Proprio per questo motivo un buon professionista sa quanto possa essere importante coinvolgere anche l’influencer e le sue aspirazioni nella propria strategia social.

    In questo modo si possono avere delle ricadute davvero proficue per permettere ad un’azienda di raggiungere gli obiettivi di riferimento e per ottenere dei risultati molto più efficaci nel far conoscere un marchio che possa costituire una fonte affidabile per gli utenti che ogni giorno si trovano ad interagire mediante le piattaforme.

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  • Auto nuova? Come risparmiare nel lungo periodo

    Le feste si avvicinano ed è ora di cominciare a ragionare sui possibili acquisti natalizi.

    Perché non fare un regalo a tutta la famiglia e cambiare la vostra vecchia auto con una nuova?

    In questo periodo, complici le chiusure dei bilanci, le case produttrici sono solite mettere in piedi delle promozioni molto convenienti che possono convincere anche i più restii a sostituire la vecchia automobile per passare a un modello più recente.

    I motivi per passare a una nuova autovettura possono essere tanti…

    Il bisogno di più spazio, la voglia di togliersi qualche soddisfazione al volante o, perché no, anche il desiderio di ridurre l’impatto ambientale e inquinare meno.

    Qualunque sia il motivo, abbiamo un suggerimento per aiutarti a risparmiare nel lungo periodo dopo aver acquistato la tua nuova autovettura.

    Continua a leggere per scoprirlo!

    Manutenzione auto: cose da sapere

    Come sicuramente sai tutte le autovetture, anche quelle più recenti, hanno bisogno di manutenzione periodica.

    Inizialmente ci si limita ai tagliandi di routine per mantenere la garanzia e, con l’andar del tempo, si vanno a sostituire le componenti usurate per l’utilizzo.

    È un processo naturale che, a volte, può essere fonte di stress per le spese impreviste che possono andare a sommarsi nel corso del tempo.

    Per la manutenzione ci si affida al meccanico, di fiducia o di un centro autorizzato, che, dopo aver acquistato i pezzi necessari per la sostituzione o riparazione, provvede all’intervento.

    I costi sono variabili a seconda del lavoro e dei pezzi da sostituire e questa non sempre è una buona notizia per le nostre tasche.

    Fino a poco tempo fa, questa era l’unica opzione per chi aveva necessità di sostituire o riparare le componenti della propria automobile.

    Ma niente paura, siamo pronti a consigliarti una nuova soluzione che può aiutarti a risparmiare delle cifre interessanti senza rinunciare a qualità e sicurezza.

    Acquistare ricambi auto online

    Hai letto proprio bene… è possibile andare ad acquistare i pezzi di ricambio per la tua autovettura direttamente online!

    Questa modalità è vantaggiosa principalmente per tre motivi:

    • elimina la mediazione del meccanico: quando il ricambista compra i pezzi per tuo conto, applica una maggiorazione per la rivendita;
    • puoi comparare diverse offerte e valutare quella più conveniente;
    • ottenuto il pezzo necessario puoi rivolgerti a qualunque officina di tua fiducia per effettuare la riparazione.

    Come vedi si tratta di un modo molto più conveniente, ed efficiente, per prendersi cura della tua automobile.

    Esistono siti che permettono di effettuare la ricerca del pezzo necessario per la tua auto inserendo il modello o, ancora più facilmente, la targa.

    In questo modo, hai la possibilità di valutare direttamente i parametri che più ti interessano per decine di fornitori contemporaneamente.

    Fantastico vero?

    Per farti un’idea di come funzioni un sito di questo tipo, dai un occhio a Daparto.

    Ricambi online e risparmio: conclusioni

    Come vedi, esiste una valida alternativa al canale tradizionale per la riparazione della tua auto; affidarti a siti di ricambi online, ti permette di ottenere un risparmio che può arrivare anche all’80% rispetto alle forniture classiche tramite officina.

    Adesso prova a immaginare di poter risparmiare questa cifra per tutto il ciclo di vita della tua autovettura… ti sono venuti gli occhi a forma di euro vero?!

    Questo nuovo metodo di ricerca può essere applicato, a maggior ragione, su di un’automobile usata che necessita di una manutenzione e sostituzione delle parti meccaniche più frequente.

    Bene, adesso che sai come fare per cercare i pezzi di ricambio online, sei pronto per acquistare la tua auto nuova, o riparare quella vecchia, risparmiando un bel po’ di soldi.

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  • Ricambi online e riduzione delle emissioni

    I ricambi sono ormai una delle tematiche più seguite del web.

    La realtà dei ricambi infatti, si sposa con il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni, tanto da aver spinto la Commissione Europea a mobilitarsi per la questione.

    La legge sull’obsolescenza dei ricambi ha portato ad una serie di provvedimenti legati al così detto “eco-design”.

