Come investire in Ucraina

Economia

Fare investimenti in Italia è poco remunerativo a meno di non essere disposti ad affrontare alte dosi di rischio e in tanti stanno volgendo lo sguardo all’estero, soprattutto a livello imprenditoriale, per maggiore convenienza dal punto di vista fiscale e per riuscire a tagliare i costi di produzione grazie al basso costo del lavoro.

In particolare per i vantaggi fiscali anche molte grandi aziende hanno spostato la loro sede legale dall’Italia o da altri grandi Paesi occidentali in Nazioni con normative fiscali maggiormente favorevoli, ad esempio la FCA che ha spostato la propria sede da Torino in Olanda o altre grandi imprese che hanno scelto, invece, ad esempio l’Irlanda che ha un regime fiscale decisamente conveniente. Questo consente alle Imprese un sostanzioso risparmio che riducendo i costi aumenta i margini di guadagno e permette anche maggiori investimenti che portano alla crescita dell’azienda.

In tanti stanno guardando ai Paesi dell’Europa dell’Est come, ad esempio, la Romania, l’Albania, anche se non propriamente all’est dell’Europa ma comunque uscita da un lungo regime comunista, e all’Ucraina. Per quest’ultima esistono delle convenienze nell’investimento ma molti altri aspetti devono essere considerati.

Investimenti in Ucraina

Esistono delle particolarità interessanti che caratterizzano questo grande Paese dell’Ex Unione Sovietica:

  • La popolazione è tra le più istruite d’Europa
  • La terra è particolarmente fertile e dona all’agricoltura ampia potenzialità produttiva

Al tempo dell’URSS l’Ucraina aveva un grande ruolo strategico in termini economici, sostenendo un’importante percentuale dell’economia sovietica, tanto da essere chiamata “Il granaio d’Europa” e ancora oggi è il secondo esportatore mondiale di grano dietro solo agli Stati Uniti ma è anche grande produttore di olio di girasole, essendo il primo esportatore al mondo di questo prodotto.

Chiaramente il settore agricolo ha un’importanza primaria in questa Nazione rappresentando un capitolo fondamentale di ricchezza nazionale. Naturalmente a cotanta agricoltura si collega l’industria di trasformazione che ha a sua volta un forte peso sull’economia.

I dati ufficiali ci dicono che dopo due anni di crescita pari a zero, nel 2016 l’Economia dell’Ucraina è tornata prepotentemente a crescere registrando, di colpo, un Pil dell’1,5%; i settori in cui lo sviluppo è maggiormente marcato sono l’agricoltura e i trasporti ma, come detto, anche il settore industriale è in rapida crescita. Per contro i salari dei lavoratori sono tra i più bassi d’Europa, con una media di 173 Euro, contro la media russa di 504 e della Polonia di 985, davanti all’Ungheria dove la media salariale si ferma a 800 Euro.

I lavoratori ucraini per il 70% hanno un grado di istruzione secondaria e superiore e molti sono laureati, si comprende di conseguenza l’appetibilità del mercato del lavoro per un investitore straniero che qui trova lavoratori istruiti, capaci e a basso costo.

Conviene investire in Ucraina?

Considerando la fertilità della terra, il 25% di tutta la terra nera mondiale appartiene all’Ucraina, il basso costo del lavoro e l’istruzione dei lavoratori, verrebbe da dichiarare l’assoluta convenienza di un investimento in Ucraina, soprattutto nel campo agricolo e dei trasporti ma c’è anche il rovescio della medaglia.

Secondo la Banca Mondiale, in relazione alla facilità ad investire, l’Ucraina si trova all’83° posto della classifica (la Romania, ad esempio, è 37°) e questo trae motivo dalla situazione interna sociale e politica del Paese; alto è il livello di corruzione e l’incertezza politica e normativa; ad esempio, la legge ucraina impedisce di ricevere dividendi aziendali in valuta estera, anche se una specifica modifica ha permesso questo per il 2014 e il 2015 ma nel futuro vige l’incertezza di questa normativa come di molte altre.

Occorre anche considerare i timori legati ai conflitti interni tra nazionalisti ucraini e filo russi che, pur interessando in realtà solo il 7% del territorio, pone gli investitori in una condizione di timore anche legato alla remota ipotesi di un intervento di forza da parte della Russia. Un altro fattore di difficoltà è rappresentato dalla burocrazia estremamente complicata e farraginosa che fa sì che per pagare le tasse, ad esempio, siano necessarie mediamente 350 ore all’anno da impegnare in varie incombenze.