    Ai produttori, sarà imposta la progettazione di nuovi prodotti in gradi di garantire il ricambio per almeno sette anni e, in alcuni casi dieci.

    Viene richiesta anche la facile riparazione, oltre a un design che privilegi il risparmio energetico.

    Secondo la normativa, questo porterà a un risparmio economico e a un minore impatto sull’ambiente.

    La misura riguarda elettrodomestici e device elettronici.

    La legge sui ricambi potrebbe però toccare anche il mondo auto e moto che, da tempo si è auto-organizzato con le riparazioni autonome realizzate attraverso l’acquisto di ricambi online.

    Sono ormai milioni gli utenti che, nel mondo, utilizzano siti di ricambi online come l’italiano Ricambialo, questo per allungare la vita dei propri mezzi e risparmiare sostituendo le componenti usurate senza sostituire l’intero prodotto.

    Solo pochi anni fa, la filosofia imposta dal mercato era quella della sostituzione continua.

    I prodotti venivano studiati per una sostituzione periodica e si è spesso parlato, soprattutto nel settore tech, di device programmati per rompersi dopo un determinato periodo di tempo.

    A quanto pare, le esigenze climatiche, assieme a una rinnovata consapevolezza dei consumatori, spingono ormai in una direzione contraria.

    La riparazione è diventata la prima scelta e l’acquisto di un nuovo prodotto, la scelta estrema, determinata da danni irreparabili o da prodotti troppo obsoleti.

    Ricambi auto e riparazioni al di fuori delle concessionarie

    L’acquisto di ricambi online, aiuta le persone a non dipendere dai servizi, e dai prezzi, delle concessionarie.

    Molto spesso infatti, i grandi brand spingono per vendere i loro pezzi originali, acquistabili e installabili proprio dalle concessionarie.

    Con i ricambi online, il consumatore può tranquillamente acquistare ricambi equivalenti, più economici, e successivamente farli installare secondo i regolamenti dal proprio meccanico di fiducia.

    Una novità non da poco che riporta le riparazioni nelle mani del consumatore, offrendo la libertà di scegliere cosa compare e dove comprarlo.

    I siti web offrono intere banche dati di pezzi di ricambio per auto, moto e bici, oltre a componenti elettroniche.

    Grazie alla rete, acquistare ricambi online diventa facilissimo, oltre a rendere molto più semplice reperire pezzi di ricambio rari e meno diffusi.

    Le politiche sui ricambi sono destinate a modificare il mercato.

    La lotta alle emissioni e ai consumi elevati che hanno caratterizzato gli ultimi anni, è ormai una priorità anche sotto il punto di vista legislativo.

    Proprio in questo senso, il mondo dei ricambi online, sembra aver previsto un grande cambiamento ormai in corso nei diversi settori.

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  • Corso per parlare in pubblico: perché è utile

    Un corso per parlare in pubblico che sia veramente ottimo deve rispecchiare alcune condizioni fondamentali, per permetterti di superare inutili preoccupazioni e rivolgerti ad una platea con una certa sicurezza. Ci sono alcune tecniche particolari da rispettare che riguardano sia la preparazione del discorso che l’affrontare direttamente il pubblico. Se usufruisci di un corso per parlare in pubblico, avrai la possibilità di capire come strutturare il discorso che devi pronunciare e allo stesso tempo comprenderai l’atteggiamento più adeguato con il quale devi porti nei confronti degli altri. Ma andiamo più nei dettagli e vediamo quali regole potresti seguire.

    La preparazione del discorso

    Su Agostiniriccardo.com puoi trovare tanti consigli che ti aiutano a parlare in pubblico con una certa sicurezza. Ricordati che tutto deve partire da una preparazione ottimale del discorso che intendi pronunciare. Il discorso deve essere strutturato in maniera logica, in modo da tenere desta sempre l’attenzione del pubblico e in maniera da risultare chiari e comprensibili.

    Fai in modo che il tuo discorso sia organizzato almeno in tre parti: l’introduzione, il corpo centrale su cui concentrare i punti più importanti e la conclusione, attraverso la quale puoi tirare le somme di ciò che hai detto.

    Naturalmente dedica una fase della preparazione anche a fare la prova della pronuncia del discorso. Potresti provare il discorso davanti ad un piccolo pubblico oppure, in alternativa, puoi provare di fronte allo specchio.

    In questo modo potrai verificare eventuali inadeguatezze ed eventualmente provvedere alla loro correzione.

    L’atteggiamento da tenere

    Quando pronunci il discorso, cerca di tenere in considerazione sempre il momento presente. Ti consigliamo di riflettere con attenzione. Non preoccuparti se fai delle pause in cui ci siano dei momenti di silenzio. Anche il silenzio potrebbe essere un ottimo tuo alleato, per attirare maggiormente l’attenzione del pubblico.

    I momenti di silenzio non devono costituire un motivo di timidezza. Per esempio un trucco che ti consigliamo è quello di concentrarti su una persona in particolare. Questa tecnica ti potrà aiutare a sentirti più a tuo agio, perché ti darà l’impressione di rivolgerti semplicemente ad un unico soggetto, quindi il tutto contribuirà a creare un’atmosfera “più intima”.

    Allo stesso tempo cerca di non fare supposizioni. Anche se il pubblico non sorride o annuisce, questo non significa che non sta apprezzando il tuo discorso. La mancanza di gesti da parte del pubblico non deve farti precipitare in un atteggiamento pessimistico che potrebbe metterti in difficoltà.

    Il coinvolgimento del pubblico

    Molta importanza ha nel pronunciare un discorso cercare di coinvolgere il più possibile il pubblico. La tua bravura si dimostra anche nella capacità di emozionare, di rendere partecipe chi sta ascoltando.

    A questo proposito ci sono delle tecniche che dovresti conoscere e che ti potranno suggerire anche i migliori corsi per parlare in pubblico. Innanzitutto cerca di non affrontare troppe questioni in contemporanea, perché resteresti nella difficoltà dando l’impressione di allontanarti troppo dal tema centrale.

    Puoi provare a guardare il pubblico direttamente negli occhi. Questo atteggiamento crea un’atmosfera coinvolgente, destando di più l’attenzione, e inoltre trasmetterai una sensazione di fiducia e di contatto diretto che sa creare la giusta atmosfera in sala.

    Un’altra tecnica potrebbe essere quella di usare lo storytelling, per rendere le tue parole più in grado di suscitare emozioni. Racconta un’esperienza, un aneddoto personale, un qualcosa che possa stimolare anche la riflessione. Di solito la narrazione di una storia contribuisce notevolmente a rendere le parole più efficaci.

    La tecnica dello storytelling è particolarmente usata dai più abili oratori, perché è stato dimostrato come essa sia in grado di coinvolgere il pubblico dal punto di vista emotivo, risultando più convincenti e più abili nel trasmettere un messaggio in particolare.

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  • Settore alimentare: come entrare nella GDO

    Il settore alimentare ultimamente sta avendo un grande sviluppo, definendosi come uno dei più importanti nell’ambito della produzione. Sono molte le aziende che si dedicano a questo settore e che avrebbero interesse ad entrare a far parte della GDO, ovvero nelle catene della grande distribuzione. Non è sempre facile entrare a far parte di quest’ambito, perché le grandi catene distributive spesso presentano una struttura piuttosto complessa. Per riuscire a rapportarsi correttamente a queste catene, bisogna essere muniti dei giusti strumenti e delle corrette strategie. Da questo punto di vista appaiono essenziali anche le ricerche di mercato. Vediamo in che modo le ricerche di mercato, condotte efficacemente, possano aiutare le aziende del settore alimentare ad entrare a far parte del settore della grande distribuzione.

    Le finalità di una ricerca di mercato nel settore alimentare

    Vediamo come funzionano le ricerche di mercato nel settore GDO, strumento essenziale, come abbiamo già specificato, per permettere ad un’azienda di svilupparsi sempre di più, per conquistare nuovi clienti e quindi per ampliare le proprie possibilità a livello di business.

    È sempre bene affidarsi a dei professionisti del settore, per mettere a punto delle strategie efficaci e riuscire così a conquistare degli ottimi risultati. I professionisti ti sapranno proporre delle strategie interessanti che si rivelino tali per i consumatori e quindi possono essere più attrattive per le catene distributive.

    In questo modo un’azienda che ha interesse ad entrare a far parte della GDO ha l’opportunità di suscitare l’attenzione dei buyer. Questi ultimi sono molto propensi ad accettare informazioni raccolte da società specializzate e sono molto più disponibili ad accettare anche in maniera più facile gli appuntamenti che queste aziende propongono.

    Ma allo stesso tempo le ricerche di mercato possono essere molto utili per rafforzare l’immagine aziendale. Attraverso le informazioni raccolte tramite le indagini, un’azienda che opera nel settore alimentare ha la possibilità di risultare più credibile e di mostrare un’immagine molto professionale.

    In questo modo riesce più facilmente a superare i concorrenti e ad avere più opportunità per entrare a far parte della GDO.

    Come fare una ricerca di mercato nel settore alimentare

    Un’indagine di mercato nel settore alimentare può essere veramente molto utile, come abbiamo già detto, per raccogliere quei dati e quelle informazioni fondamentali che danno una spinta essenziale ad un’azienda che voglia entrare a far parte delle grandi catene distributive.

    Ma sappiamo davvero come si svolge una ricerca di questo genere, per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati? Di solito i professionisti in questo settore seguono delle fasi ben precise, che permettono, via via, un monitoraggio continuo della situazione.

    Il primo step di questa indagine è rappresentato dalla ricerca qualitativa sui consumatori finali. Si dedicano a questa fase almeno due focus, per essere più certi dei risultati raggiunti.

    Si passa poi, come secondo step, all’analisi degli assortimenti delle catene, concentrandosi su quelle che suscitano più interesse.

    Il terzo step consiste nell’intervistare i buyer delle catene. Il momento dell’intervista rappresenta un carattere fondamentale. Infatti è proprio nel corso dell’intervista che vengono analizzati i risultati di ciò che è emerso nel rapportarsi ai consumatori finali. In questo modo si ha anche l’opportunità di rilevare i bisogni delle catene, facendo riferimento soprattutto alla specifica categoria merceologica nei minimi dettagli.

    Nel quarto step si formulano le prime ipotesi sulle strategie. Poi si passa ad esercitare un’indagine quantitativa sui campioni degli acquirenti, per rilevare il loro grado di soddisfazione. Infine, come ultimo step, si arriva alla definizione delle proposte da rivolgere ad ogni catena.

    In questo modo, attraverso delle fasi ben concatenate e condotte con consapevolezza, si ha più possibilità di entrare a far parte della GDO, con opportunità migliori.

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  • Condizionatore rotto: peggio d’estate o d’inverno?

    Avete mai pensato ad una vita senza condizionatore? Probabilmente nessuno riesce ad immaginare lo scorrere delle giornate senza l’elettrodomestico diventato rapidamente come uno dei più indispensabili con gli sconvolgimenti climatici del presente. E se invece si potesse scegliere quando non averlo a disposizione tra la stagione calda e quella fredda, quale sarebbe il minore dei mali?

    Ma facciamo prima un passo indietro e capiamo insieme come funziona effettivamente un condizionatore.

    Il condizionatore è una macchina che sfrutta alcuni principi fisici dei fluidi per poter raffrescare e togliere umidità ad un ambiente.

    L’acqua, quale esempio tipico di un fluido, può essere liquida oppure gassosa (vapore). Ciò che ne determina lo stato è una combinazione di temperatura e pressione. Per capire come funziona un condizionatore bisogna tenere a mente questo: un fluido che passa da liquido a gassoso (cioè quando evapora) assorbe calore dall’ambiente circostante, viceversa quando condensa, cede il calore in egual misura.

    Tutti in effetti abbiamo un condizionatore portatile: è l’acqua di cui siamo fatti! Quando il nostro corpo sente caldo, attraverso la sudorazione, parte della nostra acqua va sulla pelle e, a contatto con l’aria, evapora raffrescando la nostra pelle ed il nostro corpo. Quando in estate c’è tanta umidità, l’acqua che noi sudiamo fa più fatica ad evaporare (l’aria non riesce a contenerla) ed è per questo che ci sentiamo a disagio, siamo inzuppati di sudore e il nostro corpo non si raffresca a sufficienza. Se invece l’aria è secca sudiamo più facilmente e il nostro corpo riesce a regolare più efficacemente la nostra temperatura.

    Se stai pensando di acquistare un climatizzatore, o cambiare quello che hai, per sopravvivere al caldo torrido di questa estate, e non ripetere la brutta esperienza degli anni precedenti, non è il caso di aspettare l’estate: l’acquisto di un climatizzatore si può infatti effettuare anche in inverno, autunno o primavera, cosa che per una serie di motivi è addirittura vantaggiosa rispetto all’acquisto estivo.

    Questo ci consente di dare una parziale risposta alla domanda di partenza: probabilmente il condizionatore risulta più importante nei mesi estivi, ma la stagione invernale potrebbe essere il momento per acquistarlo in prospettiva futura. Oltretutto nei mesi invernali, senza l’urgenza dell’utilizzo immediato, è più facile ricorrere all’assistenza per condizionatori e avere il nostro dispositivo prontamente in funzione per le insopportabili calure estive.

    Con l’acquisto invernale o autunnale, si può anche risparmiare su un altro aspetto, che è quello dell’installazione. Il lavoro dell’installatore è ovviamente molto più concentrato durante l’estate che non durante l’inverno, e questo fa sì che i prezzi di installazione calino, in bassa stagione, rispetto all’alta stagione in cui tendono a crescere.

    Inoltre, c’è da considerare il “fattore umano”: l’installatore non è una macchina, è una persona, e anche lui soffre il caldo. Con il caldo si lavora peggio, e c’è il rischio di sbagliare qualcosa. Magari non sbagli grossolani, di cui ci si rende conto subito, ma errori piccoli le cui conseguenze (ad esempio, il non raggiungere la massima efficienza) si vedono solo nel corso del tempo.

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